Champions League, Dio vede e Provedel alla Lazio….anche al 95’

Senti il suono delle lettere che compongono la parola Provedel e subito il tuo pensiero va alla parola “Provvidenza”.

In senso biblico, leggasi alla voce miracolo (un gran miracolo!). In quello fatalistico, e la testa del destino c’ha messo una corna in più per segnare e trionfare. Mentre in quello pragmatico, avevano una fame di pareggiare e ci sono riusciti. E’ come se il quasi 2 metri portierone italiano, originario di Pordenone, avesse detto: “Oh? Ho parato, ho salvato la squadra dal collasso, ho evitato il tracollo e v’ho anche parato il didietro, pareggiando la partita”. La prima della serie nel girone di Champions.

Leggi il nome di Provedel e che di mestiere fa il portiere, e immagini: “Ma possibile che abbia segnato un gol di testa, smarcandosi come nessuno mai nella Lazio in 94 minuti come un Vieri o un Batistuta qualunque?”.

Sì, certo che è stato possibile. La seconda rete da portiere, dopo quella in Ascoli-Juve Stabia 2-2 di Serie B il 7 febbraio 2020. Una rete, questa, meno semplice di come la si osserva in un replay. Provedel, nato attaccante nelle giovanili del Treviso, è uno che ha aspettato la sua occasione (ha esordito in serie A a 29 anni), ha attraversato vari prestiti (a Pisa, Perugia, Modena e Pro Vercelli), ha saputo fare la riserva (che è un ruolo sempre più difficile) e quando è arrivato il momento (a Castellammare di Stabia come ad Empoli), si è fatto trovare pronto e, cosa spesso apparentemente impossibile, è riuscito a far cambiare idea all’allenatore che lo ha promosso titolare fisso. Titolare allo Spezia, l’anno scorso è passato alla Lazio di Sarri, subendo 37 reti in 42 partite giocate e guadagnandosi il premio di miglior portiere del campionato. Ieri sera, col debutto in Champions League, una consacrazione mica da poco! Dopo essere stato determinante con un salvataggio tra i pali, ha segnato il gol del pareggio contro l’Atletico Madrid di Simeone, durante i minuti di recupero.

IL CENTRAVANTI CHE NON T’ASPETTI

Nei minuti prima del 95’ ha difeso la porta della Lazio con maestria e ha respinto ogni tentativo degli avversari. Un autentico muro! Nei minuti successivi al 95’ l’incredulità, lo stupore, la meraviglia. Insieme a senso della posizione, capacità di cogliere l’attimo, fiuto e istinto da centravanti puro. Cross di un inarrivabile Luis Alberto, Ivan Provedel fa un rapido scatto in avanti nel corridoio di maglie spagnole, salta, incoccia con decisione e con una zuccata di testa batte l’incolpevole Oblak. Dopo pochi minuti, è ancora sorpreso da quello che è riuscito a fare, tra la convinzione e gli occhi sbarrati e fermi del non essersene reso conto, tra la determinazione e la timidezza. Non ha solo attaccato uno spazio lasciato libero, ma ha evitato una prima sconfitta in Champions, obiettivamente un po’ ingiusta, per i biancocelesti. Che però, pericolosi più di tanto, non lo sono stati. Uno schiaffo sonoro di testa anche ai suoi compagni per svegliarli un attimo.
Un bello spot per tutto il calcio. Una gran gioia per chi, in questo sport, si ciba di emozioni uniche. Tra il sarrismo e il cholismo, a trionfare questa volta è stato il provedelismo. Uno stile seguito da tutti quelli che, fino alla fine, non mollano mai.

P.S. – Perché intitolare una rubrica “Autogrill”? Immaginate di trascorrere là un’intera giornata: in 24 ore quante storie vedreste e ascoltereste? Quante persone incontrereste e osservereste? Quanti gesti, parole e situazioni, che rimandano a luoghi vissuti da tanti altri volti? E’ quello che si proporrà di fare questa rubrica: approfondire, dal campo o fuori dal campo, delle storie che si conoscono e rilanciare delle storie che si conoscono poco. Raccogliere respiri di vita, attimi di condivisione, istanti dove cogliere l’essenziale nei particolari, briciole di esistenze in un luogo sì preciso ma di passaggio. Come in un autogrill, appunto, un luogo in cui tutti passano per un minuto o per un’ora, un luogo dove s’incrociano casualmente esistenze, incontri ed emozioni….