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Juventus, nell’inferno di cristallo di Paul Pogba

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Pogba Francia
Tempo di lettura: 3 minuti

Nell’inferno di cristallo di Paul Pogba.

Come un facile tiro da due a basket mancato. Un gol a porta vuota, nel calcio, fallito.

Come l’ultimo lancio decisivo, nel baseball, non riuscito. Mai dare niente per scontato! L’inferno di cristallo del fisico di Paul Pogba non si spegne, le fiamme delle sue noie muscolari non si estinguono. Sembrava poter essere tutto più semplice e automatico, ma non è così. Se non fosse per gli 8 milioni di euro netti a stagione che escono, la Juventus neanche avvertirebbe la sua presenza alla Continassa.

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I suoi reiterati problemi fisici non gli hanno consentito, fin qui, di dare l’apporto che tutti si aspettavano da lui, dal suo ritorno ad oggi in patria bianconera. Ed anche nella terza di campionato, contro l’Empoli, l’incidente di percorso che t’aspetti, ormai all’ordine del giorno, ma che non t’aspetteresti mai dopo quasi 4 mesi di pausa.

Venti minuti dopo il suo ingresso, infatti, nel tentativo di recuperare palla, rallenta, si tocca la gamba destra, si ferma. Poi riparte, restando in campo fino alla fine, ma non sembra capire che non è il caso di forzare i movimenti.

La personalità rimane anche in quei minuti finali, ma dalla grinta passa alla normale amministrazione quasi senza correre, quasi senza muoversi. Fortuna che sono state escluse lesioni muscolari.

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E’ stato solo un “lieve sovraccarico a carico del muscolo semimembranoso della coscia destra”.

SI CERCANO SOSPIRI DI SOLLIEVO DA TIRARE

 Ma di certo sospiri di sollievo, in questo momento, non se ne possono tirare rispetto ad un centrocampista dalla classe innata e dal talento puro che, ormai, appare come un motore inceppato.

Purtroppo, a soli 30 anni, Pogba rischia davvero di dover fare i conti con un fisico che non gli consente più di allenarsi e giocare con una certa continuità. In un crescendo rossiniano drammatico, dall’ultimo anno nel Manchester United al primo del ritorno alla Juve, ha dovuto fare i conti con uno stop forzato di 242 giorni in più.

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Due anni devastanti, passati per una stagione 2020/2021 meno traumatica, preceduti però dalla precedente che già segnava il passo rispetto ai guai fisici con ben 293 giorni di assenza dai campi di gioco. Nel maggio scorso tornò titolare nella Juve dopo 13 mesi, per la gioia di tutti i tifosi e degli amanti del calcio, contro una Cremonese a caccia di punti-salvezza. Anche in quella situazione, la sua partita durò 22′ minuti.

Il quadricipite sinistro di appoggio non resse dopo un lancio. Partita finita e lacrime come se piovesse. Le sue, amare; le nostre, amanti del football e soprattutto delle ex giovani promesse i cui sogni giocati sono andati in frantumi, esterrefatte.

Per una qualità infinita che, piano piano, sta venendo meno. Per un giovane che meritava un riscatto decisivo in campo, soprattutto perché 7 anni fa il francese era considerato uno dei migliori centrocampisti al mondo. Sostanza e classe, quantità e qualità raffigurati da prestazioni artistiche e gol da cineteca. Nella nazionale francese, durante anni di certo non esaltanti a Manchester (funestata da altri infortuni), la riscossa c’era stata e con essa il ricordo dello straordinario calciatore ammirato a 21 anni con la maglia della Juventus.

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Ricordi che sembra non potranno tornare più. Prenderlo da svincolato è stata un’operazione colossale per i bianconeri. Ma, da colosso, si sta sbriciolando, un fastidio muscolare dopo l’altro.

Con il processo di calo evidentemente già iniziato negli anni con i Red Devils.

P.S. – Perché intitolare una rubrica “Autogrill”? Immaginate di trascorrere là un’intera giornata: in 24 ore quante storie vedreste e ascoltereste? Quante persone incontrereste e osservereste? Quanti gesti, parole e situazioni, che rimandano a luoghi vissuti da tanti altri volti? E’ quello che si proporrà di fare questa rubrica: approfondire, dal campo o fuori dal campo, delle storie che si conoscono e rilanciare delle storie che si conoscono poco. Raccogliere respiri di vita, attimi di condivisione, istanti dove cogliere l’essenziale nei particolari, briciole di esistenze in un luogo sì preciso ma di passaggio. Come in un autogrill, appunto, un luogo in cui tutti passano per un minuto o per un’ora, un luogo dove s’incrociano casualmente esistenze, incontri ed emozioni….

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(Foto: DepositPhotos)

 

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