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SERIE C GIRONE C – Intervista esclusiva a Eziolino Capuano

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Serie C
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“Non arrendersi mai, tenere duro”, una frase, quella giusta, per definire Eziolino Capuano, un vulcano fatto allenatore.

L’uomo delle imprese impossibili, capace di risorgere senza attendere tre giorni.

Una carriera trentennale. Siede sulle panchine di Modena, conducendola a un’insperata salvezza nel 2016, Avellino, trascinandola ai playoff dopo averla rilevata in piena zona playout, Potenza e Messina tra le altre.

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Il suo Taranto è la sorpresa della stagione  ed è pronto a farsi valere nei play off.

Mister la vera rivelazione di questo campionato è proprio il suo Taranto, considerando i 4 punti di penalizzazione che oggi la vedrebbero alla pari con il Benevento e nel match di domenica, in caso di vittoria, a pari punti anche con l’Avellino. Economicamente il Taranto ha speso  un ventesimo rispetto a quanto fatto da Avellino e Benevento. In prospettiva playoff è un motivo per dimostrare tutto il valore e fare qualcosa in più?

“Noi siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Era impensabile questa classifica. Abbiamo speso un decimo rispetto ad altre squadre ma per combattere dovevamo avere idee, competenze. Abbiamo riportato a Taranto il senso di appartenenza, domenica contro l’Avellino ci sarà il sold out.
Se teniamo conto del campo chiuso delle penalizzazioni, del campo neutro, si enfatizza ancor di più quello che abbiamo fatto.
Noi vogliamo continuare questo percorso, faremo i playoff e senza fare voli pindarici speriamo di compiere un percorso quanto più lungo possibile, questo è il nostro obiettivo”.

I playoff sono un terno a lotto, quali sono le favorite? Non si nasconda…

“Avellino, Vicenza, Padova, Benevento, la stessa Carrarese, la Triestina. Poi ci può essere qualche sorpresa ma le squadre che hanno l’obbligo di vincere sono queste,  insieme al Catania”.

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Quanto può incidere l’ambiente nei playoff? Squadre come Avellino, Taranto, Crotone, Catania dove si respira calcio, hanno una marcia in più?

“Sono piazze dove si vive di calcio, anche noi nei playoff, in casa, faremo 15000 persone. L’entusiasmo diventa devastante. Piazze come Avellino, Catania, Taranto, Foggia, Vicenza vivono di calcio.
Poi in campo vanno i calciatori e noi giocheremo con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere. Quelle che debbono vincere e hanno la pressione sono le altre”.

Che prospettive ci sono per il futuro del Taranto? La società è finalmente pronta a dare una stabilità al progetto di più anni?

“La società tra mille difficoltà non ha fatto mai mancare nulla. Giove da 7 anni, da solo, con tanti sacrifici alla guida del club, è pronto per qualsiasi discorso nel prossimo anno, sicuramente non si farà trovare impreparato”.

Mister adesso una domanda un po’ più introspettiva. Lei da qualcuno è  stato definito un medico in grado di rianimare le squadre  senza uso del defibrillatore. Io credo che adesso sia finito quel tempo, lei ha dimostrato che può essere un allenatore da grandi piazze, Avellino è stata la prima e Taranto ne è la conferma. Lei, con il senno di poi e con l’esperienza di adesso, cosa cambierebbe nel carattere di Eziolino Capuano?

“Questo personaggio da un lato ha dato notorietà e dall’altro ha attanagliato la mia carriera. Ovunque ho dimostrato prima l’uomo e poi l’allenatore.
Penso che ho fatto risultati importanti ovunque, è normale che  in 33 anni qualche campionato l’abbia anche potuto sbagliare. Credo che l’allenatore debba essere giudicato anche in base al materiale che ha a disposizione e penso che con il materiale che ho avuto a disposizione ho fatto sempre, o spesso, benissimo.
Sicuramente se fossi stato quello di oggi 10-15 anni fa, la mia carriera avrebbe avuto un senso totalmente diverso ma sono fiero e orgoglioso di essere me stesso”.

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(Foto: DepositPhotos)

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