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Angolo del tifoso

ANGOLO MILAN – Il Milan dei Trasformers

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Davanti a settantaduemila persone, con una temperatura precipitata di quindici gradi in 24 ore, Il Milan ha vinto, in scioltezza, la prima in casa, contro il Torino allenato da Juric. La prestazione è stata talmente ben giocata, senza sbavature, imperfezioni e dimostrando sempre tanta pericolosità, che ricordando i balbettii della scorsa stagione, parevano giocassero dei Transformers. Una maggiore fluidità di gioco, una padronanza già buona di tempi di inserimento e ripiegamenti in difesa. Una fisicità determinante in mezzo al campo. Trasformazione vera rispetto alla squadra scollata, senza idee, senza spunti, senza cattiveria vista nella seconda parte della stagione scorsa.

Primo Tempo

La formazione è quella titolare. Maignan fra i pali, Calabria a destra, Thiaw e Tomori centrali, Theo Hernandez a sinistra, centrocampo a tre con Krunic, Reijnders e Loftus-Cheek e davanti Leao Giroud e Pulisic. L’impatto con San Siro è importante fin da subito, il Milan è compatto, aggressivo e spesso pericoloso in avanti. Già nei primi minuti il Torino fatica a contenere le sfuriate rossonere, che nei primi tre minuti trovano due volte terreno fertile dalle parti di Leão, a cui però manca il guizzo giusto. Cosa sarebbe questo portoghese alto 1.90cm con una coscia larga quanto il collo di un toro, se avesse nelle vene, nel suo modo di giocare e forse di intendere il calcio, un po’ più di cattiveria sotto porta, non possiamo saperlo noi comuni mortali. Qualcuno che vive il tempo futuro forse. Sicuramente sarebbe un attaccante, che per la sua totale capacità di essere decisivo, facendo segnare tanti gol ma segnandoli anche lui, degno di essere ricordato e affiancato ai Shevchenko, Weah, Kakà. Oggi, senza quella cattiveria, quella capacità di concretizzare le occasioni che capitano in una partita, come nei primi minuti col Torino, è un gradino sotto i mostri sacri. Basterebbe poco, uno sforzo minuscolo e forse un lavoro mirato.  Ancora Rafa al 5′ calcia di destro da fuori centralmente, mentre il primo squillo di Giroud arriva al 9′, una girata improvvisa fuori di poco. Dopo tanta produzione offensiva, ecco il gol del vantaggio al 33′: Pulisic apre la ripartenza servendo Loftus-Cheek, che elude con una finta Rodríguez e serve di nuovo l’11, che a porta sguarnita fa 1-0. Il pareggio ospite con Schuurs, che al 36′ approfitta di una palla vagante in area e la gira in rete per l’1-1. La produzione offensiva rossonera non si placa e produce un calcio di rigore, conquistato da Giroud per fallo di mano di Buongiorno (al VAR) e realizzato con precisione dallo stesso Oli: 2-1. Nel recupero della prima frazione, dalla catena di sinistra nasce una meraviglia: assist di Leão per Theo, che anticipa l’uscita di Milinković-Savić con un tocco sotto da applausi per il 3-1. Tocco sotto non rende bene. Troppo freddo. Troppo insignificante. Nel gergo di noi appassionati, quel tocco sotto si chiama “scavetto”. La punta della scarpa, scava sotto la palla quel pizzico che serve per farla salire sopra la spalla del portiere, totalmente fuori tempo. Un gol eccezionale. Assist millimetrico e conclusione da fuoriclasse di quello che è, oramai in pianta stabile, da tre anni, il miglior terzino della Serie A e fra i primi tre d’Europa.

Secondo tempo

Due grandi occasioni in apertura di ripresa per noi: prima Loftus-Cheek vince il duello di fisico con Ricci ma viene respinto dal portiere granata, poi Pulisic calcia alto di sinistro al termine di una bellissima combinazione con Rafa. Il 10 rossonero si conquista un calcio di rigore per un pestone di Schuurs, dal dischetto Giroud è di nuovo implacabile: al 65′ è 4-1 Milan! Diversi cambi dopo il quarto gol, primo assaggio di San Siro anche per Musah, Chukuweze e Okafor: i ritmi si abbassano per azzerare i rischi, i granata non si rendono più pericolosi mentre noi in ripartenza pungiamo ancora, con l’instancabile Pulisic e Reijnders. Il risultato non cambia più. Queste partite, non devono diventare motivo di eccessiva euforia, ma devono rallegrare perchè confermano la bontà del lavoro svolto quest’estate. Vendere un pezzo sacrificabile, ad un prezzo irripetibile e comprare i profili già individuati subito. Senza perdere tempo prezioso, che sarà poi impiegato dal mister, durante il ritiro estivo, per far inserire e far apprendere ai nuovi, i movimenti, inserimenti e ripiegamenti della fase d’attacco e della fase di difesa. Questo risparmio di tempo, oggi traduce il suo valore in campo. E si vede. E lo vedono anche gli avversari. San Siro applaude la prima stagionale e questo poker al Torino. Venerdì c’è la Roma. Una puntata già decisiva della stagione dei Trasformers rossoneri.

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