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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Napule é… larghi sorrisi e fiato sul collo

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“Il sorriso”, ha scritto Phyllis Diller, “è la curva che raddrizza tutto”.

E’ forse per questo che – dopo aver vinto senza subire gol la seconda trasferta di fila ed aver sconfitto in una settimana Milan e Roma – il massimo comune denominatore degli uomini in albiceleste e dell’allenatore in panchina ha preso la forma d’un’espressione felice su un volto disteso, dolcemente accarezzato dalle mani d’un attaccante, Dries Mertens, capace di deciderla in sette minuti a cavallo della prima mezz’ora.

Roma-Napoli è la prova provata che con tutti i suoi effettivi, Gattuso ha una squadra che può vincere e convincere contro chiunque.

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Specie quando l’avversario è pieno zeppo di giocatori confusi dietro e senza idee davanti.

Abituati a pensare sempre a quel che viene dopo, però, è bene che i giocatori azzurri non riflettano su quel che quest’anno sarebbe potuto accadere affrontando con piglio diverso almeno un terzo delle partite giocate sinora.

All’Olimpico di Roma sono stati decisivi i due gol di Mertens e le buone prestazioni di Koulibaly (al netto di un paio di sbavature), Fabian Ruiz (che pare aver finalmente preso in mano il centrocampo), Politano, Hysaj e Demme.

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Il fuoriclasse in campo, però, è apparso ancora una volta Piotr Zielinski, giocatore da PlayStation e dominante in ogni giocata.

Finalmente anche un confronto sul piano tattico in panchina vinto nettamente dal tecnico del Napoli, capace di raddoppiare sempre le uniche armi avversarie, rappresentate dalla velocità di Spinazzola ed i piedi educati di Pellegrini, azzerando sostanzialmente qualsivoglia rischio difensivo ed imbrigliando ogni idea di gioco avversaria.

A fine partita tanti sorrisi sui volti dei ragazzi in albiceleste, coscienti d’aver conquistato tre punti importanti per provare a rientrare tra le prime quattro.

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Comincia adesso l’ultima fase d’un campionato strano, gravissimo sarebbe non sfruttare al massimo una ritrovata unità ed una bella alternativa nei ruoli.

Il rientro di Lozano può dare nuova vivacità davanti, dove Victor Osimhen deve trovare più minuti ed intelligenza tattica abbandonando reazioni improvvise da cartellini facili.

La vittoria con la Roma, in ogni caso, comincia da dove era finita quella col Milan, vale a dire con una grande gara a centrocampo. Il dinamismo d’uno straordinario Diego Demme dà sicurezza a Fabian Ruiz, diventato finalmente l’ago della bilancia del settore nevralgico, capace di trovare col piede sinistro la verticalizzazione ed il lancio giusto a premiare lo scatto alternato di Politano ed Insigne.

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Si arriva alla sosta col morale alto e la testa un po’ più libera.

Fino ad una decina di giorni or sono, tutti si chiedevano cosa sarebbe successo se il Napoli avesse perso le due delicate trasferte (che originariamente erano tre) nel momento più decisivo. Ognuno s’è sentito il diritto di dire la sua su allenatore, squadra e risultati.

I sei punti in più in classifica ed i zero gol subiti meriterebbero tutt’altra analisi, ma – prima di tutto – conducono ad una rinnovata certezza: potendo contare su tutta la rosa, il Napoli può davvero sorridere e non temere nessuno.

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Il fiato sul collo su Juventus, Atalanta e Milan, che poteva sembrare utopia fantastica, assume dunque i contorni d’una bella realtà.

E sui volti stanno finalmente bene i sorrisi, larghi e convincenti come quelli di chi sa che, per chi ha il coraggio di crederci, il meglio deve ancora venire.

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