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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Un detestabile bugiardo

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Allegri Juventus
Tempo di lettura: 4 minuti

Allegri dice che lottano per il quarto posto ma noi allenatori siamo dei gran bugiardi”. Se lo dice Claudio Ranieri, uno che ha mezzo secolo di esperienza nel calcio, sia in campo che in panchina, qualcosa di vero deve pur esserci. Il tecnico romano, dopo l’ultimo incrocio con il suo collega toscano, attuale inquilino della panchina bianconera, ne ha tracciato un perfetto identikit, rimarcandone l’abilità nel confondere le idee dell’interlocutore. Max Allegri è un maestro nel nascondere i suoi reali obiettivi mascherando il tutto dietro il suo tagliente sarcasmo. A fare il resto ci pensano le sue disinvolte menzogne, condite con una buona dose di strafottenza. Un detestabile bugiardo.

Tale mister tale squadra

E le sue squadre rispecchiano, negli atteggiamenti tattici, la sua personalità. Se Allegri è sardonico nelle battute la Juventus è cinica nello speculare sugli errori dell’avversario. Se il trainer livornese è vago nell’indicare i traguardi di stagione la sua formazione è camaleontica nella disposizione in campo, pronta ad allungarsi o stringersi in base alle intenzioni di chi gli sta di fronte. Ambiguità, furbizia, opportunismo. Chi sa di calcio è consapevole che la mano dell’allenatore si vede soprattutto in fase di non possesso palla. Ebbene, quando il pallino del gioco è in mano agli altri, nessuna squadra ha la capacità dei bianconeri di chiudere ogni possibile varco verso la propria porta. Il che risulta tanto più evidente quando si gioca contro una squadra operaia come il Cagliari, sprovvista di elementi in grado di saltare l’uomo e creare la superiorità numerica indispensabile per far circolare il pallone. Intendiamoci, non che la presenza di calciatori di superiore tasso tecnico sia mai stato un problema insormontabile per Allegri. Fa parte del suo lavoro ridurre i rischi al minimo. Con i suoi collaudati metodi: presenza di spirito in campo, faccia tosta fuori. Un detestabile bugiardo.

Trequartista ma non troppo

E’ curioso che un tecnico tanto pragmatico sia stato, da calciatore, un estroso trequartista. Forse non è un caso: i rimbrotti ricevuti dai suoi allenatori devono pur avere lasciato in lui qualche traccia. E, una volta passato dall’altra parte, ha messo a frutto la lezione. Ha spesso allenato formazioni di bassa classifica, composte da gruppi  di calciatori rabberciati alla meglio in sede  di mercato estivo. Tanto atletismo e tanta buona volontà da parte loro ma nulla di più. In una situazione del genere per l’allenatore è vano sperare che un match possa essere deciso dal colpo di genio di qualcuno dei suoi. E’ necessario, quindi, vivere alla giornata ovvero affrontare una partita alla volta. Il piano di battaglia è sempre il medesimo: mandare a memoria le caratteristiche dell’avversario, studiare i suoi punti deboli, stare sempre pronti ad approfittare delle sue mancanze. E anche adesso che si trova alla guida di una corazzata, com’è o come dovrebbe essere la Juventus, il suo modus operandi non è mutato. E neanche il suo atteggiamento nei confronti dei media e dei tifosi. Un detestabile bugiardo.

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Obiettivo e metodo

Il vecchio saggio Ranieri, uno che ha nel suo curriculum anche la panchina bianconera, sa bene che a Torino si deve sempre e comunque lottare per il titolo. Cosa che sa benissimo anche Allegri. Tuttavia, se è la società a fissare gli obiettivi è lui che stabilisce il metodo per arrivarci. I colleghi parlano di squadra tagliata su misura per vincere lo scudetto? Lui ribatte che gli è stata richiesta soltanto la qualificazione in Champion’s League. I giornalisti sottolineano la qualità della rosa che gli è stata messa a disposizione? Lui risponde che, causa infortuni, non ha mai potuto schierare per due volte di fila la stessa formazione. I tifosi si lamentano della qualità scadente del gioco espresso? Lui li invita ad andare a teatro se cercano il divertimento, c’è da badare ai risultati. Che, poi, puntualmente arrivano e non importa nulla se hanno la forma striminzita di tanti uno a zero. Da buon appassionato di corse di cavalli gli è chiaro che quello che conta è l’arrivo e non la partenza. Solo alla fine si saprà qual è stato il piazzamento della sua squadra e, se sarà, quello sperato, il risultato gli darà ragione. Con buona pace dei critici e al netto dei suoi ineffabili depistaggi. Un detestabile bugiardo.

Equilibrio e calci piazzati

L’ultimo incontro è uno spot dell’Allegri style: una squadra che non avrà un gioco scintillante ma è insuperabile nel tenere botta. I bianconeri esprimono una manovra che lascia molto a desiderare in quanto ad estetica, ma è tremendamente efficace. Chi se li trova di fronte ha delle enormi difficoltà ad avanzare in maniera fluida. In fase di non possesso i torinesi sono capaci anche di schierarsi con una doppia linea di cinque uomini. I tre difensori centrali si stringono, affiancati dai due esterni bassi. I tre centrocampisti fanno lo stesso mentre le due punte si allargano sui lati. E’ un equilibrio di posizioni talmente compatto da rendere quasi impossibile far circolare il pallone oltre la trequarti. Ci sarà sempre qualcuno in grado di intercettare un passaggio e di rilanciare l’azione con una mefistofelica ripartenza. Che spesso si traduce in rete oppure nella conquista di un calcio piazzato. Altra specialità dello chef juventino: le due reti ai sardi sono venute esattamente in questo modo. E si sa che, in questi casi, il merito principale degli autori è quello di aver sfruttato nel modo migliore una disattenzione degli avversari. E di averlo fatto seguendo alla lettera le indicazioni del loro diabolico mister. A completare l’opera ci penserà lui, in sala stampa, minimizzando e bluffando. Un detestabile bugiardo.

(Foto: Depositphotos)

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