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Angolo del tifoso

ANGOLO LAZIO – La Lazio che vorrei: calciomercato vuol dire anche saper vendere

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Dopo aver trattato lo spinoso argomento dei rinnovi contrattuali ora tocca a un capitolo se vogliamo addirittura doloroso:

Le Cessioni

Il tifoso laziale non ha un buon rapporto con questo argomento. Probabilmente ciò è dovuto al primo peccato originale: la cessione di Nesta. Quella che fu una separazione necessaria a tenere in vita la società stessa. Da allora ogni calciatore che lascia la Lazio viene visto come un potenziale rimpianto, non importa se è stato importante (vedi Correa) o un flop (vedi Muriqi).
Purtroppo nel calcio moderno vendere diventa quanto mai necessario per dare nuova linfa ai progetti. I calciatori ormai sono visti come asset su cui investire per poi avere un ritorno economico dopo una valorizzazione. La Lazio si è sempre sottratta a questa mentalità. Tranne rare eccezioni non ha mai spinto sul player trading. Voglio portare due esempi emblematici: Hernanes e Candreva. I due hanno fatto le fortune della Lazio e sono stati per diverso tempo tra i migliori nel ruolo in Italia. Eppure sono stati ceduti solo quando la loro storia alla Lazio era ormai in una fase calante. Quasi mai si è venduto bene, ossia quando i giocatori erano nel fiore della forma. Questo porta un duplice danno: il primo è avere giocatori di fatto demotivati che non rendono più come normalmente sono in grado di fare. Il secondo è avere un’entrata economica non all’altezza delle prestazioni raggiunte.
Peculiare nella Lazio è questa lentezza in tutte le trattative. Forse il carattere conservatore del suo presidente si rispecchia in queste scelte. Anche liberarsi di giocatori non più utili alla causa diventa una chimera, come se la società stessa non ammettesse di aver sbagliato.

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Veniamo alla situazione attuale considerando tutti i giocatori in rosa.
Innanzitutto sono scattati i riscatti di Acerbi ed Escalante. Al di là del costo del cartellino che è quasi effimero, importante è il risparmio sul fronte ingaggi.
Maximiano, per via della sua giovane età, è un peccato che resti come portiere di riserva con rarissime chance di giocare, deve trovare un club che lo faccia giocare e valorizzi che sia in prestito o in via definitiva.
Lazzari a dispetto di un primo anno con Sarri concluso in crescendo, non si è confermato nella seconda annata. Tra i tre terzini è stato senza dubbio il “peggiore”. Essendo tutti di piede destro è quello più sacrificabile se si vogliono pensare a due a destra e due a sinistra.
Marcos Antonio è appena un 2000 con un solo anno di Serie A. Ha dimostrato anche buone cose nelle rare apparizioni. Il problema per lui è più tattico, come ci ricorda Sarri “Non può giocare in una mediana con Milinkovic e Luis Alberto”. Quindi occhio ai movimenti in questo ruolo. Ma se dovessero restare gli altri due è giusto vada a cercare fortuna altrove.
Basic rimane un’eredità di Tare, ha avuto diverse chance ma non si è dimostrato all’altezza.
Milinkovic e Luis Alberto sono senza dubbi tra i migliori, riesce difficile immaginare una Lazio senza di loro. Ma vale quel discorso di inizio articolo: dobbiamo accettare l’idea che possano andar via per il bene della società. Ritornano attuali le parole di Tare nel commentare la partenza di De Vrij “L’unica cosa certa è che nel mondo i giocatori non mancano e noi dovremo essere bravi a trovarli”.
Milinkovic porta con sé un contratto in scadenza tra dodici mesi che rende più complicata ogni manovra. Una cessione potrebbe risolvere eventuali malumori.
Luis Alberto invece sembra debba essere continuamente convinto e incentivato per essere decisivo. È un giocatore molto umorale che sei mesi fa ha cercato la cessione in Spagna. Questo tira e molla diventa estenuante alla lunga. Quindi è bene rimanga solo se completamente sul pezzo.
Cancellieri ha avuto un anno con più ombre che luci. Ha dalla sua la giovane età però ha bisogno di giocare con continuità in un progetto che punti su di lui. Il ruolo da riserva di pochi minuti che entra per spaccare la partita non combacia con la sua scarsa esperienza. Assolutamente non a fuoco per quanto gli è richiesto in una squadra da Champions. Necessaria una cessione in prestito che non disperda l’investimento dell’estate scorsa.

Poi ci sono i consueti esuberi provenienti dalla Primavera, dalla gestione Salernitana e dai cattivi investimenti fatti in passato: Furlanetto, Kamenovic, Fares, Akpa Akpro, André Anderson, Raul Moro, Jony, Lombardi e Rossi. Alleggerirsi di questi contratti può aiutare la società con l’annosa questione dell’ “indice di liquidità”.

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