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Angolo del tifoso

ANGOLO ATALANTA – Ok, giocato il jolly

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Sarà perché è ancora agosto e quindi si rammenta quella bellissima trasmissione che era “Giochi Senza Frontiere“. Nazioni e città di tutta Europa si sfidavano in divertenti giochi e davano un senso all’estate televisiva degli abitanti del Vecchio Continente. E, nel gioco dove si sentiva più portata, una squadra poteva giocare il “jolly” per raddoppiare il punteggio conseguito.

In campo calcistico, “giocare il jolly” può avere moltissimi significati. Uno di questi è perdere – una tantum – una partita con il pronostico a favore. E, nonostante siamo solo alla seconda giornata di un torneo lungo 38 partite, già  diverse tra le otto grandi (o presunte tali) della Serie A hanno “giocato il jolly”. Lo ha fatto la Lazio con il Lecce alla prima e la squadra di Sarri si è trovata talmente bene che si è ripetuta con il Genoa alla seconda. Lo ha fatto la Roma con il Verona (dopo il pareggio interno con la Salernitana). Lo ha fatto l’Atalanta a Frosinone sabato. E magari all’elenco, anche se non sono sconfitte, si possono aggiungere i pareggi interni di Juventus e Fiorentina rispettivamente con Bologna e Lecce.

Sconfitta meritatissima, figlia di un primo tempo orripilante, dove l’Atalanta ha sprecato l’indubbio vantaggio tecnico facendosi surclassare atleticamente e mentalmente. Già, mentalmente. Perché una squadra che è sul pezzo non prende neanche al torneo parrocchiale il gol di Monterisi: seconda palla lentissima su calcio d’angolo, tre – dicasi tre – atalantini che dormono e il difensore ciociaro che con un tocco liftato la mette nell’angolino.

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E una squadra che è sul pezzo mentalmente non centra puntualmente i difensori avversari nelle conclusioni da posizioni invitantissime (Zappacosta nel primo tempo e Koopmeiners nel secondo). Una situazione non nuova in casa Atalanta, come ha confermato lo stesso Gasperini, il quale candidamente ammesso che la squadra soffre le partenze sprint degli avversari.

Beh, caro mister, e allora chi dovrebbe porre rimedio a questo? L’idraulico? L’elettrauto? No, deve metterci la mano lei. Vero, quest’Atalanta al momento è più debole dello scorso anno (sebbene Demiral e Palomino non siano stati esclusi dall’idraulico e dall’elettrauto ma da lei), ma un allenatore deve essere in grado di saper pungolare e, alle brutte, rivoluzionare il gruppo (si ricorda Atalanta-Napoli, 2 ottobre 2016?).

Deve saper riportare sul pezzo Koopmeiners e Scalvini, di gran lunga i peggiori in campo allo “Stirpe” che forse sono ancora inebriati da sirene di calciomercato.

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E deve saper a questo punto far partire dal primo minuto Scamacca e De Ketelaere che, in trenta minuti, hanno fatto decisamente meglio rispetto a un Lookman che se rimane quello del girone di ritorno diventa un problema.

Compiti difficili ma non certo impossibile per un tecnico bravissimo come lei è. Ma basta scuse. Gli approcci molli ci hanno rotto i… o le…, aggiunga lei il complemento oggetto.

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