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CORNER CAFE’ – Come si chiude una storia d’amore?

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Sin da ragazzino mi son sempre chiesto quale fosse il modo migliore per chiudere una storia d’amore. Quando è finita è finita, c’è poco da fare; ma non esiste davvero un metodo per poter chiudere soffrendo il minimo? Gli addii sono sempre dolorosi, sopratutto quando le due parti non si trovano d’accordo: si litiga, non si parla più. Si decide così di smettere di vedersi, di stare insieme. Fino a chiudere definitivamente, tra parole non dette e altre che avrebbero dovuto essere taciute. C’è una situazione simile, in Serie A. C’è chi ha gioito e fatto gioire la controparte per anni; lo stesso che ha pianto solo in campo, in ultimo luogo, senza farsi vedere: troppo contrastanti, i sentimenti esperiti in quel momento. Che ha dato tutto -e anche più di- se stesso, ma che ora sa per certo che dovrà guardare avanti: lì, per lui, non c’è più posto.

Potrebbe dire addio tra qualche giorno. Ormai ne parlano tutti così. Si è cercato, con l’altra parte, di trovare un accordo ultimo. Ma si sa: i compromessi a breve termine non giovano a nessuno. Dirà addio nel modo peggiore possibile: a porte chiuse. Isolato, così come il suo pianto qualche giorno fa: in terra, mani in volto, lacrime a rigare le gote rosse di fatica e passione. Qual è il modo migliore per chiudere una storia d’amore? Di certo non questo. Non così. Ma le storie d’amore, anche le più belle, a volte finiscono: non c’è volontà che tenga di fronte al cinismo del destino. Rimarranno però i ricordi. Quelli sì: stampati nella mente, nonostante l’affaccendarsi quotidiano che spezza, in un certo senso, il dolore del passato. Memorie indelebili di chi ha voluto credere in quel percorso insieme. Perché José Maria Callejon, dal cuore di Napoli, non andrà mai via.

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