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ANGOLO DEL TIFOSO NAPOLI – Napule é… una bella prova di carattere

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Bisognerebbe, nel calcio come nella vita, imparare ad avere certezze come quelle che Kalidou Koulibaly regala in serate come quelle di Real Sociedad – Napoli.

Può succedere tutto, persino che Osimhen prenda due delle ammonizioni più inutili della storia e si faccia espellere nel finale, ma ciò che in occasioni simili non può accadere mai è che il gigante senegalese con i galloni da capitano molli un centimetro e perda qualche palla.

Vincere fuori casa, in Spagna, contro una squadra solida, aggressiva e ben messa in campo (anche se l’allenatore farebbe bene a risparmiare certe dichiarazioni risibili), fa sempre piacere.

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Anche quando accade nel giorno dedicato all’Europa minore ed in una semplice partita di girone.

Gli azzurri (di scena con una splendida seconda maglia) l’hanno vinta con il piede nobile d’un mancino interessante, vero uomo-simbolo di questo buon inizio di stagione.

Gli spagnoli sono sbattuti contro una maiuscola prestazione difensiva complessiva, arricchita dalla buona prestazione di Maksimovic, oltre che – come detto – d’uno straordinario ed insuperabile Koulibaly.

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Bene Ospina e positivo ingresso di Lozano, entrato dopo venti minuti al posto di Lorenzo Insigne, costretto a bloccare immediatamente una ripartenza dopo una fitta muscolare ed a chiedere immediatamente il cambio.

Guarisca bene stavolta il Capitano, troppo importante poter contare su di lui.

Si gioca ogni tre giorni, c’è bisogno di tutti.

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Real Sociedad – Napoli è stato un match servito, per ora, a raddrizzare il girone e contribuire a tenere alto il morale, ma anche a confermare le qualità comunque importanti di contenimento di Diego Demme e la voglia di emergere di Andrea Petagna, capace di indovinare un assist che qualsiasi piede diverso dal sinistro di Mario Rui avrebbe indirizzato in porta.

La seconda partita del girone di Europa League va in archivio lasciando negli occhi di chi ha seguito il match sensazioni ormai abbastanza usuali: occasioni da gol molto ghiotte fallite miseramente, sprazzi di bel gioco e qualità, momenti di inspiegabile amnesia e piccole disattenzioni che possono costar caro.

Il Napoli è squadra, in ogni caso.

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Anche quando fa turnover e, mai come in questa stagione, riesce a far ruotare mantenendo equilibrio, caratteristiche, certezze e determinazione tecnico/tattica.

Giocare ogni tre giorni impone, soprattutto in un periodo come questo, attenzione, sacrificio e tenacia.

Come quel ciclista che, in volata, non smette mai di tenere le mani sul manubrio per spingere più forte possibile, così il gruppo allenato da Gattuso sembra aver voglia di non mollare e dare il massimo, adattandosi al tipo di partita che di volta in volta viene fuori ma senza perdere tratti distintivi che son diventati marchi di fabbrica.

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Ritorneranno, già da domenica, Elmas e Zielinski, che nella serata spagnola sono stati riaggregrati in gruppo pur rimanendo in panchina.

Dopo la sconfitta anomala all’esordio in Europa League, la vittoria corsara nel match sulla carta più difficile era necessaria.

Giovedì prossimo sarà ancora trasferta, stavolta in Croazia. La recrudescenza dei contagi regala ad ogni partita una storia a sé. Nessuno sa ciò che potrà accadere da qui in avanti, ma è nei momenti difficili che le persone hanno bisogno di rassicurazione, certezze, garanzie che tutto andrà bene e per il meglio.

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In questa prima parte di stagione il Napoli di Gattuso è stato spesso questo: una panacea.

L’auspicio è che la somministrazione possa eternarsi: a piccole dosi, ma costanti, con cambio di protagonismi, ma con trame sempre godibili.

Nessuno sa come andrà a finire e cosa accadrà se mai ci sarà un traguardo, ma tutti muoiono dalla voglia di provare le sensazioni inimmaginabili ed irripetibili che si susseguono mentre si corre.

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In questo Gennaro Gattuso è una garanzia, una polizza a vita su tutto il sudore che gli azzurri metteranno in campo fino alla fine.

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