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Angolo del tifoso

ANGOLO LAZIO – La Lazio che vorrei

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Voglio affrontare questo percorso in tre capitoli per meglio analizzare le diverse questioni che la dirigenza della Lazio (orfana di Tare) dovrà affrontare.
Una precisazione doverosa: questo articolo non vuole dare indizi di mercato o rincorrere le notizie del momento, sono solo considerazioni personali sui temi del calciomercato laziale.

I Rinnovi

Un anno così eccezionale porta i protagonisti di questa cavalcata a battere cassa. Ma andiamo per gradi.
Con scadenza 2023 troviamo Romero, Pedro e Radu.
Il giovane argentino avrebbe meritato non solo qualche minuto in più durante la stagione ma indubbiamente la conferma. Probabilmente non sarà così, non è stato trovato l’accordo col procuratore per via di una commissione giudicata troppo esosa dalla dirigenza biancoleste. Davvero un peccato perdere un giovane di prospettiva che nei pochi scampoli di partita aveva fatto vedere più di qualcosa di interessante.
Per Pedro invece va fatta più di qualche riflessione sulle sue 36 primavere. Non è per nulla semplice trovare un giocatore di questa levatura ed esperienza. Ma ormai i minuti in campo, come ovvio che sia, vanno sempre in decrescendo. La sua conferma dipende in primis da eventuali altre offerte che riceverà e poi dalle potenziali alternative che dovrebbero sopperire alla sua partenza.
Il destino del “Boss” invece sembra delineato: appendere gli scarpini al chiodo ed indossare la giacca di rappresentanza.
Arriviamo alle dolenti note, con scadenza 2024 ci sono Felipe Anderson e Milinkovic.
Se per il primo il discorso è presto fatto: rinnovo strameritato. Un anno in crescendo, impiegato nel doppio ruolo di ala e punta centrale, fa parte della famiglia laziale: zero dubbi.
Milinkovic-Savic invece sarà l’ago della bilancia del mercato 2023. Tutti noi ci auguriamo un rinnovo (anche se con una clausola relativamente bassa). Ma sappiamo che un giocatore del suo calibro, ad solo un anno dalla scadenza, diventa appetibile per molte squadre (se non tutte quelle che giocano la Champions League). In più diventa l’ultima occasione utile da parte della società di racimolare qualche soldo da un eventuale cessione. Però ci si trova di fronte a un bivio: accettare un offerta al ribasso oppure aspettare che arrivi a scadenza ma affrontare quest’anno di Champions facendo affidamento su di lui? Una risposta esatta a questa domanda non esiste o più probabilmente è da ricercare nelle motivazioni che Milinkovic avrebbe in un ulteriore anno a Formello. Se lui si dovesse sentire dentro la squadra e concentrato sugli obiettivi della Lazio allora andrebbe bene anche perderlo a zero. Arrivare a scadenza, al di là del danno economico a mio avviso trascurabile, alimenterebbe chiacchiere di mercato e creerebbe un clima negativo per tutto l’anno. Questa per me è la principale motivazione per cui è necessario mettere un punto a questa telenovela entro il primo Settembre.
Con scadenza 2025 (tra gli altri) troviamo Luis Alberto e Zaccagni.
L’ala di Cesena, sempre più addentro nel mondo Lazio, merita il rinnovo come ciliegina sulla torta di una stagione straordinaria. Anche e soprattutto per allontanare sirene di mercato che le sue prestazioni finiranno per attrarre.
Il centrocampista spagnolo da Gennaio in poi è diventato fondamentale nell’economia di gioco di Sarri. Ma il suo attuale contratto scade quando avrà già 33 anni. Non bisogna dimenticare quanto accaduto meno di un anno fa con Acerbi, che dopo un anno in chiaroscuro a 34 anni e un contratto da 3 milioni divenne una zavorra per una società così attenta ai costi come la Lazio. Purtroppo Luis Alberto nel corso degli anni si è rivelato un giocatore troppo umorale e con frequenti “mal di pancia”. Ricordiamo che nel Dicembre 2022, prima della svolta in campo, si era promesso al Cadice che ha lottato per la salvezza in Spagna fino all’ultima giornata. Ragion per cui, sebbene un adeguamento contrattuale ci potrebbe anche stare per via dei gradi che potrebbe acquisire alla luce della possibile partenza di Milinkovic, trovo inopportuno portare la durata del contratto troppo in là.

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