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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Una sferzata come stimolo

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Vlahovic Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus regola l’Empoli  con un secco 4 a 1 ribaltando il risultato dopo che i toscani erano passati clamorosamente in vantaggio allo Stadium.

La doccia fredda all’avvio, il trovarsi sotto davanti a proprio pubblico, è stata, per gli uomini di Thiago Motta, la classica goccia che fa traboccare in vaso.

Non bastava l’essere già nell’occhio del ciclone per il gioco deludente, l’eliminazione in Supercoppa e la stentata qualificazione agli spareggi di Champion’s League.

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Ci mancava solo il ricevere una lezione a domicilio da una formazione in lotta per la salvezza. Eppure, proprio la consapevolezza di non potersi permettere un simile flop è servita da pungolo per fare meglio. Una sferzata come stimolo.

Protagonista inatteso

Di certo gli avversari non si sono presentati a Torino con timori reverenziali. Anzi, hanno provato anche a sorprendere i padroni di casa, mostrandosi baldanzosi ed intraprendenti. E a prendersi le luci della ribalta è il protagonista più inatteso in assoluto.

Mattia De Sciglio, terzino di modesta caratura il cui cartellino è ancora di proprietà dei bianconeri, si toglie lo sfizio di segnare il primo gol con l’Empoli  contro la sua ex squadra. Non che punti a farsi rimpiangere né che si sia abbandonato ad esultanze sfrenate per la marcatura, tuttavia il fatto che sia stato proprio lui a sbloccare il risultato ieri aumenta ancora di più la sensazione di beffa.

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Tantopiù che la sua rete ha l’effetto di galvanizzare i compagni, capaci anche di guadagnarsi un rigore che li porterebbe al raddoppio. Per buona sorte degli juventini il consulto al VAR nega il penalty ma, al netto dello scampato pericolo, è indubbio che i ragazzi di Thiago Motta stiano per ammainare bandiera.

Tutto sembra perduto, a meno che i colpi ricevuti non servano come spinta per reagire. Una sferzata come stimolo.

Cercasi leader disperatamente

I più giovani del gruppo si guardano intorno alla disperata ricerca di un punto di riferimento. Un leader che sappia fare da sprone ed indicare la direzione. Federico Gatti, a questo punto, ci mette la faccia, butta il cuore in avanti e, palla al piede, prova a dare fiducia agli altri, oltre che ad imbastire una azione.

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I rivali, ora, non fanno più il bello e il cattivo tempo, è  la Juventus che fa la partita. In maniera arruffona e disordinata, certo, ma almeno la sfera si vede dalle parti dell’area dei toscani con una discreta frequenza.

E se non è ancora entrata in porta, la sensazione è che potrebbe farlo molto presto. Voglia e determinazione sembrano recuperati, la scudisciata presa in avvio ha fatto effetto. Una sferzata come stimolo.

Meno potenza, più controllo

A centrocampo, il geometra Locatelli si incarica di tenere la posizione e spezzare le trame di gioco degli empolesi. A fare un lavoro di impostazione si dedica, a sorpresa, Teun Koopmeiners.

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Conscio di non essere in grado di garantire i gol e gli assist della stagione passata, l’ex bulldozer dell’Atalanta si ricicla come tessitore di perfette trame in mediana.

Rinuncia alla sue vertiginose progressioni ma aumenta in maniera esponenziale il numero dei passaggi riusciti. Molta meno potenza nel divorare metri ma anche un contributo decisamente maggiore nel controllo palla.

E, quando gli capita l’occasione, non disdegna di puntare direttamente a rete. Anche nel suo caso le critiche feroci hanno risvegliato l’orgoglio. Una sferzata come stimolo.

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Bello ma utile

Dalla trequarti in avanti è, o dovrebbe essere, il regno del monarca venuto dall’Anatolia. Kenan Yildiz, vent’anni da compiere, numeri da fuoriclasse ma latitante in continuità.

La  Juventus gli ha affidato la maglia numero dieci e la missione di essere decisivo ogni volta che può. Quando gli astri gli sono favorevoli è uno spettacolo per il pubblico e una dannazione per gli avversari.

In questo caso i pianeti si sono allineati in forma corretta e quindi il golden boy turco decide di togliere dai guai i suoi dispensando giocate ad effetto. Non solo bello da vedersi ma anche di una efficacia letale.

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Il gioco di prestigio con cui innesca Weah è da lustrarsi gli occhi: la fucilata del terzino incoccia in Kolo Muani e gonfia la rete per il sorpasso, dopo che, qualche minuto prima, lo stesso centravanti francese ha rimesso le cose a posto con un tiro di precisione. Una sferzata come stimolo.

Cambi efficaci

Dopo la seconda marcatura il genietto del Bosforo lascia il posto a Dusan Vlahovic, passato, in breve, da intoccabile a riserva. E’ vero che il suo sostituto sta garantendo alla squadra la puntualità nell’andare a segno che lui non ha saputo assicurare. Ma è altrettanto vero che un bomber come lui avrà una voglia matta di canalizzare la rabbia per l’esclusione dall’undici titolare nel suo sinistro al fulmicotone.

La rete messa a segno nel finale è il giusto premio al suo furore agonistico, cosi come il quarto sigillo ad opera di Francisco Conceição è la dimostrazione che, con le adeguate motivazioni, i subentrati possono essere dei cambi molto efficaci. Una sferzata come stimolo.

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(Foto: Depositphotos)

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