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Avv. Grassani: “Parole De Laurentiis sul Mondiale per Club? Un barbecue con la carne migliore”

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De Laurentiis Napoli
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L’avvocato di Aurelio De Laurentiis, Mattia Grassani, é intervenuto ai microfoni di Radio Napoli Centrale.

Tra i vari temi affrontati, ha commentato le dichiarazioni del patron azzurro sul Mondiale per Club.

Queste le parole del legale:

“Il modello Premier è solo uno di quelli percorribili in un’ipotesi di cambiamento di uno status quo come quello all’interno della FIGC: un sistema delle Leghe immodificato da oltre 50 anni.

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La prima considerazione che deve essere compiuta, a mio avviso, è che il sistema attuale non consente a una componente di abbandonare il tavolo.

La Premier dà una grossa fetta di proventi?

“Ogni Lega fa le sue regole. In Inghilterra gli introiti sono più del doppio.

La Lega non sarebbe più soggetta a controllo e o regole, andrebbe modificato tutto: lo statuto della Federazione, non ci piove, ma stiamo parlando di una situazione sotto gli occhi di tutti. Favorevole a questo scenario?

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L’attuale assetto regolativo-normamentale è fermo da 50 anni e in 50 anni è cambiato tutto. Può essere mai che questa Lega valga e pesi 12,5% nel parlamentino della FIGC?

Vale molto meno della LND. Questo giustifica quantomeno un confronto. Se tutti i club fossero d’accordo a intraprendere un percorso esplorativo in quest’ottica, questa rivoluzione potrebbe giovare soltanto alla crescita del calcio italiano e trovare un equilibrio tra la nuova SuperLega e la Federazione, anche in termini contributivi, asserendo dignità alla nuova Lega Serie A”.

De Laurentiis vota contro la diminuzione a 20 squadre in Serie A?

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“Scelte politiche e imprenditoriali. Ciò che posso dire, è che da un punto di vista numerico, a parte la Germania, tutti i campionati più importanti sono a 20 squadre.

Per me il problema non è essere a 18, 20 o che ci sia il Carpi o il Real Madrid, il problema è che il primo garante della credibilità del campionato è il sistema arbitrale.

Se il sistema arbitrale, nonostante gli aiuti tecnologici, è costantemente nell’occhio del ciclone con tutte le indagini che stanno emergendo, questo sistema non consente alla Federazione di governare un campionato di Serie A in maniera credibile e che dia soddisfazione a tutti: presidente, investitori, braodcaster televisivi.

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È il momento di prendere in considerazione un cambiamento radicale che non può non partire dai direttori di gara, perché così com’è è un fallimento e il calcio italiano, rispetto ad altre competizioni, non ha la possibilità di competere non solo sul campo, ma anche da un punto di vista di estetica calcistica.

Ogni domenica assistiamo a polemiche, minuti passati ad un monitor in cui si decidono rigori ed espulsioni, non è questo il lavoro corretto da fare. Tutto questo, oggi, impone quanto meno una riflessione.

Tutti coloro che partecipano alla Serie A hanno diritto a garanzia e certezza delle regole molto superiori rispetto a quelle riconosciute attualmente dal sistema”.

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Cosa pensa delle parole di De Laurentiis al Financial Times sul Mondiale per Club?

“Un tema importantissimo, indubbiamente. Se De Laurentiis ha parlato della ingiusta partecipazione della Juve alla Coppa del Mondo sa quello che dice.

C’è motivo per fare causa? Se c’è ciccia?

Il presidente difficilmente apparecchia un barbecue senza la migliore fiorentina da metterci su, esattamente come quella conferenza che riguardava gli agenti, con parole molto forti. Come sempre, serve per attirare l’attenzione e far riflettere sull’argomento. Il fatto che ci siano 8-10 agenti nel mondo che controllano atleti e fatturano più di superclub in Europa è il tema che dimostra che la dittatura o egemonia della categoria va riveduta e i club devono tutelarsi.

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De Laurentiis visionario o guerrafondaio? Credo sia uno dei pochi imprenditori italiani capaci, lungimiranti e con una dialettica battagliera che sa quando essere incudine e martello”.

(Foto: Depositphotos)

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