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NUMERO 14 – I sogni indicano la strada

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La squadra di calcio della scuola media Nankatsu sta disputando la finale del torneo nazionale interscolastico. L’avversario è la temibile Shutetsu, guidata dall’imbattibile portiere Genzo Wakabayashi. Tsubasa Taro, capitano e leader della Nankatsu, vuole restare in campo sino alla fine anche se menomato da un grave infortunio. Quella partita significa molto per lui, deve superare Wakabayashi ad ogni costo. Il portiere non è solo il suo rivale in campo ma anche in amore. Ha promesso di rinunciare ad Amy, la ragazza che sta a cuore ad entrambi, solo in caso di sconfitta. Tsubasa, segnando la rete che decide l’incontro, realizza i suoi desideri. Ha saputo resistere al dolore, ha vinto contro un avversario che credeva invincibile, ha capito chi vuole essere, ha tracciato il suo Destino. I sogni indicano la strada.

Magie su carta

E’ la trama di “Captain Tsubasa”, il breve racconto a fumetti pubblicato sulla rivista  giapponese “Weekly Shonen Jump” nel 1980, divenuto poi, nel tempo, il manga a tema sportivo più famoso al mondo, grazie soprattutto alla sua trasposizione animata, conosciuta in Italia come “Holly e Benji”. Il suo autore, il ventenne Yöichi Takahashi, si era innamorato del football ammirando le magie sul campo di Diego Maradona, vincitore della Coppa del Mondo Juniores, disputatasi proprio nel paese del Sol Levante l’anno precedente la pubblicazione. Completamente soggiogato dalle spettacolari evoluzioni dell’asso argentino aveva voluto riprodurle su carta, raccontando la storia di un ragazzino dotato di un straordinario talento naturale per il calcio. Il suo nome è Tsubasa Ozora (Oliver “Holly” Hutton) e la sua più grande aspirazione è andare in Brasile per diventare un giocatore professionista. I sogni indicano la strada.

Maestro ed amico

Tutto inizia con l’arrivo in Giappone di un uomo disperato. Si chiama Roberto Hongo (Roberto Sedinho) e, fino a pochi mesi prima, era il centravanti titolare della Nazionale brasiliana.  La sua carriera era stata bruscamente interrotta da un contrasto di gioco, uno scontro aereo con un avversario gli aveva procurato il distacco della retina di un occhio. Impossibile il recupero, il rischio di perdere completamente la vista era troppo alto. Roberto non era riuscito a superare il trauma dell’addio al calcio, finendo per abbandonarsi all’alcool e poi a tentare addirittura il suicidio. Salvato dall’altruismo del Capitano Ozora accetta di andare nel paese di origine del suo salvatore per consultare un famoso oculista nell’estremo tentativo di tornare all’attività agonistica. Il suo benefattore gli ha anche dato l’indirizzo di casa sua: si sdebiterà diventando l’allenatore personale di suo figlio Tsubasa. Sarà suo maestro e amico, gli sarà vicino nel suo percorso di avvicinamento al calcio professionistico. I sogni indicano la strada.

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La grande sfida

I due si incontrano per la prima volta vicino ad un campo di calcio. Tsubasa, appena giunto in una nuova città, ha sfidato l’idolo locale Genzo Wakabayashi (Benjamin “Benji” Price), un carismatico portiere con la fama di imbattibile. Roberto rimane immediatamente folgorato dalle grandi doti del ragazzino e gli si presenta a modo suo. Ritrova tutto l’entusiasmo di un tempo e, buttata a terra la fiaschetta di whisky, irrompe sul terreno di gioco per fornire a Tsubasa un formidabile assist che il ragazzo sfrutta per segnare una clamorosa rete al suo avversario. La spavalderia di Genzo si tramuta in rabbia: per la prima volta in vita sua ha incontrato qualcuno in grado di batterlo. Urla in faccia al nuovo arrivato la sua rabbia, si rivedranno presto al torneo tra le scuole. Solo allora stabiliranno chi è il migliore, al termine di una vera partita. Tsubasa è raggiante, Roberto pure. Il primo ha trovato il suo obiettivo, il secondo ha ritrovato se stesso. I sogni indicano la strada.

Il riscatto dei perdenti

Tsubasa si iscrive alla scuola Nankatsu, diretta concorrente della Shutetsu del rivale Genzo. La squadra di calcio dell’istituto, capitanata dall’imbranato Ryo Ishizaki (Bruce Harper) ha ormai perso ogni velleità agonistica, abituata com’è ad essere sommersa di reti dagli avversari in ogni partita. Il piccolo campione, spalleggiato dall’amico Roberto, reinventatosi allenatore, riesce a infondere nuovo entusiasmo nei suoi compagni, portandoli a cogliere un insperato pareggio nella finale del torneo delle scuole contro la temutissima Shutetsu. La sfida personale tra Genzo e Tsubasa viene vinta da quest’ultimo, capace di segnare ben due reti al rivale, di cui una con una spettacolare rovesciata da fuori area. Il portiere termina comunque l’incontro con onore: ha dimostrato tutto il suo valore e adesso è una persona migliore, senza la presunzione del recente passato. Adesso i due sono pronti per una nuova sfida: faranno parte entrambi della nuova squadra della città, con l’obiettivo di disputare il torneo nazionale. Roberto a promesso a Tsubasa che, in caso di vittoria, andrà con lui in Brasile per diventare un calciatore professionista. I sogni indicano la strada.

