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ESCLUSIVA #LBDV – Altobelli ‘#ACasaConVlad’: “Messi vuole Lautaro al Barça? Magari può andare lui all’Inter”

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Ospite d’eccezione oggi nel corso di ‘#ACasaConVlad’ è Alessandro ‘Spillo‘ Altobelli, ex attaccante dell’Inter, tra le altre, e Campione del Mondo a Spagna ‘82.

Come tutti gli italiani e le persone che amano il calcio, sarei contento qualora dovesse riaprire il campionato. Tuttavia, nello stesso tempo, ci deve essere la sicurezza al primo posto”. Questo è quanto dichiarato da Altobelli, che poi aggiunge: “Stare due o tre mesi senza calcio è dura. Sto vedendo in questi giorni le partite della Bundesliga e sto vedendo cosa significhi giocare a porte chiuse. Non è facile, ma rimane pur sempre calcio”.

Sui suoi inizi tra Sonnino ed il salto al Brescia: “A Sonnino non c’era nemmeno un campo sportivo. Un barbiere del Paese mise su una rappresentativa locale, e così ho iniziato a giocare al calcio. Poi sono passato a Latina, dove ho fatto un anno di Juniores per passare successivamente alla prima squadra. Quella Serie C e quel girone in cui c’erano le squadre del sud erano davvero toste. Quell’esperienza mi permise di andare a Brescia, dove ho fatto tre anni di B”.

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L’incontro con mister Angelillo: “Ho fatto una stagione e mezza con lui. Mi ha fatto capire cosa significhi fare l’attaccante e sapeva dirmi le cose giuste nei momenti giusti. Avevo tanta voglia di mettermi in mostra; per me era importante anche il semplice allenamento”.

Questa sua “fame” lo porta alla chiamata dell’Inter: “E’ sempre stata la squadra del mio cuore, ed andare lì è stato un sogno realizzato. Bersellini era molto scettico, in quanto dovevo sostituire Boninsegna. Il mister ha lavorato tanto su di me, mi ha fatto crescere e per questo lo ringrazierò sempre. Mi sono trovato a condividere la stanza con Giacinto Facchetti: un’emozione fantastica”.

Su Beccalossi: “L’Italia era piena di giocatori straordinari. Evaristo era uno di questi. Ne ho visti pochi forti come lui in Italia e nell’Inter. In Nazionale c’era Bearzot che aveva le sue idee e prediligeva Antognoni. Ma ciò non toglie che sia stato un fuoriclasse”.

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Sull’ “apertura delle frontiere” a cavallo degli anni ’80: “Sicuramente a noi dell’Inter ci ha rovinato. Eravamo una squadra quadrata. Con quella riforma, le altre si rinforzarono con grandi campioni ed il gap si ridusse. Questi stranieri hanno imparato molto dal nostro campionato e viceversa. Da noi arrivò Rummenigge, un uomo immenso e con molta umiltà, nonostante i trionfi nelle fila del Bayern Monaco”.

Tante soddisfazioni in Nazionale per Altobelli: “Ho avuto la gioia del mondiale dell’82, ma nel complesso ho fatto due Campionati del Mondo e due Europei, riuscendo a lasciare sempre il segno”.

Sull’Europeo dell’ottanta: “Non andammo in finale perchè non riuscimmo a superare il Belgio: si coprivano bene e non riuscivamo a sfondare”.

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Sul trionfo di Spagna ’82: “Inizialmente non facemmo bene: ci qualificammo per un gol sostanzialmente. Poi con l’Argentina ed il Brasile facemmo delle partite straordinarie: in quei match, in particolare contro i verdeoro, non avevamo nulla da perdere e questo fu un grande vantaggio per noi. Con quel successo a Madrid abbiamo dato tanto al nostro Paese e a tutti gli italiani che vivevano all’estero”.

Non andò ugualmente bene la spedizione a Messico ’86: “Il gruppo per gran parte era riconfermato, e Bearzot si affidò al blocco di quattro anni prima. Pareggiammo 1-1 con la Bulgaria, e quella era una partita da vincere, facemmo lo stesso risultato con l’Argentina, che poi diventò campione del mondo, e perdemmo contro la Francia, dove pagammo un po’ lo scotto fisico. Quella delusione mi portò quasi al ritiro dalla Nazionale, tuttavia Vicini, che subentrò a Bearzot, mi convinse a far parte del suo progetto e diedi una mano per la qualificazione agli Europei dell’88″.

Sul passaggio alla Juventus. “Ad un certo punto fu chiaro che all’Inter non mi volevano più, tant’è che strappai il contratto davanti a presidente ed allenatore. Mi sentivo di troppo. Al ritorno dagli Europei ’88 mi chiamò Boniperti che mi diede la possibilità di ritornare a giocare, quindi non è che sia andato direttamente lì. Su certi aspetti i tifosi devono essere più comprensivi e non ascoltare un’unica versione”.

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Sul ritorno a Brescia: “Fui ad un passo dall’Ascoli quell’anno, anche in segno di riconoscenza per Bersellini. Alla fine non se ne fece nulla e così ritornai a Brescia dove trovai un gruppo interessante. Mi accolsero con entusiasmo e diedi tutto il mio apporto. Ancora oggi siamo in contatto ed era proprio come una famiglia”.

Altobelli in questi anni ha la possibilità di guardare più da vicino il Qatar, Paese che nel 2022 ospiterà i Campionati del Mondo: “È un posto magnifico e che si è attrezzato alla grande in poco tempo. Credo che la gente ricorderà questo mondiale per l’organizzazione che quel Paese dimostrerà in quell’evento”.

Infine, una considerazione su Lautaro: “È un buon calciatore, ha tutti i mezzi per poter diventare un campione. Mi auguro rimanga un altro anno per essere più pronto al salto. Messi vuole giocare con lui? L’Inter oggi è una società facoltosa e si può permettere certe cifre: se vuole giocare con Lautaro, che venisse lui a giocare nel campionato Italiano (ride, ndr.)”.

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