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Angolo del tifoso

ANGOLO LAZIO – Arrivederci Sergente

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Milinkovic Savic Lazio
Tempo di lettura: 3 minuti

Il giorno che nessuno voleva purtroppo è arrivato. Dopo otto anni è il momento di salutare Sergej Milinkovic Savic. Anche se rimaniamo aggrappati a un transfer che Lotito non ha ancora concesso.
Una storia d’amore che nasce dallo scippo alla Fiorentina dopo la visita al Franchi. Sin da subito è entrato a far parte della famiglia laziale, visto come un talento da difendere e salvaguardare. 

Per chi non aveva ancora piena coscienza durante gli anni di Cragnotti, il Sergente è senza dubbio il giocatore più forte che ha vestito la maglia biancoceleste. Se ne va da miglior marcatore straniero della storia laziale. 

Ha incantato i suoi tifosi in ogni partita con colpi di tacco, di suola e tiri formidabili. Tatticamente è stato ovunque: dal quasi mediano di Sarri alla quasi punta del primo Inzaghi. Dimostrando un’intelligenza tattica oltre che un talento cristallino mai in discussione. 

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La sua partenza lascia un vuoto difficilmente colmabile, anzi l’errore sarebbe cercare “il nuovo Milinkovic” in un altro giocatore. L’equilibrio, faticosamente trovato da Sarri in questa stagione, ha bisogno di un altro tipo di giocatore così da lasciare anche più spazio all’estro di Luis Alberto. 

Otto stagioni con l’aquila sul petto, nel calcio moderno un traguardo più unico che raro. Ogni anno si sono susseguite chiacchiere infinite sul suo futuro sempre lontano da Roma. Per questo motivo ogni anno è stato visto per il tifoso come un dono. Un dono che, in Italia, solo i biancocelesti hanno ricevuto. 

Tornando per un attimo razionali, la cessione di Milinkovic è stata una manna economica per la Lazio: con la scadenza contrattuale imminente, recuperare 40 milioni è una boccata d’ossigeno per le esigue casse laziali. Diventa la cessione più remunerativa della gestione Lotito e non va a rinforzare le dirette concorrenti italiane ed europee. La meta esotica lascia al tifoso anche una piccola speranza che questo non sia un addio ma un arrivederci. 

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Grazie Sergio per i nostri otto anni, per le nostre trecentoquarantuno partite e per i nostri sessantanove gol.

(Foto: DepositPhotos)

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