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Angolo del tifoso

ANGOLO ROMA – La Dea si abbatte su Roma bifronte

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Tempo di lettura: 4 minuti

La Roma si presenta a Bergamo finalmente a organico completo, con valanghe di gol negli ultimi due turni accompagnata da stucchevoli polemiche, spesso segno di fastidio ai piani alti del calcio, ma salda al terzo posto.

La trasferta è di tutto rispetto, con uno degli avversari più forti nel triennio in corso, quell’Atalanta che in questa stagione viaggia con alti e bassi, ma soprattutto con la recente polemica Gasperini-Gomez, con quest’ultimo non convocato.

Pronti via e la Roma è in vantaggio: non saranno i sei secondi di Leao, ma Mhkytarian ci mette tre minuti a bersi il dirimpettaio, andare sull’esterno e servire Dzeko, solo sulla linea di porta per il gol 112 e anche Amadei è superato al terzo posto dei cannonieri giallorossi.

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La Roma aspetta “la belva”, non esprime il suo solito gioco arioso, ma lascia il possesso ai bergamaschi che, pressati ottimamente dai capitolini, non avvicineranno praticamente mai l’area di rigore. Si gioca sulle ripartenze frutto dell’ottimo fraseggio a cui siamo abituati, Dzeko e Mhkytarian sono spesso innescati e fermati con affanno dalla retroguardia bergamasca.

Da una sponda di Dzeko, l’attivo Spinazzola si trova solo sull’angolo destro dell’area di rigore, beffa Gollini in uscita con uno scavetto a giro che si stampa sulla base del palo esterno. Le occasioni nitide non sono tantissime ma, sul finale di tempo, una punizione di Pellegrini impegna Gollini a braccio teso.

Il secondo tempo è un’altra musica, anche se il la lo dà Veretout che, dalla distanza, costringe Gollini ad un’altra grande parata.

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L’Atalanta schiera l’artiglieria pesante (Ilicic e Muriel) e la Roma accusa. Il baricentro nerazzurro si alza, ma l’intensità e l’aggressività sono aumentate e i giallorossi cominciano a sbagliare molti appoggi.

Minuto 59, Ilicic serve Zapata che anticipa Smalling e spacca la porta sotto l’incrocio, per l’1 a 1. Pochi minuti e Mirante esce male su Gosens che, di testa, ribalta il risultato. Al minuto 72, quindi in tredici minuti, i nerazzurri fanno tre, cn Veretotut che sbaglia il retropassaggio, Muriel intercetta e si invola solitario, sbilancia Mirante con una finta e palla in rete.

Un pò di riposo finchè Pellegrini perde l’ennesima palla e Ibanez salva sulla linea due volte di testa su Muriel, ma è solo il preludio al quarto gol, con Ilicic che si beve quattro difensori giallorossi e lascia il portiere a guardare il pallone in rete.

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Mirante ha grosse colpe sul secondo gol più che altro, ma se prendi quattro reti su cinque tiri la sufficienza non si può dare, soprattutto se il tuo forte dirimpettaio  salva due volte i suoi dal raddoppio.

Smalling regge bene un’ora, poi viene attaccato da tutti i lati e crolla sotto l’agonismo avversario. Mancini e Ibanez giocano un bel primo tempo, con senso della posizione e dell’anticipo, magari troppo irruenti, ma poi si perdono nel secondo e soprattutto il brasiliano sembra fare sempre gli stessi errori, dettati anche da troppa sicurezza.

Spinazzola cerca le solite sgroppate e ha l’occasione più ghiotta per il raddoppio, ma è più contratto, mentre è piaciuto Karsdorp, nonostante alcune leggerezze, sempre aggressivo in copertura e l’unico a provare a giocarsela nel secondo tempo.

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Male Veretout che chiude la partita col suo errore, anche se il primo tempo era stato di buona quantità. Pellegrini fa il suo nel primo tempo e il “loro” nel secondo. Si salva solo la sua punizione e l’aggressività della prima frazione (ma per vincere i dieci scudetti che vuole servirà altro).

Mhkytarian, anche nel male, sembra di un altro pianeta rispetto ai compagni, serve l’assist e il primo tempo gioca di fino, nel secondo prova delle ripartenze ma le polveri sono bagnate.

Malissimo Pedro che in avanti non incide mai e rimane più a coprire, male, le sgroppate di Karsdorp.

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Dzeko, gol a parte, è più presente rispetto al Torino, con sponde e ripartenze, ma non tira mai.

Le riserve non incidono in nessun modo sul match, grave per Carles Perez che non riesce mai a spostare l’inerzia del match e Cristante, per molti un jolly per ogni ruolo, per me inconcludente in tutti.

Non è tanto la sconfitta il problema, a Bergamo ci può stare, ma non è che si devono prendere quattro gol ogni volta. Il secondo tempo di Bergamo fa tris con le ultime due partite, quando la Roma non scese in campo dopo l’intervallo, ma l’Atalanta non è nè il Bologna nè il Torino, come avevo temuto. Negli scontri diretti la Roma non riesce a vincere mai. Qui sarebbe bastato un pò più di coraggio nel buon primo tempo, ma il processo di crescita è ancora lontano dal compimento.

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Ieri non volevamo nominare lo scudetto che porta male, ora di nuovo i giocatori sono tutte pippe, Fonseca non sa fare i cambi e arriveremo ottavi. È la vita.

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