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Angolo del tifoso

ANGOLO ROMA – Riyad, Pagliaccio

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Roma Olimpico
Tempo di lettura: 4 minuti

Mi perdonerà, spero, Ruggero Leoncavallo se storpio il titolo della sua opera parlando di ipocrita e giullaresca sottoumanità culturale. Potevo anche citare Verdone al cimitero co nonna “Riyad, Riyadh come me viè da Riad” dati i toni da commedia all’italiana, ma sembrava ‘na cafonata.

Dopo più di un decennio la A.S. Roma trova uno sponsor da X milioni all’anno e lo scandalo in una società normale sarebbe proprio il tempo perso, per una azienda privata (importante sottolinearlo) tanto più se dichiaratamente in autofinanziamento.

Invece tale sponsor è Riyadh Season, programma governativo saudita, nato per la promozione della Vision 2030, che prevede la crescita della capitale araba come uno dei principali poli economici, sociali e culturali mondiali entro tale data.

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Questo progetto passa anche per Expo 2030… apriti cielo!

Proprio Riyad è in gara con Roma per questo. E il fatto che i giallorossi mettano sulla maglia il nome dell’avversario è ritenuta mancanza di rispetto per la città e, a quel punto,  “illustri” personaggi hanno sentito il bisogno di dire la loro, oltre all’armata di twitter, che fino a ieri dell’Expo non sapeva nulla e di cui mi godrei volentieri lo sguardo ebete a bocca aperta qualora dovessi chiedergli cos’è.

Abbiamo un presidente delle Commissione sport di Roma Capitale, Bonessio, che “minaccia” con battutine lo stadio di Pietralata, come se la costruzione fosse un regalo, non un investimento multimiliardario per un’opera, non dico fondamentale perchè quelle sono altre (e magari qualcuno pensasse a farle), ma in linea con ciò che una evoluta città europea dovrebbe avere.

La città più bella del mondo per cultura, ferma al ventennio fascista come ultime costruzioni, che accoglie investitori con l’incompetenza e la corruzione, come arance da spremere più che come opportunità di crescita, è degna rappresentante del suo paese.

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Il senattore della Repubblica (non è un refuso) indignato perchè si fa uno smacco alla città, ora approfitta per chieder di portare SPQR sulle maglie (che prima nessuno si sognava di chiederglielo) come di poter sponsorizzare Roma Expo 2030.

A parte che solo per vedere Roma scritto sulla maglia della Lazio, pagherei io di tasca mia, ho capito che scherzava alla frase “ci sono persone che pensano solo ai soldi e non al bene della città”. Non ricordo quali opere fondamentali abbia fatto per Roma, ma le dichiarazioni invecchiano male e in fretta quando all’Olimpico per Lazio-Atalanta appaiono i cartelloni della Hunger Station, uno dei principali partner di Riyadh Expo 2030.

Non contento, proprio nella capitale araba la squadra del patron si gioca il pagliaccesco mini torneo che ormai è diventata la Supercoppa Italiana (Sarri cosa ne pensa di queste altre inutili partite?), segno che il calcio italiano si è venduto all’Arabia molto prima della Roma.

Per fortuna non ho sentito voci dal lato Lega, un minimo di dignità da chi ha osservato prendere a calci una sua rappresentante in coppa, commentando solo “bisogna comportarsi bene”… salvo poi dare una pacca sulla spalla a “patrimoni del calcio italiano” mentre correggevano bilanci a matita.

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Insomma, se Roma non avrà l’Expo, probabile che sarà perchè Riyad ha più mezzi per prepararsi (qualcuno potrebbe pensare anche più soldi per convincere, ma sono illazioni). Se Roma non avrà l’Expo non sarà colpa dei Friedkin, ma più probabilmente degli ultimi Fantastici Quattro (tanto per non andare alla preistoria) che hanno mal gestito questa città.

La Cosa Alemanno, talmente inconsapevole di ciò che gli accadeva intorno che “Cosa?” era l’unica risposta a quasiasi domanda sul suo operato.

L’uomo allungabile Marino, come altro chiamare un sindaco che, nel suo mini  mandato, pensava di governare Roma estendendo le mani da New York, dove era quasi stanziale (a scrivere il suo libro?).

La Donna infuocata Raggi, infervorata a combattere il nemico, perennemente alla sterile opposizione, anche mentre governava, oggi indignata esponente della Commissione per Expo 2030, lei che “le Olimpiadi non servono a nulla, solo a far mangiare i corrotti”.

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E poi l’ultimo, l’Uomo Invisibile, appare solo quando si parla di stadio, tanto che lo chiamano “Sindaco di Pietralata”, non credo gli convenga fare l’offeso. Il signore di “Roma in 15 minuti”… solo che i 15 minuti sono quelli che ci mette qualsiasi romano dal portone alla macchina parcheggiata, se ha avuto l’accortezza di segnare sul gps dove l’ha messa.

Tornando a parlare di futilità, questo gioco lo avete distrutto e noi vi siamo venuti tutti dietro, quindi, diceva De Andrè, anche se ci sentiamo assolti, siamo comunque coinvolti. Almeno però, ogni tanto, non dico sempre, un minuto di silenzio non per forza riservato alle tragedie, ma per dignità personale, sarebbe gradito.

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