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ANGOLO NAPOLI – Nervi tesi e reti bianche

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Mazzarri
Tempo di lettura: 2 minuti

Da maggio a dicembre 2023 sono passati appena otto mesi con un’estate di mezzo, ma – a guardare la classifica ed a leggere i giornali, gironzolando sul web – parrebbe un secolo.

Confusione e disordine regnano sovrani, con una condizione fisica deficitaria ed una mancanza di fiducia che si coglie al volo e quasi si respira nell’aria.

La penultima giornata del girone d’andata era alla vigilia occasione da non perdere per riprendere contatto con i tre punti, ma la squadra di Mazzarri non ha mai dato la reale sensazione di poter far suo agevolmente il match.

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Inizio partita sfrontato da parte del Monza, consapevole della difficoltà del Napoli attuale di imporre ritmo, pressing, gioco e presenza offensiva.

Un atteggiamento senza dubbio preparato in settimana da Palladino per amplificare la scarsa qualità di gioco degli azzurri in formato autunno/inverno 2023. Davvero poca cosa la squadra azzurra nel primo tempo, con gli unici due squilli arrivati grazie ad un buon inserimento di Anguissa e ad una rara iniziativa individuale di Kvaratskhelia.

Marcature strette, fallo sistematico a centrocampo e distanze ridotte tra reparti. Il Monza venuto al Maradona ha applicato alla lettera la regola aurea di chi vuole innanzitutto non prenderle, senza disdegnare rare incursioni offensive.

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Nel mezzo poi di una ripresa dove il Napoli ha preso via via sempre più campo, all’improvviso una ribattuta in aerea con braccio troppo largo ha dato ai brianzoli l’occasione migliore dagli undici metri.

L’errore dal dischetto di Pessina, che ha facilitato la comoda parata di Meret, ha dato il via a venti minuti finali in cui neppure i cambi effettuati hanno dato gli esiti sperati.

Male Raspadori, malissimo Lindstrom, inesistente Zerbin, impalpabili quasi tutti gli altri.

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Tanta voglia del numero 77 georgiano, ma ancora una volta grave errore sotto porta e poca efficacia in area di rigore avversaria.

Inspiegabile, su tutte, la scelta tecnico/tattica di tenere Simeone in panchina fin quasi al novantesimo.

L’anno che ha regalato uno scudetto atteso per oltre tre decenni si chiude con un pareggio a reti bianche, triste e desolante. 

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E’ un momento complicato per la gestione dello spogliatoio, ma anche per il tempo che verrà. 

Difficile accettare la sofferenza nel far gol soprattutto in casa e l’involuzione psico-fisica dell’intera rosa.

Tant’è, però.

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Così è, se vi pare.

Si intervenga subito.

Chi può farlo, agisca.

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Coi nervi tesi si finisce – quando va bene – a reti bianche.

Ed il tricolore scucito sul petto già a Natale rischia davvero di perdere anche la genuinità e la bellezza che dovrebbe provare a sfoggiarsi in ogni dove.

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