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Angolo del tifoso

ANGOLO DEL TIFOSO MILAN – Sul velluto

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Brahim Diaz, Leao e Dalot. Sono stati loro i tre moschettieri di Coppa che hanno portato tre punti preziosi al Milan, segnando la tacca del ventitresimo risultato utile consecutivo, raggiungendo sotto la gestione di Pioli, sessantatre gol segnati a fronte di ventidue subiti. I numeri non sono parole ma questi parlano molto chiaro.

La partita contro la Roma, con i suoi rimpianti sottaciuti, è alle spalle e, dal fischio d’inizio, appare subito chiara l’inerzia dell’incontro.

Il Milan è padrone del campo, squadra solida a resa costante che non si snatura, che non fa calcoli e che riesce a sfruttare, fino in fondo, tutta l’ampiezza della rosa, costruita dalla premiata ditta Moncada-Massara-Maldini.

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Dentro dal primo minuto Tonali, Krunic, Diaz, Dalot terzino sinistro e Castillejo, con lo spagnolo ossigenato che sarà l’unica nota stonata, in un’orchestra ben affiatata.

Lo Sparta visto stasera, di contro, sicuramente volenteroso, audace con il pressing alto ma con grossi limiti tecnici, tornerà a Praga senza tanti rimpianti o rimproveri. Mai stato pericoloso per troppo divario.

Con Kjaer solito baluardo difensivo, alla difesa rossonera rimane la semplice gestione dell’ordinario e ben ci sta per far tornare il Capitano Romagnoli alla forma fisica ideale.

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Dalot a sinistra assicura una spinta continua e non saranno poche le volte in cui si sentirà il vocione di Pioli riecheggiare in un San Siro vuoto, richiamandolo a ripiegare in difesa più velocemente.

Diaz è stato schierato trequartista centrale con licenza di svariare e di affondare il colpo, non appena le maglie dello Sparta Praga cominceranno a sfilacciarsi. E così sarà al 24’, quando ruberà palla a centrocampo passandola a Ibrahimovic e sfruttando l’assist dello svedese, defilato su la destra, due tempi di gioco dopo. Lo spagnolo del Real sarà un pericolo costante, trovando nel dribbling stretto la sua arma più letale e nella freddezza sotto porta, una costante che chiude il cerchio. Se si confermerà con prestazioni simili anche in futuro, ci si dovrà ingegnare parecchio per strapparlo alla corte di Florentino Perez.

Tonali in mediana aggiunge minuti preziosi ad una condizione fisica che chiaramente lo limita nella gamba e nella testa, ma stasera, l’ex pupillo del Brescia, può dire di aver accorciato i tempi del recupero, grazie ad una prestazione di Bennacer di livello europeo.

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L’algerino ha preferito lasciare le scarpette negli spogliatoi, optando per il goniometro e dispensando geometrie da vero regista. Suoi i due lanci, calibrati alla perfezione per altezza, tensione e profondità, dai quali sono derivati i 2 gol che hanno chiuso la partita. Il primo per Dalot largo a sinistra che con la trivela di esterno destro girerà l’assist decisivo, al centro dell’area avversaria, per Leao che si fa trovare pronto per appoggiarla in rete. Il secondo, sempre per il terzino portoghese che partendo più accentrato , viene lanciato a rete da 30 metri, siglando il terzo e ultimo gol di sinistro.

Il Milan di Coppa, forgiato in quella fornace di pioggia e vento che fu Vila do Conde, nella serata memorabile contro il Rio Ave, non tradisce. In due partite i rossoneri collezionano sei gol, subendone solo uno e mettendo sei punti in cascina per affrontare, con la dovuta tranquillità, un autunno bizzarro, imprevedibile, sempre con un tampone di Damocle su la testa.

Manca il pubblico sugli spalti ma gli applausi scroscianti si sentono ugualmente e in serate come queste, l’erba di San Siro lascia il posto al velluto. Novanta minuti giocati così, sembrano durare un battito di ciglia e tu vorresti non finissero mai.

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