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Angolo del tifoso

ANGOLO MILAN – Finchè la barca và…

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Theo Hernandez Milan
Tempo di lettura: 3 minuti

Nilla Pizzi, in un Sanremo (ci siamo quasi!) di tanti tanti anni fa, cantava “finchè la barca va, lasciala andare” addirittura la strofa successiva recitava “tu non remare”.

L’Italia su una perla di saggezza simile, soprattutto sul “non remare” c’ha costruito un non-Futuro. Ma il Milan visto contro la Roma, potrebbe offrire una visione diversa di queste strofe. Un’interpretazione più saggia. Se la barca va avanti, non remare perchè risparmiare energie (e infortunati) è sempre cosa buona e giusta. E allora accogliamo con questa rinnovata saggezza, questa vittoria contro la Roma. Lontano dall’essere uno scontro diretto, visto che che prima di questo scontro, il distacco in classifica, era di ben dieci punti, ora diventati tredici.

Piedi per terra

Parliamoci chiaro. Siamo onesti. Il Milan non è una corazzata invincibile. La partita persa male contro l’Atalanta, in corsa per un trofeo ritenuto ampiamente alla portata e fra gli obiettivi stagionali, avvalora questo mio giudizio severo. Tanti alti e bassi, tanta discontinuità, tanta approssimazione e tante assenze, non solo di chi sta nell’infermieria ma soprattutto di chi scende in campo e non rende nemmeno al 10% del potenziale. Vedi Leao. Proprio alla luce di questa disamina, finchè la barca va avanti, lasciala andare e prendiamoci questi punti benedetti. L’anno scorso di questo periodo, cominciava la caduta libera del Milan nel girone di ritorno, allontanandosi per sempre dalla vetta e rischiando di non qualificarsi alla Champions League. E l’inizio del dramma cominciò proprio contro la Roma, a San Siro, dopo aver visto sfumare in pareggio una partita dominata, con due reti di vantaggio fino al minuto ottantasei. Impossibile dimenticare. Per questo era importante vincere oggi. Per allontanare lo spettro di un ritorno al passato, che sarebbe stato un vero incubo. Adli ha meritato la maglia da titolare, per la sua professionalità e per la sua tenacia, Theo è tornato a segnare i suoi gol, Giroud sempre prezioso.

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Preoccupante questo Leao

Male invece Leao. Insufficiente e preoccupante il rendimento del portoghese da 4 mesi oramai. 1151 minuti giocati, 3 gol, 6 assist. Un gol ogni 383 minuti. Numeri da attaccante di squadra che lotta per non retrocedere. Impressionante nel disastro. Immane la responsabilità della guida tecnica, per quanto concerne gestione e accrescimento del talento di questo calciatore che arriva al traguardo dei 25 anni, col fiato davvero corto. Imperdonabile mancanza di competenza. Palese, tra l’altro. Soprattutto se messa a paragone con esperienze di altri calciatori giovani, cresciuti e fatti maturare, da allenatori si degni della panchina di un grande club come il Milan. La gestione di Ibrahimovic, fatta da Fabio Capello, alla Juventus, secondo me è emblematica. E rappresenta la dimostrazione finale, definitiva, di cosa rende un allenatore migliore, di 3-4 categorie, rispetto ad un altro. La gestione del talento. La gestione del calciatore giovane che non abbina al talento , la sua disciplina. Saranno 5 mesi lunghi, Leao deve uscire da questo cono di buio in cui si ritrova e pare che può farlo solo contando sul suo spirito. Perchè il coach, a giudicare dal gioco, dalla collocazione in campo ed evidentemente anche dagli allenamenti non mirati, non riesce ad aiutarlo. Anzi, amplifica i suoi limiti. Se una squadra come il Milan, in questo momento cosi cruciale della sua storia recente, non riesce a dare valore e a tramutare in punti, ancor prima che in soldi, il talento dei suoi elementi migliori, allora davvero si ritroverà presto o tardi a vivere un ridimensionamento importante. E al ridimensionamento finanziario, farebbe subito seguito un ridimensionamento di risultati sportivi. Il che vorrebbe dire tornare ai vari Yonghong Li e compagnia bella. Spettri che al solo scrivere il nome, mi trema la mano.

Cambiare a Giugno

A Giugno, si deve cambiare, affidando la guida tecnica ad una personalità capace di incidere oltre che sul rendimento in campo, cosa ovvia, su la gestione dei talenti della rosa. Cosa molto meno ovvia. Oggi prendiamo la vittoria e aspettando la prossima sfida, contro un’Udinese sempre versione “Real Madrid” quando affronta il Milan, cantiamo allegri che finchè la barca và, lasciala andare. Ma guai a lasciare i remi.

(Foto: DepositPhotos)

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