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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Semel in anno

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Tempo di lettura: 3 minuti

Doveva – prima o poi – capitare.
Perché anche i percorsi più memorabili, le avventure più gloriose, conoscono momenti di pausa o brusche interruzioni dalle quali ripartire più forti e determinati di prima.

Quando si cade, infatti, l’importante è sapersi rialzare, facendo esperienza.

E dare – soprattutto – merito agli avversari, capaci di giocarla come una finale su partita secca.

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Napoli – Lazio era alla vigilia scontro di alto livello non solo per il potenziale delle squadre in campo, ma anche per il valore dei due allenatori, espressione probabilmente migliore dell’attuale serie A e non solo.

Biancocelesti molto corti, stretti su tutte le linee di passaggio avversarie e assai attenti nei raddoppi di marcatura e nei ripiegamenti, con ottima figura sin dall’inizio per Felipe Anderson, Zaccagni, Luis Alberto e, soprattutto, Hisaj

Pian piano – però – gli azzurri hanno preso campo, accrescendo l’intensità del gioco ed aumentando la pressione offensiva. Il tutto utilizzando la soluzione solitamente più adatta: l’aumento della velocità con cui far circolare la palla, con un gioco a due tocchi e ripetute occasioni offensive.

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Primo tempo finito a reti bianche, con la sensazione evidente della necessità di una prodezza individuale per sbloccare un match ben preparato da Maurizio Sarri.

Nel miglior momento del Napoli, però, dopo venti minuti ad alto livello dei padroni di casa, il gran gol di Vecino che – sorprendentemente – mette paura agli uomini di Spalletti e li immobilizza come mai era accaduto quest’anno.

Situazione, dunque, tutta nuova per la squadra che in lungo e in largo ha sinora dominato la stagione.

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Merito senza dubbio di una lettura tattica magistrale del tecnico laziale, ma anche di una interpretazione di qualità di Milinkovic Savic e compagni, artefici di una prestazione memorabile soprattutto a centrocampo.

Azzurri meno brillanti del solito e per questi incapaci di cambiare marcia dopo lo svantaggio. Sono – però – maggiori i meriti della Lazio rispetto ai demeriti del Napoli.

Fisiologicamente era impossibile mantenere il ritmo forsennato degli ultimi match, ma con un po’ di fortuna in più si poteva probabilmente raggiungere almeno il pareggio.

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Nessun dramma dopo il primo stop interno. L’importante sarà ripartire subito forte.

Anche perché sabato pomeriggio c’è l’Atalanta, altra rivale di qualità.

Il primo jolly s’é giocato nel primo venerdì di marzo. 

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“Semel in anno licet insanire”, ha scritto Seneca poco meno di duemila anni fa.

Il Napoli con la Lazio, però, non è diventato improvvisamente folle: ha semplicemente fatto un passo falso.

Può starci, è del tutto normale. 

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A condizione di riprendere a correre sin dalla prossima.
Senza fermarsi mai più, perché c’è un sogno nel cuore. E non bisogna mollare neppure un centimetro.

 

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