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#LBDV: Insigne – Raiola, la cronistoria di un rewind che potrebbe allontanare la cessione

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Quella che ci siamo lasciati alle spalle è stata una Pasqua senza calcio, così come ormai siamo tristemente abituati da molte settimane. Un’intera industria ibernata in attesa di scoprire quel che sarà del proprio futuro, tra la frenetica voglia di ripartire e le numerose preoccupazioni che attanagliano tutti gli addetti ai lavori.

Nel contempo si sa che il mondo del calcio, da sempre, ha insito delle dinamiche, quelle puramente a sfondo business, che corrono più del pallone nel rettangolo di gioco e che non tengono conto di alcuno stop.

In questo oceano, ricco di perigli e di clamorosi risvolti, si inserisce il caso del capitano del Napoli, Lorenzo Insigne. Proprio nel pieno della calma apparente delle festività pasquali viene fuori la notizia del suo divorzio professionale con il maxi agente Mino Raiola. Un rapporto tra i due, mai effettivamente sereno, che ha attraversato mille difficoltà e dal quale nessuno ha tratto particolari benefici.

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INSIGNE – RAIOLA: LE TAPPE DI UN RAPPORTO PROFESSIONALE IMPLOSO

L’entrata di Mino Raiola nella sua vita professionale è forse coincisa con uno dei periodi di transizione più critici della carriera del talento di Frattamaggiore. Il sodalizio tra i due, durato all’incirca un anno, è stato a dir poco travagliato. Così come suggeriscono continui summit a casa Ancelotti per cercare di mettere la classica pezza a colori su una rottura che andava via via consumandosi. Oppure al rapporto, caratterizzato da alti e bassi, con la tifoseria che forse aveva visto nell’agente italo – tedesco il pericolo dell’allontanamento definitivo di Insigne dalla sua città.

Sin dal primo momento dopo l’annuncio della nuova procura, con tanto di scatto a favore di carta stampata, si era delineato nella mente di ogni tifoso partenopeo lo scenario di un addio imminente. D’altronde si sa, con personaggi del genere, capaci di creare delle vere e proprie reti di mercato, certe allusioni vengono automatiche.

I continui rapporti tra il procuratore ed il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis negli affari Manolas e Lozano iniziano a cementificare questa ipotesi. Non erano in pochi a pensare, infatti, che le due operazioni in questione potessero trasformarsi poi in un sostanziale passepartout in tempi più o meno brevi per la cessione del numero 24.

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Nel frattempo la stagione inizia, con il definitivo naufragio nel rapporto tra il capitano ed il tecnico Carlo Ancelotti e la burrascosa polemica con la società relativa alla questione ammutinamento e annessi strascichi.

Tutto d’un tratto però la notizia che forse cambia le carte in tavola: il tecnico di Reggiolo viene esonerato dopo la qualificazione in Champions e sostituito da Gennaro Gattuso. Il tecnico di Corigliano Calabro impone un cambio di marcia nell’approccio compassato dell’intera rosa e soprattutto quel cambio di modulo tanto invocato da Insigne stesso. Il 4-4-2 di stampo Ancelottiano è una macchina fin troppo liquida – citando un’espressione lecitamente abusata – rispetto al 4-3-3, vero habitat tecnico/tattico naturale per lui.

Gattuso ricostruisce intorno a lui il suo Napoli ed ecco che il capitano ritorna al centro della scena con prestazioni che rientrano nello standard abitudinario. La voglia di rimanere, così, riprende ad ammaliare la propria testa ed il proprio cuore.

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Una voglia che probabilmente è la principale responsabile del divorzio con Raiola, abile nel muovere le tessere del proprio mosaico ed altrettanto bravo nel divincolarsi in caso di mancato bersaglio. E qualcun altro di importante in casa Napoli ha avuto modo di verificare quanto appena sostenuto.

HAMSIK E QUELLA SCELTA ANALOGA

Lo scenario dopo anni si è ripetuto, seppur in modalità e tempi diversi. Non è il primo benservito, infatti, che Raiola ha incassato alle latitudini del capoluogo campano: stessa scelta è stata fatta dall’altro ex capitano azzurro Marek Hamsik.

Lo slovacco era al centro di tante voci di mercato in quello che era il periodo di massimo splendore della sua carriera. Ma la sua scelta fu chiara: rimanere in azzurro e rafforzare un legame con la città sempre più immune a tentazioni d’addio.

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Il procuratore nativo campano contava sicuramente in un epilogo diverso ed alcune volte non ha sciupato occasione per esternare la frustrazione a tal proposito.

Hamsik vuole rimanere a vita – dichiarava a suo tempo Raiola, caricando la mira sostenendo inoltre che – molti potrebbero non volere altrettanto”.

Suo malgrado la storia si è ripetuta, per la buona pace della piazza napoletana e del patron De Laurentiis. Sì, perché la notizia del divorzio può nascondere una buona novella in casa Napoli, non escludendo dunque l’ipotesi di un nuovo ‘capitano a vita’.

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QUALE FUTURO PER LORENZO?

La premessa in tali situazioni è d’obbligo, visto che il colpo di scena, così quanto si è dimostrato l’addio di Raiola, è sempre dietro l’angolo. Ma è chiaro che non è escluso affatto che una notizia del genere possa essere un forte indizio per la permanenza in azzurro di Insigne.

Una permanenza che prevederebbe, ovviamente in contesti più sereni e lineari, colloqui sull’eventuale rinnovo di contratto. L’attuale accordo ha come scadenza il 30 giugno 2022 e sarà inevitabile parlare di prolungamento se si va verso la strada della non cessione.

A proposito di ciò, va ovviamente chiarito anche il futuro della procura del calciatore che ad oggi appare vuota. C’è da scommettere che un calciatore di tale caratura sia ambito dai principali procuratori, con nomi noti che abbiamo imparato ormai a conoscere. La scelta del nuovo rappresentante sarà fondamentale, in quanto dovrebbe avere proprio come prima mission l’intermediazione per il prolungamento contrattuale.

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Tante sono le ipotesi e tanti possono essere i risvolti anche nel medio – lungo termine. Per quello breve invece, si concretizza sempre più la certezza che, a questo punto, l’addio tanto temuto nella prossima estate sembra allontanarsi sempre di più.

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