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A(F)FONDO – Caos Salernitana

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Caos Salernitana

Nonostante il grosso dell’Italia pallonara sia interamente presa dalle vicende degli azzurri, c’è un Italia di provincia, un’Italia “minore”, che è rimasta con il fiato sospeso per giorni.
Caos Salernitana: la vicenda è abbastanza nota.
La Salernitana, compagine di proprietà di figlio e cognato di Claudio Lotito, patron della Lazio, arriva inaspettatamente seconda nel campionato di serie B: è promozione diretta alla massima serie, dopo oltre vent’anni dall’ultima apparizione.
Bellissima storia di sport, se non fosse che nell’ordinamento sportivo federale esiste, oramai da alcuni anni, una norma che vieta la partecipazione al medesimo campionato di due squadre riconducibili allo stesso proprietario, per ovvie ragioni di regolarità.
E dunque si è aperto un teatrino indegno, ampiamente preannunciato, un caos cui hanno assistito, impotenti, i tifosi.
Il teatrino si è momentaneamente chiuso con la definitiva iscrizione al massimo campionato del club granata.
I tifosi hanno tirato un primo sospiro di sollievo.
Ma la vicenda è ancora di là dal concludersi, e continua a sollevare enormi dubbi, rischiando di diventare un precedente esplosivo per l’italico calcio.

Le regole del gioco

Le norme di riferimento sono l’art. 7, comma 7 dello Statuto FIGC e l’art. 16bis delle NOIF, Norme Organizzative Interne della Federazione.
L’art. 16bis, in particolare, è stato introdotto, nella sua originaria formulazione, da quasi tre lustri.
Puntualmente, variamente e fantasiosamente interpretato e derogato alla bisogna da organi federali e società è, oggi, apparantemente abbastanza chiaro.
Nella sua formulazione precedente al 26 aprile 2021, applicabile al caso Salernitana, si stabiliva quanto segue.
Quando un medesimo soggetto ha una posizione di controllo (comma secondo) su due o più società calcistiche che militino in campionati professionistici, ed almeno due di queste società raggiungono la medesima serie, scatta un divieto che impone alla Federazione di assegnare agli interessati un termine, non superiore a 30 giorni, per la “cessazione della situazione di controllo”.
Qualora la situazione di controllo non cessi entro il termine assegnato, si applicano le sanzioni previste dal terzo comma e “le società oggetto di controllo non sono ammesse al campionato di competenza e decadono dai contributi federali”, decadendo finanche dalla affiliazione a norma dell’art. 16.

Il caos di specie

Il caso, o meglio caos, di specie.
In applicazione delle regole citate, la FIGC, con comunicato ufficiale n. 249/A del 20 maggio 2021, pubblicava la delibera del 17 maggio precedente.
In particolare, invitava Claudio Lotito a porre termine alla compresenza di situazioni di controllo su Lazio e Salernitana entro 30 giorni dalla notifica e comunque entro e non oltre 3 giorni prima del termine per il deposito delle domande di iscrizione al campionato di serie A.
Qualora ciò non fosse accaduto, la Salernitana non sarebbe stata ammessa in serie A.
Il termine per le iscrizioni, da calendario FIGC, scadeva il 28 giugno scorso, ergo la situazione di controllo doveva essere cessata entro il 25 di giugno.
Il 25 giugno la Salernitana inviava in Federazione la documentazione riguardante l’ormai famoso trust, di cui diremo di qui a breve.
Il successivo 28 giugno perveniva in Federazione anche la domanda di iscrizione al massimo campionato.

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La FIGC

La FIGC, tuttavia, chiedeva “chiarimenti”, assegnando un ulteriore termine, sulla cui legittimità residua più di un dubbio.
Ad ogni modo l’ulteriore termine veniva rispettato e, dopo il definitivo parere positivo della COVISOC sulla operazione economica effettuata, il Consiglio Federale, nella seduta del 7 luglio scorso, ha ammesso la iscrizione della Salernitana.
Ammissione tuttavia condizionata, stando alle parole del Presidente Gravina, il quale in conferenza stampa ha dichiarato che, in caso di mancata cessione definitiva entro sei mesi, la Salernitana sarà esclusa dal campionato di serie A.

Il trust, cos’è e come funziona

Ma cos’è nel dettaglio un trust, e come funziona?
Il trust è un istituto giuridico di matrice anglosassone, introdotto nel nostro ordinamento nel lontano 1992, quando l’Italia ha ratificato la convenzione dell’Aja del 1985.
Attraverso il trust un soggetto, detto settlor, sottopone dei beni al controllo di uno o più soggetti terzi, detti trustee, per soddisfare un fine specifico e/o nell’interesse di uno o più beneficiari individuati o da individuarsi.
Il settlor può nominare un “controllore” del trustee, detto protector, con poteri ben definiti, ma la caratteristica essenziale del trust è che i beni ad esso sottoposti diventano un patrimonio separato da quello del settlor e devono essere amministrati, per un determinato periodo di tempo o fino al raggiungimento di un determinato scopo, dal solo trustee, senza ingerenze esterne e secondo una regolamentazione interamente predeterminata nell’atto costitutivo.
Quando questa autonomia è particolarmente rigida, si parla di blind trust.
L’istituto ha grande duttilità, e può concretamente atteggiarsi in moltissime forme.

