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PREPARTITA SALERNITANA – Serrare i ranghi e tornare a combattere

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Fischio D'inizio Salernitana
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Cosa fatta, capo ha“. In soldoni, una cosa fatta non può essere disfatta, cioè che riesce al suo capo, al suo effetto. Frase che secondo testimonianze storiche, sarebbe stata pronunciata da Mosca dei Lamberti per indurre gli esitanti Amidei e consorti a vendicarsi di Buondelmonte, uccidendolo. Vendetta che fu causa della divisione tra i cittadini di Firenze, e dalla quale avrebbe avuto origine la divisione tra Guelfi e Ghibellini. Una frase ancora usata oggi per tagliar corto a eccessive titubanze o a inutili discussioni su cose ormai accadute.

Di analogie, in merito a questa frase, con l’ambiente salernitano sembrano essercene a iosa. Di ulteriori spaccature e divisioni derivanti dall’esonero di Sousa se ne registrano diverse. Tra i “Guelfi”, che ancora si interrogano sulle effettive responsabilità del tecnico portoghese e il relativo ingiusto allontanamento, e i “Ghibellini” che ne chiedevano la testa già da diverse settimane.

Diatribe a parte, e opinioni più o meno condivisibili, quest’oggi partirà ufficialmente l’era Inzaghi. Un tecnico voglioso e intraprendente, chiamato a dare la scossa ad un gruppo andato via via appiattendosi senza un vero perché. A lui il compito di risollevare le sorti del Cavalluccio, ancora a secco di vittorie dopo otto gare di campionato. E quale migliore occasione, verrebbe da dire, se non contro l’attuale fanalino di coda. Ma quando si scende in campo, spesso a volentieri, le motivazioni azzerano qualsiasi valore reale o presunto.

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Il Cagliari, seppur in difficoltà, è guidato da un allenatore fin troppo esperto e capace di imprese impossibili. Sottovalutare una gara che ha già il sapore del dentro o fuori sarebbe, dunque, un errore da peccato originale.

Per fronteggiare la minaccia “Casteddu”, Pippo Inzaghi dovrebbe schierare i suoi con un più equilibrato 4-3-3. In porta Ochoa. Difesa, da destra a sinistra, con Mazzocchi, Gyomber, Pirola e Bradaric. La linea di centrocampo, salvo sorprese, sarà formata da Bohinen al centro, con ai lati Martegani e il rientrante Lassana Coulibaly. In avanti Candreva, chiamato a svariare su tutto il fronte d’attacco, a supporto di Dia e Cabral.

A supporto dei granata, circa 16mila tifosi. Non certo il pubblico delle grandi occasioni, considerando le potenzialità della piazza e un orario e un giorno finalmente “cristiano”. Ma comunque, poco male. Chi non ci crede, è giusto che rimanga comodamente seduto in poltrona. Al netto di strafalcioni, tecnici e dirigenziali, oggi ci sarà da combattere come, anzi, più di “ogni maledetta domenica”. E potrà farlo solo chi se la sente.

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