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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Solite facce, spirito diverso

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Tempo di lettura: 3 minuti

Palla al centro

Si ricomincia da dove si era finito. Si era ad Udine lo scorso giugno, ultima giornata di un campionato sofferto, sempre in bilico tra risultati ottenuti sul campo e successive revisioni della classifica ad opera della giustizia sportiva. E si ricomincia, adesso, sempre dal Friuli: Max Allegri saldamente ancorato alla panchina, timoniere di una squadra che, per fare un grande torneo, punta soprattutto sul desiderio di rivalsa degli elementi più discussi, Federico Chiesa e Dusan Vlahovic. Troppi presunti candidati alle loro maglie, troppe elucubrazioni su come dovesse essere ridisegnata la squadra senza di loro. Si ripresentano facendo coppia in attacco, per dimostrare che non è necessario cambiare gli uomini ma la mentalità. Solite facce, spirito diverso.

Primo tempo

Il numero 7 ha cambiato anche la posizione in campo: da esterno a tutta fascia a seconda punta a tempo pieno. Gioca in linea con il centravanti serbo, dovrebbe essere l’uomo che lo serve su misura. In realtà, già al secondo minuto, i due si scambiano i ruoli: Vlahovic fornisce un assist al limite dell’area a Chiesa, quest’ultimo la piazza nell’angolino con un destro millimetrico. L’immediato vantaggio consente ai bianconeri di giocare in scioltezza e costringere gli avversari a presidiare l’area. Un fallo di mano frutta alla Juventus un rigore: Vlahovic realizza dal dischetto per il raddoppio e manda giù la marcatura come se fosse un ricostituente. I friulani guadagnano metri di campo con molta difficoltà, al massimo possono recriminare su un sospetto contatto in area juventina. Solo sul finire del tempo riescono ad indirizzare un paio di tiri, comunque innocui, verso la porta di Szczeşny che controlla con sicurezza. In pieno recupero c’è una fuga di Chiesa sulla fascia, scarico su Cambiaso che mette al centro, Adrien Rabiot mette a segno il terzo gol. Anche lui oggetto di molte critiche lo scorso anno, anche lui smanioso di far vedere che le cose sono cambiate. Solite facce, spirito diverso.

Secondo tempo

Al rientro dagli spogliatoi l’indirizzo della gara sembra già predeterminato. La Juventus fa un insistito giro palla per far scorrere i minuti e amministrare senza fatica il risultato. L’Udinese prova a scuotersi e sposta in avanti il baricentro per avvicinarsi il più possibile alla porta degli avversari. La manovra dei friulani porta solo a un certo numero di conclusioni dalla distanza sostanzialmente ininfluenti. Solo verso la fine riescono a dare qualche pensiero a Szczeşny che, anche con metodi non proprio ortodossi, mette il lucchetto alla propria porta. Si chiude l’incontro con un rotondo successo per i bianconeri, determinato soprattutto dall’atteggiamento volitivo assunto dagli elementi più controversi. Solite facce, spirito diverso.

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Dopo il novantesimo

Chiesa, Vlahovic, Rabiot. L’ala che si era smarrita dopo innumerevoli infortuni ed altrettanti cambi di ruolo. Il centravanti affetto dall’anemia da gol. La grintosa mezzala che non si decideva ad assumere il piglio da condottiero. Forse pungolati a dovere dalle critiche, forse semplicemente stufi di fare da capro espiatorio per ogni cosa i tre si scrollano, finalmente, di dosso le incertezze del recente passato. E firmano una vittoria importante per la classifica ed il morale. Non è sufficiente per innalzare cori di rivincita ma abbastanza per guardare con ottimismo al prossimo impegno. Quest’anno sarà cosi: si affronta una partita per volta senza guardare troppo in avanti. Con gli uomini che conosciamo ma stimoli nuovi di zecca. Solite facce, spirito diverso.

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