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Angolo del tifoso

ANGOLO SPEZIA – Carbone nella calza

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Tempo di lettura: 3 minuti

Il pendolo

Il campionato dello Spezia (e non solo) è un po’ come il pendolo di Schopenhauer. Così il piacere fugace, seppur intenso, di una vittoria, si trova proprio in mezzo. Tra il dolore per una nuova sconfitta e la noia per chi governa, in maniera sempre più improvvisata, questo calcio della  serie A. La vittoria insperata di Napoli aveva fatto sperare che il pendolo si potesse fermare al centro un po’ più a lungo, ma purtroppo col Verona non è stato così.

Falso nueve inefficace

Gli scaligeri si erano presentati con una lunga lista di assenze legate al Covid. Prima otto, poi nove, alla fine dieci. Quasi tutte superabili, però. Alla fine infatti, dei titolari mancavano solo Faraoni e il portiere Montipò. Lo Spezia, dal canto suo aveva finalmente avuto il piacere di inserire nel referto Verde, seppur in panchina, e Bourabia. Tuttavia le defezioni più gravi ai fini del risultato si riveleranno le due in attacco con Nzola e Manaj. Gli aquilotti provano la mossa del falso nueve con Agudelo, supportato dagli attaccanti a latere Strelec e Gyasi. Primo tempo a forti tinte giallobù, che per l’occasione giocano in maglia verde. La pressione alta dei veronesi mette in difficoltà lo stratagemma di usare Agudelo come attaccante centrale. I lanci lunghi sono facile preda degli aitanti difensori veronesi e per il buon Kevin non ci sono palloni giocabili. Lazovic e Caprari sfiorano la rete. Il primo, dopo un contrasto vinto, colpisce addirittura la traversa. Per lo Spezia un’azione alla mano di Maggiore che per poco non serve a Gyasi la più facile delle palle goal. Il possesso palla è tutto di marca veronese. L’occasione più grossa per lo Spezia capita sui piedi di Reca che non riesce ad “aggirare” il bersaglio cromatico della maglia di Pandur. Il suo tiro viene respinto dal portiere e di fatto legittima ai punti il risultato di parità alla fine del primo tempo.

Kiwior e don Abbondio

Nel secondo tempo lo Spezia sembra che lasci le sue paure nello spogliatoio. Come direbbe Don Abbondio, in fondo, Uno se il coraggio non ce l’ha, mica se lo può dare.  Ci prova Kiwior a far vedere di aver letto il Manzoni. Ma proprio i suoi piedi lasciano una palla sanguinosa che Simeone e Caprari tramutano in goal dopo un veloce contropiede. Verde appena entrato suona subito la carica. S’inventa un tiro cross che avrebbe potuto cambiare l’inerzia della partita. Tuttavia, sto pareggio non s’ha da fare. Lasagna si beve Kiwior, troppo molle nell’affrontarlo. Si apre un’ autostrada e dalla corsia di sinistra arriva Caprari che trafigge Provedel con un tiro tanto forte quanto preciso.

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Carbone nella calza

Sembra finita. Erlic ci prova prima da fuori facendo gridare al goal. Poi segna di testa su calcio d’angolo. Il finale è elettrico. Il Verona prova a  perdere un po’ di tempo. Zovko in panchina  perde la pazienza e si fa ammonire. Agudelo perde la testa e si fa espellere. Lanci lunghi e cottillon nei minuti di recupero. Lo Spezia prova a rovistare nella calza, sperando di trovare qualche caramella ma  alla fine resta solo con un pezzo di carbone in mano.

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