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De Laurentiis, il paladino dei tifosi

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De Laurentiis Napoli
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L’accordo è una stupidaggine. Le riprese di DAZN e Sky fanno ridere”. Il personaggio è arcinoto, lo conoscono tutti. Barba e capelli bianchi, un cognome che scalda i cuori degli appassionati di cinema, una parolina salace per chiunque. Aurelio De Laurentiis non passa mai inosservato, prende sempre posizione. E stavolta ce l’ha con tutti o quasi i suoi colleghi presidenti. Colpevoli di essersi piegati facilmente alle logiche di un sistema che si disinteressa di chi lo sostiene. Che ignora i legittimi desideri del pubblico di cui lui si fa portavoce. Il paladino dei tifosi.

Un nuovo Masaniello

Il nostro è, da quasi un ventennio, il Presidente del Napoli calcio. E, da quando si è seduto sulla poltrona di massimo dirigente della squadra partenopea, il posato produttore cinematografico si è trasformato in un nuovo Masaniello. Sfrontato, aggressivo, spesso sopra le righe. Non si contano le diatribe in cui è stato coinvolto, a vario titolo e contro innumerevoli contraddittori. Anche se il suo bersaglio preferito è la Lega Calcio, da lui individuata come nemico pubblico numero uno. A suo dire un organo elefantiaco e vampiresco, incapace di sfruttare in modo adeguato le potenzialità del prodotto più amato dagli italiani. Cosa che lui, ovviamente, sarebbe in grado di fare se solo avesse campo libero. E non per perseguire i suoi interessi ma per soddisfare le esigenze dell’affezionatissima platea. Il paladino dei tifosi.

La panacea di tutti i mali

In periodi di crisi il cinema e il calcio sono la panacea dai dolori dal quotidiano”. E’ questa la sua tesi, in nome della quale combatte la sua battaglia populista. Per quanto riguarda il cinema possiamo anche fidarci della sua parola, in fondo è uno del mestiere. Sul calcio come panacea di tutti i mali, abbiamo qualche dubbio. Ci consenta, Presidente, ma questa visione del pallone come rimedio universale in periodi di crisi, ci appare un tantino di parte. Più che una panacea assomiglia alla versione aggiornata dell’oppio dei popoli di marxiana memoria. Immaginiamo che, da buon imprenditore, non abbia certo come spirito guida il fondatore del socialismo reale. Quindi perché adottare una simile metafora, tra l’altro non lusinghiera per la parte che dice di rappresentare?  Forse che il tifoso medio, nei suoi pensieri, è un tossicodipendente bisognoso della sua dose quotidiana di calcio per stordirsi e non pensare ai suoi problemi? Una simile concezione della propria clientela di riferimento sarebbe davvero misera, indegna dell’uomo che si è fatto carico di una crociata del genere. Il paladino dei tifosi.

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Il canale della Lega Calcio

Come tutti i grandi condottieri, anche lui si muove all’ìnseguimento di un sogno. Che, per traslato, dovrebbe essere anche quello della massa che lo segue. Come alternativa alla dittatura di DAZN e Sky il patron del Napoli propone la creazione di un apposito canale della Lega Calcio, concepito e strutturato dalla Federazione in modo da gestire da sé il prodotto. Nessun intermediario, insomma, tra chi produce sogni pallonari e chi se ne nutre avidamente. Una visione audace, forse troppo. Al punto che la stragrande maggioranza dei Presidenti della Serie A l’ha ritenuta irrealizzabile, almeno per il momento. E ha preferito rinnovare la fiducia alle piattaforme televisive che hanno diffuso le partite sino ad adesso. Con grande disappunto del capopopolo partenopeo, ovviamente. Il paladino dei tifosi.

La ricerca dello spettacolo

Inoltre pare che il buon Aurelio sia molto inquietato dal prepotente ingresso nel calcio dei magnati sauditi. Forse teme che anche i suoi campioni, attratti dal profumo dei petrodollari, si trasferiscano a  giocare da quelle parti? La sua sbandierata quanto ossessiva ricerca dello spettacolo costituirebbe, nei suoi pensieri, una risposta allo strapotere economico degli arabi? Nel caso fosse cosi, crediamo che sia il caso di rilassarsi. E’ notorio che le quattro principali squadre del campionato saudita siano di proprietà dello stesso Fondo per gli investimenti pubblici. In pratica, da quelle parti i club che possono aspirare al titolo  hanno tutti un unico padrone. Il che la dice lunga sulla credibilità della competizione agonistica. Davvero De Laurentiis teme la concorrenza di un simile torneo di plastica? Ci rifiutiamo di crederlo, faremmo torto alla sua intelligenza. Nonché alla passione che gli ha permesso di trascinare il Napoli dalle serie inferiori fino alla Champion’s League. E che spesso lo fa uscire dal seminato. Sempre e comunque, però, in nome di chi dà tutto se stesso per la sua squadra. Il paladino dei tifosi.

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