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ANGOLO MILAN – Ibra perde la testa e il Milan va fuori

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Tre gol, una quasi rissa fra due colossi e sostituzione dell’arbitro che si è stirato il bicipite femorale. È il derby di Milano e la sobrietà rimane fuori anche in tempo di Covid.

Le formazioni sono ovviamente riviste. Pioli e Conte ne hanno cambiati cinque. Rientra Leao, Saelemaekers al posto di Castillejo, Meitè al posto di Tonali, Dalot al posto di Calabria e Tatarusanu, forse il migliore in campo, al posto di Capitan Donnarumma. Conte mette Sanchez al posto di Lautaro, Bastoni e Kolarov dietro, Perisic e Darmian sulle fasce. Tanti impegni, calendario fitto e, con il Covid sempre in agguato, non ci si possono prendere dei rischi con leggerezza.

Più ci si avvicinerà alla fine del campionato e più gli errori saranno pesanti. E cominciare a farne a gennaio non è proprio un buon segno.

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La partita non offre particolare brio e il momento che cambia tutto arriva col gol di Ibra su assist di Meitè. Sale l’agonismo. Grande pressing di entrambe le squadre, grande corsa, aggressività in aumento. Tipo previsioni del meteo, col momento delle precipitazioni intense. Perché le precipitazioni arrivano. Come quelle che inondano l’India nella stagione dei Monsoni.

Verso la fine del primo tempo, un fallo di Romagnoli su Lukaku viene rimarcato un po’ troppo dal belga. E allora ci si mette di mezzo Ibrahimovic. Forse scontando un po’ di ruggine fra i due dai tempi del Manchester United. Non se le mandano a dire e sono talmente grossi che quando si ritrovano testa a testa, dal canale meteo siamo passati subito a National Geographic channel. I documentari che fanno vedere i bufali gareggiare per il dominio sul branco. O alci con corna grandi un metro lottare per l’accoppiamento. Ecco, se i due colossi fossero arrivati a qualcosa di più che il testa a testa, penso avremmo scoperto fenomeni della scienza che nemmeno Einstein. I compagni di squadra provavano a separarli con le scale, gli elicotteri. Per un secondo è sembrato che Biden avesse vacillato se far intervenire le porta-aerei USA nel Mar Adriatico.

Si va negli spogliatoi e il peggio sembra essere passato. Per l’Inter sarà così, per il Milan no. Anzi. Dopo un quarto d’ora dall’inizio, Ibrahimovic, già ammonito per la rissa, viene ammonito per la seconda volta per un fallo su Kolarov e qui le piogge per il Milan si trasformano nel diluvio di Noè. Acqua da tutte le parti. A tenerlo a galla è un magnifico Tatarusanu, che si oppone a tutto l’opponibile con almeno quattro interventi decisivi soltanto nel secondo tempo.

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L’Inter con un uomo in più diventa presto padrona totale del campo e prima pareggia, con un giusto rigore concesso per un intervento scomposto di Leao su Barella, poi all’ultimo minuto trova la rete del vantaggio con una punizione perfetta di Eriksen, che segna il suo primo gol della stagione.

Inter-Milan 2-1 e nerazzurri avanti. Chissà che per il Milan non sia stato meglio perdere questa coppa usando questo incidente di percorso per temprare bene i nervi, riaccendere i motori e farsi trovare cattivi nelle prossime tre partite decisive.

Un piccolo appunto va comunque fatto. Troppo facile parlare solo bene, smussare i contrasti, cercare sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno. Ogni tanto quel bicchiere è anche mezzo vuoto.

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E allora, caro Signor Ibrahimovic, la prossima volta, dall’alto della sua classe immensa e della sua età da veterano, resista all’irrefrenabile tentazione di fare rissa sempre con qualcuno. Portiamo a casa il risultato. Giusto sabato scorso lei stesso rimproverava l’inesperienza dei suoi giovani compagni di squadra. Oggi dovrebbe rimproverare la sua. Se deve essere una guida, lo deve essere quando serve e quando i nervi sono fragili. Troppo facile essere leader quando si vince.

Non voglio immaginare cosa sarà il derby di campionato fra poco.

In ogni caso, è bello essere milanisti.

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