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Roma, Villar sul suo futuro: “Voglio rimanere qui a lungo”

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Gonzalo Villar, centrocampista della Roma, ha rilasciato un’intervista alla rivista di cultura calcistica Panenka. Ecco un estratto delle sue parole:

Nel giro di due settimane, la tua vita è cambiata totalmente, dal giocare in Segunda con l’Elche al debutto in Serie A con la Roma. Come l’hai vissuta? Quali sono le tue emozioni?
“È stato un grande cambiamento. E, davvero, a volte mi fermo e penso che ho debuttato in Serie A senza giocare in liga. Non so a quanti giocatori sia successo. Sta andando bene, perché il mio sogno da quando ero un bambino di 4-5 anni era di giocare in un campionato di primo livello e di giocare per una  delle squadre migliori: è successo, ma in questo caso in Italia, perché la Roma è una delle quattro grandi d’Italia. A 21 anni è stato un grande cambiamento, ma è quello per cui ho lavorato e mi sono sacrificato da quando sono piccolo. A parte i sogni, ero praticamente ossessionato col calcio. Ricordo che quando avevo sei anni, quando mio zio German voleva portarmi alla fiera insieme ai cugini, mi rifiutai perché gli dissi che dovevo allenarmi. Stavo a casa da solo, allenandomi facendo battimuro. Alla fine, se hai un sogno e lavori per questo, hai più possibilità di realizzarlo”.

Il tuo rendimento all’Elche lo scorso anno è stato spettacolare. Quali fattori hanno inciso?
“A parte ciò che si dice a proposito del lavoro, della costanza e dell’umiltà, parlerei della pazienza. Non succede niente se non giochi, per esempio, nella Division d’Honor e in nazionale giovanile; forse l’anno successivo, se lavori duro, ti alleni e mostri che sei migliore di quello che sta  giocando, avrai l’opportunità di migliorare e poter giocare in Prima Squadra. Tutto cambia molto rapidamente nel mondo del calcio. Quindi, penso che la pazienza sia un fattore chiave, insieme al lavoro. Con questi due elementi, credo che si possa raggiungere il successo”.

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Hai ottenuto un posto nell’Under 21 spagnola. Come ti sei sentito a debuttare e avere la fiducia di de la Fuente?
“È incredibile, lo metterei quasi sullo stesso piano del debutto con la Roma, o anche di più. Per me, andare a Las Rozas e giocare con la nazionale spagnola è sempre stato un premio. Non vedevo l’ora di essere chiamato per confermare quello che avevo dimostrato tra i migliori, godermi gli allenamenti con persone di grande qualità. Quando mi hanno chiamato quest’anno, è stato un punto di svolta nella mia stagione, mi ha dato grande fiducia e ha anche significato un aumento della mia autostima per quello che stava per arrivare. Non ho parole per descriverlo”.

Com’è andata la trattativa con la Roma? Sappiamo che il Valencia deteneva una parte dei tuoi diritti
“Guarda, ero a casa il 10 dicembre e ricevetti una chiamata urgente dai miei agenti. Ci siamo visti quello stesso pomeriggio e mi dissero qualcosa che non dimenticherò mai, vale a dire che la Roma avrebbe acquistato Gonzalo Villar a gennaio. Il club cercava un centrocampista con il mio profilo, e tra quattro possibili calciatori scelse me. Dopo un mese, mi dissero che la situazione era completamente cambiata, che Paulo Fonseca non mi voleva a fine stagione come programmato, ma ora. La trattativa è stata dura, perché Roma e Valencia mi hanno conteso. Ci sono stati diversi momenti di nervosismo a gennaio, perché da fuori è tutta un’indiscrezione. Siamo giovani e non è facile gestire la situazione, specialmente con l’incertezza e mentre devi giocare al massimo livello ogni weekend. Alla fine, tutto è andato bene e fortunatamente sono alla Roma”.

Penso che una volta che tutto è finito tu ti sia sentito sia sollevato che nervoso per il fatto di arrivare in una delle più grandi squadre italiane. Dicci qualcosa a riguardo il tuo adattamento ha uno spogliatoio pieno di giocatori come Dzeko Kolarov e Pastore
“Una delle prime persone con cui ha parlato è stato l’allenatore, Paulo Fonseca, il quale mi ha detto ciò che voleva da me in campo. È un allenatore che ti sta molto vicino, con idee molto chiare. i primi giorni devi credere di essere un giocatore di quel livello, Nonostante se avevi il fatto che è difficile assimilare che da un giorno all’altro vai a giocare con calciatori come Džeko, Perotti e Zaniolo. è un qualcosa che ancora mi sciocca,  perché in realtà sono ancora un bambino punto è molto bello, significa che hai realizzato i tuoi sogni, per i quali hai lavorato fin da quando il bambino. quindi posso solo godermela e, soprattutto,  sfruttare questa situazione”.

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Essere arrivato in un club straniero così giovane, lasciando il calcio spagnolo, è un passo per avere successo in questo mondo, a prescindere dal campionato dove giochi, o ti piacerebbe tornare con una maggiore maturità nel campionato spagnolo?
 “Nel mondo del calcio non puoi tracciare un percorso. Provo solo a giocare nel miglior modo possibile per realizzare il mio sogno di giocare in una prima divisione, cosa che ho già realizzato, giocando in Serie A. Al momento sono felice, Spero di poter passare tanti anni qui a Roma. Le persone si sono molto affezionati a me nonostante io abbia giocato solo 4 partite e alcuni tifosi mi hanno addirittura chiamato per dirmi che non mi lasceranno mai solo (ride, ndr).  Mi piacerebbe molto tornare a giocare in Spagna”.

Sapendo quello che Fonseca ti chiede, in cosa pensi di dover migliorare di più?  Sappiamo che l’età ottimale per un centrocampista è quella di 28 o 29 anni e hai ancora tanti anni per imparare. Questo può giocare in tuo favore.
“Arrivare qui è stato molto difficile, nonostante io abbia 21 anni. Ho fatto un salto molto grande e ancora devo migliorare molto. mi piacerebbe capire il gioco ancora meglio, per poter prendere sempre la decisione migliore. Vorrei anche migliorare il mio fisico, perché la Serie A è un campionato molto fisico e questo è un aspetto in cui non sono mai stato eccezionale, penso mi abbiano preso per altre qualità (ride, ndr). Da quando sono arrivato ho fatto molta palestra, aumentando di 2,2 kg il mio peso muscolare in un tempo molto breve”.

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