Il campione di cristallo

Assieme a loro due, nel nuovo team, ci sono un rinfrancato Ishizaki (ormai divenuto un affidabile terzino) e l’ala Taro Misaki (Tom Becker), un giocatore di talento destinato a diventare l’inseparabile partner d’attacco di Tsubasa. Ci sarà bisogno del contributo di tutti per affrontare un torneo cosi difficile. Ci sono molti promettenti calciatori in grado di contendere la vittoria a Tsubasa e i suoi compagni. Il più quotato di tutti è Jun Misugi (Julian Ross), capitano della Musashi, un centrocampista dotato di un fenomenale senso tattico e di una tecnica individuale fuori dal comune. Il suo unico limite, sconosciuto a tutti tranne che al suo allenatore, è un grave problema cardiaco che gli impedisce di giocare per più di 15 minuti a partita. Tuttavia il campione di cristallo non vuole mancare al confronto con un grande avversario come Tsubasa e decide di giocare l’intera semifinale contro la sua squadra. Si prenderà tutti i rischi del caso, il suo più grande desiderio è di sentirsi per almeno una volta un atleta vero, per tutti i novanta minuti dell’incontro. Tsubasa, ammirato dal suo coraggio, non riesce a sfoderare la sua classe sino agli ultimissimi secondi della partita, quando decide il match con un gran tiro dalla distanza.  Ma gli applausi del pubblico sono anche per Jun Misugi, il fuoriclasse che ha battuto persino la sua fragilità. I sogni indicano la strada.

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La tenacia paga

In finale, ad attenderlo, c’è Kojiro Hyuga (Mark Lenders), centravanti e capitano del Meiwa, uno che ha un motivo particolare per batterlo. Kojiro è orfano di padre, è costretto a fare vari lavori per aiutare sua madre a crescere dignitosamente i suoi tre fratelli. All’apparenza sembra un ragazzo autoritario ed arrogante, dotato di uno stile di gioco molto aggressivo. In realtà è una persona tenace, uno che non ha rinunciato all’idea di diventare un calciatore professionista nonostante le avversità. Due emissari della prestigiosa scuola privata Toho lo hanno notato e gli hanno proposto una borsa di studio per entrare nell’istituto, cosa che gli permetterebbe di studiare e continuare a giocare a calcio senza pesare sulla sua famiglia. L’unica condizione per essere ammesso è quella di vincere il torneo battendo Tsubasa, l’altro calciatore su cui la Toho ha messo gli occhi. E’ l’offerta che gli cambierebbe la vita, Kojiro non può fallire, non può dimostrarsi inferiore al rivale. Gioca una partita eccellente, riesce persino a fare due gol all’infallibile Wakabayashi ma è Tsubasa a spuntarla. Tuttavia la tenacia con cui ha inseguito il suo obiettivo ha conquistato i dirigenti della Toho. Sarà lui ad avere la borsa di studio, con grande gioia dei suoi familiari. I sogni indicano la strada.

L’ultima lezione di Roberto

Mentre sono ancora in corso i festeggiamenti della vittoria Roberto abbandona, da solo, lo stadio. Ha deciso di andare subito all’aeroporto e di ripartire per il Brasile, lasciando una lettera per  Tsubasa. Si congratula con il suo piccolo amico per la sua vittoria  e si scusa per non poter mantenere la sua promessa. Ha capito che non farebbe il suo bene portandolo cosi lontano dalla sua famiglia. E’ sicuro comunque che diventerà il campione di merita di essere anche senza il suo aiuto. Gli lascia i suoi saluti e un ultimo, preziosissimo consiglio. Per quanto Tsubasa abbia un enorme fiuto del gol non è giocando come centravanti che può esprimersi al massimo. Roberto gli consiglia di arretrare di qualche metro e occupare la posizione di regista, diventando il fulcro del gioco dell’intera squadra. Tsubasa, anche se con le lacrime agli occhi per l’addio del suo mentore, mette a frutto la sua ultima lezione e, giocando nel nuovo ruolo, riesce a guidare i suoi compagni alla vittoria di tre tornei nazionali consecutivi. La sua ricompensa è il tanto agognato volo per il Brasile dove potrà riabbracciare Roberto e diventare un calciatore. I sogni indicano la strada.

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