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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Mal di Lazio

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Alla terza di campionato il nuovo (si fa per dire) Napoli di Rudi Garcia aveva – da calendario – una partita più complicata rispetto alle prime due, superate in scioltezza. 

La Lazio, infatti, al di là del difficile inizio, è squadra di qualità, molto ben allenata, con buoni interpreti soprattutto sulle fasce e in avanti e capace – pochi mesi or sono – di espugnare il Maradona nell’anno del terzo scudetto.

E’ maturata, infatti, prima della sosta, un’amara sconfitta ad opera degli uomini di Sarri.

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Gli azzurri in maglia nera, memori di quel che fu nel marzo 2023, hanno iniziato in maniera assai determinata e con grande qualità di gioco, mostrando da subito la superiore condizione fisica di Anguissa, la voglia di Osimhen ed i virtuosismi tecnici di Kvaratskhelia

Nei primi venti minuti di gioco un tiro in porta ogni centoventi secondi per il Napoli e vantaggio mancato solo per merito delle prodezze del bravo portiere biancoceleste. 

Come spesso accade nel calcio, però, sull’unica occasione degli ospiti,si subisce gol e si va in svantaggio.

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Lo sport, in ogni caso, non forma il carattere, ma lo rivela.

E’ così che – feriti all’improvviso – i Campioni d’Italia diventano feroci ed arrabbiati.

Basta infatti un tiro leggermente deviato di Zielinski a regalare un pari immediato e più che meritato. Comincia, però, da quel momento un’altra partita, con squadre lunghe, tanta corsa ed occasioni da gol a ripetizione da entrambe le parti. 

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Secondo tempo iniziato allo stesso modo, come se l’intervallo non ci fosse mai stato. Continui cambi di fronte e subito contropiede laziale con gol in diagonale di Kamada. E’ questo l’episodio che cambia definitivamente l’inerzia del match.

La novità tattica targata Garcia impone ai tre centrocampisti di abbassarsi a turno in fase di costruzione, facendo correre meno Lobotka per averlo probabilmente più lucido quando serve dettare le linee in attacco. 

Ci sarà tempo e modo per valutarla e giudicarla, ma ciò che appare per ora piuttosto evidente è la difficoltà della difesa schierata di resistere all’attacco veloce degli avversari.

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Il limite non era apparso visibile nelle prime due giornate per demerito di Frosinone e Sassuolo, ma è sembrato abbastanza evidente nella gara più delicata. 

I due gol annullati per fuorigioco dal Var avrebbero potuto e dovuto dare alla squadra di casa la scossa per rimettere sui binari giusti un match che gradualmente ne è sorprendentemente uscito. Invece hanno prevalso, negli ultimi venti minuti e durante il robusto recupero, la stanchezza fisica e – probabilmente – i carichi di lavoro ancora non del tutto smaltiti, aggravati dai cambi sulle fasce che hanno privato gli azzurri degli uomini probabilmente più adatti all’ultima fase della partita.
Nessun dramma, in ogni caso, dopo lo stop casalingo. Sarebbe stata una gara diversa se il Napoli avesse capitalizzato anche una sola delle occasioni gigantesche avute nella prima parte del match. 

Sarà necessario però riguardare più volte i cinquanta minuti di (non gioco) che vanno dal ventesimo del primo tempo fino al venticinquesimo della seconda frazione. 

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Un ottimo inizio, ma poi poca lucidità e… tanta stanchezza. 

La sosta servirà – probabilmente – ad affilare le unghie e ripartire di rabbia.

Intanto, per la seconda volta consecutiva, è mal di Lazio al Maradona.

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Nulla di drammatico, nessuna tragedia. 

Una bella partita, un faccia a faccia senza esclusione di colpi e, probabilmente, una lezione che servirà nel tempo che verrà.

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