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ANGOLO NAPOLI – Effetto Mario Rui

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Mario Rui Napoli
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Freddo pungente e tanto vento nell’anticipo pomeridiano della sedicesima giornata allo stadio Maradona.
Moltissimo pressing nei primi minuti di gioco, con tanta determinazione e densità offensiva da parte dei giocatori azzurri, che hanno passato assai tempo nella metà campo avversaria a ridosso dell’area di rigore, pur risultando solo in rari casi realmente pericolosi.
Migliore in campo – ma non è una novità in stagione – Matteo Politano, ispirato e propositivo senza soluzione di continuità, con Kvaratskhelia sempre raddoppiato e lasciato troppo solo da un Natan assai meno efficace rispetto al martedì europeo.
Quarantacinque minuti, i primi, in cui il Cagliari non ha perso occasione per confermare di giocare ogni anno contro il Napoli, in casa ed in trasferta, una delle partite più sentite dell’anno, privilegiando i calci tirati al calcio giocato.
Per la squadra di Mazzarri, invece, la conferma delle tante difficoltà patite in stagione nel dimostrare superiorità tecnica, dominio tattico e scioltezza in fase offensiva e realizzativa.
Lenta e macchinosa, invece, ad inizio secondo tempo la manovra della squadra di casa, con uno sterile possesso palla incapace di mettere in difficoltà gli ospiti.
Poi – però – è tornato in campo il professor Mario Rui, mancato agli azzurri tanto quanto l’acqua a chi s’avventura nel deserto.
Vantaggio di Osimhen su assist del terzino, immediato pareggio sardo con grave (ennesima) disattenzione difensiva azzurra, ma raddoppio dei campioni d’Italia su una insistita, bella ed efficace azione d’attacco firmata dai migliori calciatori dell’anno dei record, col numero 77 finalmente risoluto a gonfiare la rete.
Non male – in generale – il Cagliari, in salute, bravo a rimanere in partita fino alla fine, in salute e con buone individualità davanti dove ha ben figurato anche Gaetano Oristanio, giovane di sicure rosee prospettive.
Azzurri finalmente vittoriosi in casa, col merito di non essersi disuniti dopo il pareggio e la buona sorte, una volta tanto, di trovare un immediato vantaggio.
Ha vinto l’idea di giocare sempre e comunque a pallone, contro la scelta di picchiare duro e votarla in rissa dei sardi, che tornano a casa inspiegabilmente con soli tre cartellini gialli.
Finalmente tre punti in casa, in una partita che era fondamentale vincere e che – per fortuna – si è vinta.
Grazie soprattutto all’ingresso in campo di un signor terzino sinistro.
Esiste, infatti, un Napoli senza di lui ed un Napoli con lui.
Al pari di Osimhen e Kvaratskhelia, la copertina di un rigido sabato di dicembre va a quello che può chiamarsi “effetto Mario Rui”.
E va bene così, non poteva andar meglio.

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