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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Andante lento

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Mazzarri
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Con tante e rilevanti defezioni, il Napoli è andato all’Olimpico con molteplici dubbi ed un’unica certezza: quella di provare a migliorare la deficitaria posizione in classifica.

Un primo tempo in cui le due squadre si sono applicate moltissimo nel seguire i dettami dei propri allenatori, rimanendo assai corte e girando soprattutto la palla in orizzontale, con pochissime occasioni nelle quali tracce verticali hanno trovato pronti gli attaccanti, pressoché inoperosi.

Poche emozioni e tanta noia, con difficoltà per gli azzurri anche solo di avvicinarsi all’estremo difensore laziale ed alla sua area di rigore.

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Non è cambiato molto nella ripresa, con ciò certificando la volontà dei giocatori in campo (e forse anche dei due allenatori) di prendere almeno un punto, inutile per la classifica ma almeno sufficiente (forse) per l’undici laziale a trascorrere qualche giorno senza troppi assilli.

Diverso sarà per gli azzurri, perché trentadue punti dopo ventuno partite non possono rasserenare nessuno, con società, allenatore e giocatori per forza di cose chiamati ad inventarsi qualcosa per quel che verrà da adesso in poi.

Il Napoli ha finito la partita avendo in campo Ostigard, Mazzocchi, Gaetano, Dendoncker, Lindstrom e Ngonge, calciatori che negli ultimi anni avrebbero faticato (tutti, tranne forse l’ultimo) a sedere anche solo in panchina.

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È il segno dei tempi, la cifra più significativa di un presente che pone più di un interrogativo nella testa di chi è ancora abbagliato dalla luce accecante della stagione appena trascorsa.

Se prima si entrava nel rettangolo verde ad imporre il proprio gioco, affrontando ogni match col piglio dei primi della classe, oggi si pensa innanzitutto a non prenderle, scommettendo su una giocata del singolo o un errore avversario per provare a mettere in una diversa direzione il match.

Se fosse un tempo musicale sarebbe un “andante lento”: adagio e poco allegro, senza brio e con moto appena sufficiente a fare un inutile punticino in classifica.

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È però una squadra di calcio, che dopo aver così tanto arrancato, dovrebbe cominciare a correre senza fermarsi.

Così rimaneggiati forse non si poteva far meglio. O invece sì, chissà.

Un dubbio, l’ennesimo, che si aggiunge a tutti gli altri e perpetua gli interrogativi di una stagione ed una gestione che probabilmente sarà meglio giudicare solo alla fine.

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