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La crisi non scalfisce il calcio e lo Sport System italiano: i dati

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Mancini Italia Nazionale
Tempo di lettura: 3 minuti
Anche se altri sport negli anni hanno fatto breccia nel cuore degli italiani, il nazionalpopolare resta uno ed uno soltanto. Il vecchio, malato, usurato calcio del Belpaese. Che a distanza di decenni non smette di esercitare il suo fascino.
Vero: i fasti di un tempo sono ormai lontani e la Serie A non è più il campionato europeo più ambito, superato dalla potentissima Premier e da altri campionati le cui squadre – in questi anni – hanno dominato la scena: il Real Madrid, il Barcellona, il Bayern Monaco per citarne solo tre tra le più seguite ed amate al mondo. A questo si aggiunga – per il sistema calcio italiano – due mancate partecipazioni ai mondiali di calcio, un movimento giovanile che fa fatica a sfornare i talenti con i ritmi dei tempi che furono dei Totti, Vieri e Del Piero, e di campionati minori – dalla B alla D – il cui appeal è in caduta libera anno dopo anno.
Eppure, il calcio professionistico vale in Italia oltre 10 miliardi con 112.000 posti di lavoro attivi. Praticamente uno degli asset principali dell’economia nazionale e del PIL. Il calcio professionistico, insomma, pesa. Merito dei club più rappresentativi, a cui in questi anni se ne sono aggiunti altri. A livello fiscale e contributivo, i dati del 2019 erano eloquenti: il 70% del fatturato di tutto lo sport italiano. La crisi Covid ha rallentato questo processo di parziale crescita, aprendo al crollo verticale di tutta la Serie A: i club si sono scoperti meno potenti e ricchi, altre realtà hanno fatto fatica a sopravvivere. Oggi la situazione non è tornata al punto pre-pandemico, ma è nettamente migliorata rispetto al passato. Nazionalpopolare, il calcio, e non a caso: è oggi lo sport più seguito in Italia, il più praticato, il più chiacchierato.
Dopo la pandemia, come evidenziato Gaming Report, tutto lo Sport System in Italia è in ripresa: il gettito è stato di 102 miliardi di euro, un contributo del 3,4% sul PIL e sulla filiera occupazionale, con 405.000 addetti ai lavori. Le società sportive sono 67.000, 10.000 le imprese produttrici, 9.500 le società gestione di impianti. Un sistema che comprende anche il betting, che nella filiera del gioco legale italiano è valso da solo nel 2022 il 13% del totale, con 16,5 miliardi di raccolta in scommesse. Certificazione di uno stato di salute a dir poco ottimale.
Non mancano sul sistema sportivo del Belpaese poi investimenti: quelli pubblici hanno toccato il milione, quelli privati circa otto, per un totale di ventun milioni di ricavi. Cosa questa che ha permesso anche di attutire le percosse dell’inflazione, cui ha fatto da contraltare un aumento di fatturato in termini di export: qui i ricavi sono aumentati del +16% rispetto alla stagione del Covid. Le nuove società sono in totale 500. Dati questi destinati a crescere nel prossimo futuro.
(Foto: DepositPhotos)

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