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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Tre indizi fanno una prova

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Rudi Garcia Napoli
Tempo di lettura: 4 minuti
Chi ama giocare a calcio ed ha il privilegio, che però è frutto di talento individuale e assai spesso di sacrifici e rinunce, di farlo da professionista, sogna di giocare nel Real Madrid o, in alternativa, quantomeno di giocarci almeno una volta contro.
Perché la squadra spagnola è la più titolata d’Europa e perché, al di là di chi indossi la maglia tradizionalmente bianca (ma stasera eccezionalmente nera), si tratta di una compagine costruita per arrivare fino in fondo alla competizione più ambita di tutte.

Ecco perché affrontare una partita contro coloro che – non a caso – sono soprannominati “galattici” non è mai un esercizio banale.

Nei primi venti minuti, però, gli azzurri hanno retto la foga spagnola, contenendo le sortite offensive ed i pericoli provenienti soprattutto da Rodrygo, Vinicius e Bellingham. Ad un certo punto, poi, i due centrali arretrati, dei quali alla vigilia si temeva la tenuta in fase difensiva, sono risultati decisivi in avanti, dove Ostigard ha utilizzato ancora una volta nel modo migliore la testa.
L’1-0 ha stappato una partita fino a quel momento giocata moltissimo a centrocampo senza grosse occasioni da rete.  L’errore assai grave in appoggio orizzontale di Di Lorenzo ha regalato il pareggio alla squadra di Ancelotti, letale nella veloce combinazione in area piccola. Il resto – nella parte centrale del primo tempo – l’ha fatto il campione inglese di appena vent’anni con la maglia numero 5, fenomeno destinato a dominare nei prossimi dieci il panorama mondiale. Azzurri in balia degli spagnoli per circa 15 minuti in cui gli ospiti sono andati in vantaggio legittimando con occasioni e dribbling a ripetizione in ogni parte del rettangolo verde. Ci hanno provato Politano, Kvaratskhelia e Osimhen a riprendere il match, infrangendosi – però – sulle parate di Kepa e sul proverbiale possesso palla madrileno.
Il generoso rigore del pareggio dopo dieci minuti della ripresa ha premiato la buona ripartenza degli uomini di Garcia, rientrato in campo con personalità e con grande determinazione negli uomini migliori.

Baricentro più alto di almeno venti metri per la squadra di casa, cambio di atteggiamento tattico e ottime giocate individuali in un contesto di grande applicazione di squadra.

Travolgenti ed entusiasmanti i primi venticinque minuti del secondo tempo dei campioni d’Italia, col numero 77 georgiano sugli scudi, ma anche con prestazioni e giocate importanti di Oliveira, Anguissa e Lobotka.
Alla fine ha vinto il Real, che ha capitalizzato l’unica occasione vera capitata agli ospiti con un tiro potentissimo di Valverde (ed uno sfortunato rimpallo su Meret) ed ha avuto la capacità di resistere attaccando nell’ultima fase del match, contenendo senza troppi affanni anche l’inutile e confuso assedio finale.
La sconfitta era un risultato abbastanza prevedibile alla vigilia, ma lascia un po’ di amarezza per come è maturata nei novanta minuti di gioco. Se contro Udinese e Lecce il Napoli aveva mostrato decisivi segni di presenza, forza e qualità complessiva, la seconda di Champions è il terzo indizio che fa la prova.

Gli azzurri possono giocare con merito la massima competizione europea e giocarsela con chiunque.

A patto di non fare più regali. Senza l’errore difensivo del capitano e lo sfortunato episodio del terzo gol si starebbe, infatti, parlando d’altro. Ma – forse – sarebbe stato troppo.
Il calcio, a certi livelli, è spietato, soprattutto quando di fronte hai il Real Madrid, un allenatore spesso fortunato come Ancelotti e campioni giovani e datati con la maglia avversari.
Importante, adesso, continuare sulla strada intrapresa.
Meglio capire che c’è ancora da sacrificarsi e da migliorare. Aver giocato alla pari con i fenomeni spagnoli è un orgoglio, ma poi tutto finisce al novantesimo.
C’è una stagione da onorare ed uno scudetto sul petto da difendere, oltre che da mostrare con orgoglio in lungo e in largo sui rettangoli verdi presenti in ogni angolo, in Italia, ma anche oltre confine.
Tre indizi fanno certamente una prova, occhio adesso a puntare dritto gli obiettivi.
(Foto: DepositPhotos)

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