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In Campo con Garbo – Il punto sull’addio di Roberto Mancini all’Italia

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Mancini Italia Nazionale
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Riparte con qualche giorno d’anticipo il nostro consueto appuntamento con la rubrica “In Campo con Garbo”. Con il nostro Direttore Editoriale Daniele Garbo abbiamo fatto il punto sulla notizia più importante della giornata, ovvero le improvvise dimissioni dal ruolo di Ct dell’Italia Roberto Mancini:

Direttore quali potrebbero essere i motivi di questa improvvisa separazione?

“Onestamente dopo le ultime notizie che vedevano Roberto Mancini nuovo coordinatore di tutte le Nazionali fino all’Under 20, questa notizia è un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Possono essere svariate le ipotesi, mi viene da pensare che probabilmente non abbia preso bene l’inserimento di Gianluigi Buffon come nuovo capo delegazione, oppure, non mi sorprenderebbe se gli fosse stata recapitata qualche ricchissima offerta dall’Arabia Saudita. Sarebbe stato auspicabile che queste dimissioni fossero arrivate prima, magari subito dopo la sconfitta in Nation League contro la Spagna, oppure dopo la mancata qualificazione ai Mondiali di Qatar. Ora la Figc dovrà agire alla svelta per trovare un allenatore in grado di aprire un nuovo ciclo in pochissimo tempo, visti gli impegni che ci aspettano nel prossimo mese di settembre.”

Quale eredità lascia Roberto Mancini?

“A Roberto Mancini vanno fatti i complimenti per aver vinto un Europeo in un’estate estremamente complicata. Questo trionfo però ha fatto si che tutte le problematiche che attraversa il nostro calcio siano state messe sotto al tappeto per poi riemergere quando l’Italia non ha partecipato allo scorso campionato del Mondo. Il nuovo allenatore troverà una situazione ben definita a livello di calciatori: abbiamo ottimi centrocampisti e penso a Tonali, Pellegrini, Barella e Frattesi, ottimi portieri, ma siamo molto carenti in attacco e in difesa.”

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A questo punto la domanda è d’obbligo: Chi potrebbe sostituire Roberto Mancini sulla panchina dell’Italia?

“Il primo nome che mi viene in mente è quello di Luciano Spalletti ma, nonostante sia un grandissimo allenatore, potrebbe avere gli stessi problemi che ebbe Arrigo Sacchi, che quando lasciò il Milan per la Nazionale. Tutti pensavano che avrebbe espresso lo stesso livello di gioco mostrato in rossonero, così come Spalletti ha fatto a Napoli, ma non  andò così. Il problema che ha incontrò Sacchi, e che potrebbe incontrare, Spalletti, è la mancanza di quotidianità che contraddistingue il loro lavoro.  Antonio Conte è uno dei papabili, ma non credo accetterà una minestra riscaldata. Penso ad un profilo forte dal punto di vista gestionale e faccio il nome di Massimiliano Allegri che liberandosi dalla Juventus potrebbe scatenare un vero e proprio effetto domino, che potrebbe portare sulla panchina bianconera o Luciano Spalletti (visto lo splendido sodalizio con Cristiano Giuntoli) oppure Antonio Conte.”

Quanto al ruolo di presidente di Gabriele Gravina, non sarebbe stato il caso di rivoluzionare il calcio italiano a tutti i livelli dopo le dimissioni del Ct?

“Ricordo che dopo il disastroso Mondiale in Brasile Giancarlo Abete si presentò in conferenza stampa con Prandelli ed entrambi rassegnarono le dimissioni, atte a certificare una gestione fallimentare dal punto di vista sportivo. In questo caso le dimissioni di entrambi, Mancini e Gravina, sarebbero state più sensate dopo la debacle contro la Macedonia. Non esprimo un giudizio perchè forse Gravina non si sente di avere particolari colpe o responsabilità riguardo a questa decisione di Roberto Mancini. Il problema vero non credo che sia il presidente ma tutto quello che c’è intorno alla Nazionale.  I dirigenti sono sempre gli stessi, i club non supportano la Nazionale e la vedono come un ostacolo. Se Gravina dovesse dimettersi ci sarebbe da fare tabula rasa, e onestamente non credo che ci sia tutta questa voglia di farlo!”

(Foto Depositphots)

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