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Napoli – Inter: Nessun alibi ma equità si!

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Mazzarri
Tempo di lettura: 2 minuti

A mente più fredda.

Ieri il Napoli ha giocato male, malissimo. Male, malissimo, però, per gli standard del nostro pubblico fin dal tempo di Benitez, del pubblico del Barcellona o del City, male per chi intenda il calcio fatto di dominio del campo e possesso costante del pallone.
Che mi dica che abbiamo giocato male gente che da anni va avanti col 3-5-2 e le ripartenze, francamente è ridicolo.
Ieri il Napoli ha giocato come oggi può giocare e sì, è vero, ha fatto un solo tiro in porta: casualmente, però, quel tiro ha prodotto l’unica parata degna di nota della serata, visto che gli interisti non hanno mai, nelle occasioni più significative, centrato la porta.
Vorrei far notare che, fino a poche giornate fa, il Napoli era la squadra di Serie A che faceva più tiri in porta: siccome però questi tiri beccavano spesso le quaglie, eravamo sesti o settimi in classifica.
Che facciamo, all’Inter diamo un goal ogni tre tiri fuori dallo specchio? Almeno questo, Marotta ce lo risparmi.

Il Napoli Campione d’Italia, ci dicono, non può giocare così.

Il Napoli che? Del centrocampo che ha incantato l’Italia e l’Europa, ieri mancavano Anguissa e Zielinski, e accanto al povero Lobo c’erano un calciatore salvatosi all’ultima giornata a Salerno, Cajuste che manco so da dove venga e una riserva fissa della scorsa stagione. In difesa, da mesi, gioca titolare la terza o quarta scelta dello scorso campionato e, per non farci mancare nulla, il capocannoniere degli Inavvicinabili se ne sta a correre per i prati d’Africa.
Contro questa squadra, l’Inter ha vinto al 91esimo, al termine di una partita brutta, noiosa, che una squadra forte avrebbe chiuso molto prima.

Questione Rapuano, ma velocemente.

Qua nessuno vuole cercare alibi per una squadra che ha fatto pure più di quanto avrebbe potuto.
Semplicemente, se un calciatore entra a forbice da dietro, che sia il primo o il quinto o il novantesimo minuto, il regolamento impone il giallo.
Se un calciatore arriva in ritardo sull’uomo a centrocampo e lo fa volare con un fallo, è giallo; se un calciatore, dopo questi due interventi prende un’ammonizione (ma solo perché un attimo prima ne era stata comminata una agli avversari, ovviamente al primo intervento scorretto), questo calciatore deve essere espulso. Chala andava espulso, non ammetterlo significa essere o incompetenti o disonesti: a voi la scelta.
Tutto qua, il resto è ormai storia di una finale vinta da una squadra normale contro una squadra che è l’ombra di se stessa: e di 8 milioni che forse servivano per salvare un altro brand.
Occhio, però, perché pure quello della Ferragni è un brand…
(Foto: DepositPhotos)

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