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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Che parli solo il campo

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Allegri Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

Palla al centro

Quarta partita di campionato e primo incontro di cartello per la Juventus. L’avversario di turno è la Lazio di Maurizio Sarri, un ex con il dente particolarmente avvelenato. L’allenatore toscano non ha dimenticato l’antica rivalità dei tempi in cui era alla guida del Napoli né l’ostracismo dei senatori bianconeri che gli costò la panchina a Torino. Ha parecchi motivi per dare fastidio ad un avversario a cui non mancano di certo i grattacapi in questo momento. Tra la querelle giudiziaria con Bonucci, i problemi di doping di Pogba e le incertezze sul futuro della società adesso ci sarebbe soltanto una gran voglia di disquisire esclusivamente di calcio giocato. Che parli solo il campo.

Primo tempo

La formazione di Allegri è quella tipo, con i soliti rimescolamenti: rientra Szczeşny tra i pali, in difesa Gatti avvicenda Alex Sandro, in mediana McKennie rileva Weah, in attacco si muove il consueto tandem Chiesa-Vlahovic. E’ uno scontro diretto, si gioca tra le mura amiche, c’è urgente bisogno di dare una scrollata alle malignità con una netta vittoria. La Juventus innesta subito la quarta con un forcing aggressivo e passa in vantaggio già al decimo minuto. Traversone di un Locatelli lucido ed essenziale come in azzurro e Dusan Vlahovic timbra subito il cartellino con un pregevole destro di controbalzo. Una rete che non appaga lui e neanche i suoi compagni: già qualche minuto dopo Kostic impegna nuovamente il portiere della Lazio, quindi è ancora il famelico serbo a rendersi pericoloso con un colpo di testa. I capitolini accennano ad una timida reazione e si guadagnano un corner ma vengono puniti subito dopo. Federico Chiesa, uno che lascia sempre il segno, concretizza una azione collettiva Miretti-Rabiot-McKennie con un velenoso sinistro. Si va negli spogliatoi con i bianconeri avanti di due reti, con il totale controllo del gioco e della partita. In barba a tutti i detrattori, di qualsiasi tipo. Che parli solo il campo.

Secondo tempo

Ad inizio ripresa Sarri prova a ridefinire la sua formazione con due innesti. A non cambiare è l’andamento del match: Juve in avanti a collezionare occasioni da rete, Lazio che prova a ripartire ma con difficoltà. I biancocelesti non trovano mai il bandolo della matassa, è solo il caso che gli fa riaprire l’incontro. Kamada vince fortunosamente un rimpallo su Cambiaso, la palla arriva a Luis Alberto al limite dell’area bianconera. Pregevole destro a giro del brasiliano, Szczeşny è battuto. Il risultato finale è, adesso, in discussione? La miglior risposta la da ancora Vlahovic: si invola su un lancio di McKennie, semina il marcatore e dal limite dell’area infila Provedel per la terza volta. In pratica l’incontro termina qui, dato che la successiva girandola dei cambi non aggiunge nulla di rilevante nell’economia della partita. Vittoria netta della Juventus, convincente nel risultato e nel gioco. La miglior replica possibile alle varie critiche di una settimana da incubo. Che parli solo il campo.

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Dopo il novantesimo

Chi si aspettava un gruppo disorientato e confuso dalle vicende extracalcistiche è rimasto deluso. Evidentemente, Allegri è stato bravo ad imporre ai suoi di pensare solo al prossimo avversario da affrontare sul terreno di gioco. La Juventus più brillante e soddisfacente della stagione, al di là dei demeriti evidenti degli uomini di Sarri, specie nell’organizzazione difensiva. Se è questa la strada scelta per il futuro è una prospettiva confortante. Di certo è una linea di condotta ampiamente condivisibile. Che parli solo il campo.

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