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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Una partita come le altre

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Allegri Juventus
Tempo di lettura: 4 minuti

Palla al centro

C’è sempre qualcuno che cerca di minimizzare: “Il derby è una partita come tutte le altre”. Non credetegli: la stracittadina, a qualsiasi latitudine si giochi, è un match che sfugge a qualsiasi classificazione o pronostico. All’ombra della Mole, poi, ancor di più: l’innato orgoglio proletario dei granata riscopre insospettabili energie dalle sfide contro la squadra degli Agnelli, simbolo dell’aristocrazia sabauda. La storia degli incontri tra Juventus e Torino abbonda di colpi di scena, feroci rimonte e imprevedibili capovolgimenti. Non conta neanche la differenza di caratura tecnica: in simili contesti l’aria da battaglia trasforma il più umile dei gregari in un implacabile risolutore. Max Allegri, uno che il Toro l’ha già incrociato diverse volte, lo sa bene. Va sul sicuro e presenta la formazione tipo, al netto delle indisponibilità delle punte titolari. Szczeşny in porta, trio difensivo formato da Gatti, Bremer e Danilo. Sulle fasce Weah e Kostic, al centro fanno da cerniera McKennie, Locatelli e Rabiot. Poco più avanti Miretti fa da trequartista alle spalle di Kean. Molti assenti, molti grattacapi legati a vicende extracalcistiche, un avversario che non mollerà su nessun pallone. Non è una partita come le altre.

Primo tempo

La Juventus cerca di scrollarsi di dosso i brutti pensieri con una prestazione convincente. Parte a buon ritmo e, già dopo quattro minuti, Kean sblocca il risultato. Tutto nullo, c’è fuorigioco. I granata cercano di mettere pressione agli avversari con un pressing alto ma non ottengono nulla di più di una momentanea supremazia territoriale e qualche tiro dalla distanza fuori bersaglio. I bianconeri, una volta prese le misure ai rivali, si organizzano. Il centrocampo gira meglio, rosicchiano metri di campo ai contendenti, la manovra offensiva scivola in maniera più fluida. Il terzetto in mediana garantisce grinta e copertura, le ripartenze sono affidate ai due staffettisti sulle fasce laterali. Sia Weah che Kostic hanno buone iniziative, ma la mancanza di peso specifico in mezzo all’area si fa sentire. Miretti è più intento a distribuire bei tocchi che ad innescare Kean. Si va al riposo sullo 0 a 0. Ma, attenzione, il risultato non faccia pensare ad un incontro destinato all’anonimato. Questo è il derby. Non è una partita come le altre.

Secondo tempo

Rimane negli spogliatoi l’impalpabile Miretti. Al suo posto il granatiere Milik. Ovvio che Allegri cerchi di smuovere l’apparente inerzia del match. Apparente perché nel derby la calma precede sempre la tempesta. Basta un ordinario calcio d’angolo per accendere una furibonda mischia in area granata. Batte Kostic dalla destra, il portiere del Torino esce a vuoto, un difensore la rimette maldestramente di testa nell’area piccola. Kean si avventa sul pallone in rovesciata, Bremer fa lo stesso cercando di colpire di testa. Scontro tra i due e pallone che rimbalza beffardo sulla linea di porta prima che Rodriguez cerchi di allontanarlo. Irrompe Gatti che ribadisce a rete. Rodriguez respinge ancora ma non può niente sul successivo colpo di testa dello stesso Gatti. Lo Stadium esplode ma viene gelato dalla segnalazione del guardalinee. E’ fuorigioco di Kean, gol annullato. I controlli al VAR si protraggono per vari minuti, unitamente alle cure per Bremer, rimasto ferito dall’impatto precedente. Alla fine l’arbitro convalida la rete, l’ex tifoso granata Gatti può esultare di fronte alla Curva Sud. I granata accusano il colpo, la Juventus ne approfitta. Il nuovo entrato Milik fa sentire la sua presenza: prima costringe il portiere del Torino a una difficile deviazione in angolo, poi lo infila con un preciso colpo di testa. Il doppio vantaggio bianconero annichilisce le speranze degli uomini di Juric. La banda Allegri gestisce il risultato con disinvoltura e porta a casa il bottino pieno. Non era cosi scontato, è successo qualcosa che nessuno poteva prevedere. Non è mai una partita come le altre.

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Dopo il novantesimo

Il derby ha effetti taumaturgici. E’ capace persino di trasformare il calciatore più spernacchiato d’Italia nell’eroe del giorno. Federico Gatti (ex magazziniere, ex ragazzo della curva granata, maldestro artefice dell’autogol più fantozziano della storia della Serie A) lo sceglie come momento di riscatto personale. Molti non lo ritengono da Juve, lui risponde con una rete decisiva nella stracittadina. E’ un gol cercato con la rabbia di chi deve (ri)conquistarsi ogni giorno la  reputazione e il posto in squadra. La sua storia dimostra, una volta di più che questa non è una partita come le altre.

(Foto: DepositPhotos)

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