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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Rimescolare le carte

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Perin Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus ottiene una squillante vittoria per 3 a 0 in casa del Genoa.
E, anche se gli avversari di giornata non costituivano un test molto impegnativo, la prestazione degli uomini di Thiago Motta è confortante.
Dopo tre pareggi consecutivi a reti bianche c’era il bisogno di mettere in vetrina, oltre alla conclamata solidità difensiva, anche un reparto avanzato in grado di produrre reti.
Il tecnico italo-brasiliano, celebre per i suoi frequenti avvicendamenti alla ricerca della formazione migliore, non si è di certo risparmiato pur di far cambiare passo alla sua squadra.
Tra i pali si rivede l’ex di turno Mattia Perin. In difesa rispunta il redivivo Danilo, con tanto di fascia al braccio, ed esordisce il giovane terzino Rouhi.
E a centrocampo un  Fagioli  in cerca di riscatto dirige le operazioni in attesa di “Godot” Douglas Luiz. In avanti, invece, è sempre Dusan Vlahovic ad andare all’assalto della porta dei padroni di casa. Il turn over previsto per gli altri a lui non si applica.
Rimescolare le carte, ma con giudizio.

Astinenza da gol

Il ragazzo serbo è sempre al centro della scena, anche suo malgrado. Il suo è il destino dei bomber di razza: se la butti dentro sei il migliore di tutti, in caso contrario l’ultimo dei brocchi.
E l’assenza prolungata dal tabellino dei marcatori aveva avuto degli effetti devastanti sul suo rendimento. I sintomi di astinenza da gol erano palesi: nervi scoperti, ansia a mille, difficoltà a fare le cose più semplici.
Il suo mister l’aveva sempre difeso a spada tratta ogni critica, non si può deprezzare un giocatore come lui confinandolo in panchina dopo una prestazione opaca. Ma neanche gli si poteva permettere di diventare un problema per i compagni.
Già la sostituzione forzata della settimana scorsa con Timothy Weah, uno che ha giocato da centravanti l’ultima volta ai tempi del college, era stata una pesante umiliazione. Lasciarlo fuori anche a Marassi sarebbe stato distruttivo per il suo morale.
Quindi, maglia numero nove della Juventus sulle spalle e licenza di andare a caccia di reti per recuperare autostima. Il suo primo tempo, cosi come quello degli altri, era anonimo. C’erano altri 45 minuti per cambiare le sorti dell’incontro.
E Rimescolare le carte.

Scambio di ruoli

Il fatto è che le fortune dei giocatori come lui dipendono, anche e soprattutto, dalla verve di chi gli gioca a fianco. Inutile avere a disposizione il più implacabile dei cannonieri se poi latitano quelli che dovrebbero saperlo innescare.
La società e il tecnico della Juventus puntano forte sul talento di Kenan Yildiz ma il giovanotto turco non ha ancora le spalle abbastanza larghe per farsi carico della squadra ad ogni incontro. In attesa che renda più frequenti i suoi lampi di classe la parte dell’illuminato ispiratore tocca a qualcun altro.
Uno come Teun Koopmeiners, ad esempio. Il Robocop olandese, sganciato da opprimenti compiti di copertura sulla fascia, si rivela letale quando può giostrare in posizione centrale, alle spalle del panzer di Belgrado. Una ingenuità difensiva del Genoa regala a Vlahovic il rigore che sblocca la partita ma il raddoppio è tutto merito dello spirito d’iniziativa del tulipano con la maglia numero otto.
Uno sguardo per individuarne la posizione, un lancio al contagiri per scatenare la sua furia in progressione, un pallone che arriva al momento giusto sul suo sinistro e il 2 a 0 è cosa fatta. Spesso basta invertire i fattori per arrivare all’obiettivo desiderato.
O rimescolare le carte.

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Partita chiusa

Entrambi, poi, potrebbero arrotondare il punteggio ma trovano sulla loro strada la traversa. Poco male, ci pensa il nuovo entrato. L’esterno portoghese Francisco Conceição sostituisce Nico Gonzalez e mette il suo timbro all’incontro.
Raccoglie un cross dell’altro figlio d’arte Khéphren Thuram e lo infila in rete. Un rotondo successo e un buon viatico al prossimo match di Champion’s League. A volte c’è bisogno di sperimentare strade nuove per arrivare al più classico dei risultati, la vittoria.
Si tratta di saper rimescolare le carte.

(Foto: Depositphotos)

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