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ANGOLO JUVENTUS – All’ultimo giro di orologio

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Allegri Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

Palla al centro

Dopo la vittoriosa trasferta di San Siro si torna a casa. Stavolta a recarsi in visita allo Stadium è il Verona di Marco Baroni. Una formazione che lotta per salvarsi, apparentemente non un avversario di primo piano. Apparentemente, perché ormai di formazioni sprovvedute nel nostro campionato non ne circolano più. Ogni allenatore ha mandato a memoria un adeguato sistema di gioco, spesso volto unicamente a distruggere quello altrui. E i suoi giocatori assomigliano sempre di più a dei soldati, fedeli alle consegne ricevute fino allo stremo delle forze. Allegri ha qualche problemino di formazione e si affida a questi uomini: Szczeşny in porta, trio difensivo Gatti-Rugani-Bremer, Weah e Kostic sulle fasce, terzetto di centrocampo McKennie, Locatelli e Rabiot, punte Vlahovic e Kean. L’obiettivo è quello di sempre, fare bottino pieno. Consapevoli che l’intera posta in palio può dipendere anche da un episodio allo scadere. All’ultimo giro di orologio.

Primo tempo

Tutto come da copione: padroni di casa all’assalto, ospiti che si difendono con grinta. I bianconeri cercano di far saltare la roccaforte scaligera quanto prima e già al 13esimo minuto, Kean pesca il jolly con un gran tiro dalla distanza. La sua esultanza viene gelata dal VAR: gol nullo, è fuorigioco. Lo stesso attaccante italo – ivoriano ci riprova poco dopo con un gran colpo di testa, il portiere veronese alza sopra la traversa. E, trascorsi alcuni minuti, non trova la porta su un perfetto assist dalla sinistra di Kostic. Gli uomini di Baroni soffrono molto la sua vivacità mentre sembrano aver preso perfettamente le misure a Vlahovic. Il serbo si rende pericoloso solo con un velleitario colpo di testa. Sul finire del tempo il Verona, dopo aver rintuzzato ogni tipo di attacco, riesce anche a rendersi pericoloso. Un gran tiro al volo di Bonazzoli viene respinto in tuffo da Szczeşny. E’ una sorta di avvertimento alla Juventus: la partita sarà in bilico fino alla fine. Fino all’ultimo giro di orologio.

Secondo tempo

Al rientro Weah lascia il posto a Miretti. McKennie torna sulla fascia e il nuovo entrato si piazza in mediana al suo posto. Evidente l’intenzione di Allegri di far saltare il bunker costruito dagli avversari puntando sulla qualità delle giocate. L’assedio riprende: Kean non sfrutta a dovere l’ennesimo cross di Kostic, poi si vede annullare un altro gol per fallo sul marcatore. Nel mezzo c’era stata anche una bordata di Rabiot respinta a fatica dal portiere ospite. Allegri decide di giocarsi la carta Chiesa al posto di un Kean ormai sull’orlo di una crisi di nervi. Anche l’esausto Kostic viene rilevato da Cambiaso. I nuovi entrati fanno sentire subito la loro presenza: l’ex ala della Fiorentina ha sul piede due occasioni per sbloccare il match. Portiere e difesa scaligera devono fare gli straordinari. Il centravanti polacco si segnala come uomo decisivo: prima fa una sponda di testa per il neo entrato Yildiz, che sciupa di poco. Quindi supera il suo marcatore in elevazione e prende il palo, sulla respinta Cambiaso trova la deviazione vincente, quando ormai il recupero stava per finire. All’ultimo giro di orologio.

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Dopo il novantesimo

Che sarebbe stata dura si sapeva. Gli avversari sono un gruppo ben organizzato e per nulla intenzionato a mollare la presa. Max Allegri le ha provate tutte per vincere la partita, facendo ruotare l’intero parco attaccanti a sua disposizione. Ma, tra le scenate isteriche di Kean, la testardaggine sterile di Vlahovic, i guizzi di Chiesa e la determinazione di Milik, è stato il più inaspettato dei protagonisti a risolvere il match. Andrea Cambiaso, umile terzino non dotato di grande confidenza con il gol, si è rivelato l’uomo della provvidenza. All’ultimo giro di orologio.

(Foto: Depositphotos)

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