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IL PUNTO – Giro di boa

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Nelle gare nautiche il giro di boa sta ad indicare la virata a 180° che le imbarcazioni effettuano a metà percorso per poter tornare indietro e varcare la linea del traguardo. Ma oggi non vi parlerò di vela né tantomeno del famoso romanzo di Camilleri incentrato sulle vicende del commissario Montalbano. Come sempre la protagonista dei miei “racconti” è la Serie A. Ed il giro di boa non può non essere la giornata che sancisce l’inizio del girone di ritorno. Tra le sette sorelle sono in sei a vincere. Milan, Inter, Roma, Juventus, Napoli e Lazio, a quest’ultima tocca vestire i panni della sorellastra cattiva nella vittoria esterna sull’Atalanta.

In vetta quindi non cambia nulla, i rossoneri comandano e tutte le altre dietro. Sette squadre in 10 punti per quello che si dimostra – giornata dopo giornata – uno dei campionati più avvincenti e combattuti degli ultimi anni. Almeno per il numero di squadre coinvolte per la vetta. Tralasciando Roma e Napoli che sono andate a tanto così dal titolo vinto poi dalla Juventus, era da tempo che non si vedeva una bagarre così accesa per la vetta. E soprattutto era da tanto che non si vedevano 7 squadre darsele di santa ragione e superarsi a vicenda ogni giornata. Oggi sei in zona Champions, domani puoi trovarti in zona Europa League e il giorno dopo ancora a lottare per il titolo.

Quest’anno va così. I due estremi. O resti lì a galla a lottare per la vetta o rischi di restare fuori dall’Europa. Di strappi all’orizzonte, intanto, neanche l’ombra. Ci prova il Milan ogni maledetta domenica, ma appena riesce ad allungare viene presa per le caviglie e tirata giù. Per il momento si consola con il “titolo” di campione d’inverno, per quello che può contare.

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Difficile per ora fare una griglia di arrivo. Le più accreditate per il podio sembrano essere Milan, per la particolare annata che sta vivendo e l’ambiente da vecchi fasti che si è venuto a creare, Inter e Juventus per la rosa a disposizione. I bianconeri, in realtà, anche per l’abitudine a respirare ad alte quote senza successivi mancamenti. Poi dietro via via tutte le altre.

Ma le sorprese quest’anno non sono soltanto dietro l’angolo, te le ritrovi proprio davanti – quasi a cadere dal cielo – mentre stai camminando. E allora se una delle inseguitrici dovesse trovarsi lì nelle ultime giornate – facciamo intorno alla 33° – chissà che non possa provare l’ebbrezza della spinta del vento.

D’altronde il calcio è un po’ come la vela, le imbarcazioni come le squadre. C’è chi fatica di più, chi meno. C’è chi va di bolina, chi di traverso, chi di lasco e chi riesce ad avere il vento in poppa. Alla fine quello che conta è mettere la prua davanti a quella di tutte le altre. Chi ci riesce piglia tutto: titolo, gloria e gioie altrui. Chi sarà quindi l’Emirates Team New Zealand di questa nostra America’s Cup? Lo scopriremo solo navigando.

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