L’asso nella manica di Lotito

Il trust torna particolarmente utile quando, come nel caso della Salernitana, sorge l’esigenza di evitare conflitti d’interessi in cui può incorrere il settlor.
Nel caso di specie Enrico Lotito e Marco Mezzaroma sono rispettivamente figlio e cognato di Claudio Lotito.
Attraverso le società Omnia Service S.r.l. e Morgenstern S.r.l. detenevano le quote di maggioranza della U.S. Salernitana 1919 S.r.l., incorrendo nel divieto indicato.
Hanno dunque costituito il trust “Salernitana 2021” per interrompere il rapporto di proprietà.
Il trust, in cui i settlor Lotito e Mezzaroma hanno conferito la società calcistica e, presumibilmente, le risorse finanziarie per la gestione sino all’obiettivo cessione, è controllato dai trustee Widar Eurofid S.p.a. e Melior Trust S.p.a., due società fiduciarie guidate, rispettivamente, da Paolo Bertoli e Susanna Isgrò.
Nella sua versione definitiva, parrebbe avere durata sino al 31 dicembre 2021, data entro la quale la US Salernitana dovrà essere ceduta a terzi, pena la sua esclusione dalla massima serie.
La FIGC ha inoltre preteso la sottoscrizione di una dichiarazione di indipendenza da parte del Generale Marchetti, nuovo amministratore unico della US Salernitana 1919 S.r.l..
In questa maniera si è momentaneamente eluso il divieto previsto dall’art. 16bis delle NOIF, e la serie A a 20 squadre pare salva.

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I dubbi e la pericolosità del precedente

La più recente formulazione dell’art. 16bis delle NOIF, completata con delibera FIGC del 26 aprile 2021, parrebbe avere definitivamente risolto il problema, con un divieto inderogabile di “multiproprietà” di società professionistiche.
Le situazioni esistenti al 26 aprile 2021 (viene in mente il Bari del figlio di Aurelio De Laurentiis) restano tuttavia disciplinate dalla previgente normativa.
Quanto alla idoneità del trust a risolvere i problemi pregressi, i dubbi restano (patti parasociali, clausole al limite: l’apparente autonomia può essere svuotata in molti modi).
E appare pericoloso il precedente creatosi, soprattutto con riferimento alle diverse proroghe intervenute.
Il Benevento di Oreste Vigorito ha legittimamente richiesto il completo accesso agli atti, per verificare eventuali irregolarità.
Speriamo di non dover assistere ad una ennesima battaglia di carte bollate, e che non si aggiunga caos a caos.

E se la Salernitana non fosse ceduta nei termini?

Il Presidente Gravina ha chiarito che, se la Salernitana non fosse ceduta entro il 31 dicembre 2021, verrebbe esclusa dal campionato.
Ci auguriamo ed auguriamo ai tifosi granata che la cessione intervenga in tempi brevissimi, per scongiurare qualsiasi rischio.
Ma cosa succederebbe se ciò non avvenisse?
Innanzi tutto residuano forti dubbi sulla legittimità, laddove la cessione non si perfezionasse entro i termini, della esclusione della sola Salernitana a campionato in corso.
Se dopo il 31 il divieto rivive, la Lazio verrebbe a trovarsi nelle stesse condizioni della Salernitana: perché dovrebbe essere esclusa la sola Salernitana?
Potrebbe obiettarsi che, a cessione non intervenuta ma trust ancora in piedi, la sanzione discenderebbe dal mancato rispetto del termine da parte della sola Salernitana.
Così fosse, una sanzione così grave potrebbe considerarsi legittima?

L’auspicio

Mettiamoci per un attimo nei panni di un potenziale investitore: siamo sicuri che arriverebbero offerte a stagione in corso?
Se fossi un imprenditore, e decidessi di fare un investimento importante, vorrei poterlo pianificare da subito: diversamente, cercherei di arrivare quasi alla scadenza per strappare un prezzo irrisorio, ammesso mi interessasse la sola speculazione.
Ecco, se fossi un tifoso granata, ma anche se fossi un tifoso laziale, qualche domanda me la porrei.
Da tifoso ed amante del calcio, frattanto, posso solo augurarmi che la cessione si perfezioni a giorni, sperando che tutta questa vicenda diventi soltanto oggetto di studio per giuristi sportivi, e niente di più.

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