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Rudi Garcia vara il Napoli camaleonte: tutte le novità che ha apportato il tecnico francese

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Rudi Garcia
Tempo di lettura: 7 minuti

Rudi Garcia ha promesso un Napoli camaleontico, capace di cambiare assetto a gara in corso, per non dare punti di riferimento agli avversari che potrebbero andare in difficoltà, non solo per l’ imprevedibilità dei singoli, ma anche per lo stile della squadra.

Oggi parte la Serie A, il Napoli esordirà a Frosinone e Rudy, che ha preso il posto di Spalletti, dopo aver conosciuto il materiale umano e tecnico a propria disposizione ha promesso di utilizzare tutti gli uomini a disposizione e di cambiare quando possibile, anche a gara in corso. Per evitare di dare punti di riferimento.

Il Napoli ha perso Kim Min Jae, visto che il Bayern Monaco ha esercitato la clausola rescissoria, e ha preso un giovane brasiliano molto promettente, Natan, che, crescendo, dovrebbe occupare quella zona di campo. Una crescita graduale dietro i consigli di un veterano del ruolo come Juan Jesus e con l’ausilio di Ostigard, che è fisico e gamba, e con il supporto di Amir Rrahmani. Proprio il Kosovaro, da quando è andato via Koulibaly, è diventato il cervello della difesa, e in collaborazione con Meret, guida i movimenti della sua linea.

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L’undici di partenza

Come diceva Carlo Ancelotti: “Il modulo è costituito dalle linee che si vedono ad occhio nudo, prima del fischio d’inizio”. Su questo il tecnico di Reggiolo aveva ragione, poiché subito dopo il fischio d’inizio subentrano ed hanno enorme importanza i compiti tattici che l’allenatore assegna ai vari giocatori. In questo senso Garcia, anche nelle amichevoli, è partito sempre con un 4-2-3-1. La linea dei difensori costituita da Di Lorenzo sull’esterno destro, Rrahmani al centro destra, Natan sul centro sinistra (è il suo ruolo naturale) o Juan Jesus –anche se all’occorrenza potrebbe essere impiegato perfino Ostigard- e Olivera sull’esterno sinistro.

L’ex Getafe per il concetto di calcio del tecnico francese può essere più utile rispetto a Mario Rui che, però, è molto più disciplinato tatticamente e quindi in alcune gare o in alcuni frangenti dove bisogna contenere gli avversari, il portoghese che riesce a giocare “più bloccato“, può dare un apporto più significativo.

Letali dalla cintola in sù

Dalla metà campo in su, la società ha operato degli investimenti utili, intelligenti e funzionali. Il Napoli ha fatto uno sforzo per trattenere Osimhen e sta operando in queste ore un investimento importante per un giovane, potenziale craque del calcio: Gabri Veiga dal Celta Vigo. Proprio la polifunzionalità degli uomini a disposizione di Mister Rudi Garcia darà possibilità di non offrire punti di riferimento agli avversari, con una continua imprevedibilità. Il che rende estremamente arduo progettare le marcature preventive su determinati uomini.

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Le novità tattiche del trainer francese

La prima novità tattica che salta all’occhio è che la squadra ha implementato i dettami di Spalletti sul possesso palla e sulle triangolazioni veloci ma, in aggiunta, il tecnico ex Roma ha iniziato a far verticalizzare di prima, appena riconquistato il pallone, sugli esterni o direttamente su Osimhen. Questa verticalizzazione fulminea permette di evitare il contropressing alto degli avversari che si trovano sguarniti ed in inferiorità numerica negli ultimi 30 metri.

La seconda novità tattica che Rudi Garcia sta apportando è la densità negli ultimi 25/30 metri prima e nell’area di rigore poi. Anzi: questa è stata una delle pochissime lacune che aveva Luciano Spalletti. Infatti col tecnico di Certaldo non si faceva molta densità in area di rigore e negli ultimi 15 metri agivano quasi sempre gli stessi giocatori. In alcuni spezzoni di partita, durante le amichevoli disputate a Castel di Sangro, c’era Lobotka ultimo uomo poco più avanti rispetto al cerchio di centrocampo, Anguissa più avanzato rispetto a Lobotka poco dietro l’area di rigore pronto a prendere la ribattuta o a provare a fermare la ripartenza e tutto il resto della squadra in area di rigore.

Una specie di 1-1-8 un calcio totalmente offensivo che ha creato difficoltà anche alle difese più rodate. In altri frangenti, sui calci piazzati, oltre allo schema sopra esposto, c’era spesso un altro uomo fuori dall’area, in linea con Anguissa, ma sul versante opposto, creando una sorta di 1-2-7, con i due fuori dall’area di rigore pronti a stringere in caso di ripartenza oppure di provare la conclusione o anche di provare a rimettere il pallone in area, vista la grande densità che facevano i giocatori azzurri.

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L’evoluzione della linea difensiva che

Anche dal punto di vista della linea difensiva, Rudi Garcia ha dato un apporto significativo. Infatti, sotto la guida di Luciano Spalletti, i 4 difensori erano sempre in linea. Il tecnico francese, ha provato anche uno schieramento a 3: Rrahmani centrale, Juan Jesus sul centro sinistra (ruolo che dovrà imparare a ricoprire Natan poiché ha quelle caratteristiche) e Ostigard sul centro destra.

Proprio il norvegese sarà un jolly: è stato provato perfino mediano al posto di Lobotka, dimostrando di sapersela cavare. E vista la sua grande duttilità mostrata non è escluso che, nella linea a 4, possa partire sul centro sinistra al fianco di Rrahmani. Mentre sul versante sinistro Olivera sarà sfruttato maggiormente rispetto a Mario Rui per le idee ultraoffensive di Garcia, avendo maggiore ‘gamba’ del portoghese.

Il lavoro degli esterni

Il tecnico ex Lione e Marsiglia, ha lavorato moltissimo sugli esterni, sia quelli alti che quelli bassi. Per le idee di sviluppo del gioco offensivo, sicuramente Mati Olivera avrà un minutaggio molto importante. Sarà preferito spesso a Mario Rui nella maggior parte delle partite. L’ex Empoli tornerà utile per la sua disciplina tattica: nel momento in cui c’è da difendere un risultato o c’è bisogno di fare una fase difensiva più sacrificata, Rui sarà padrone della corsia sinistra poiché gioca più “bloccato” rispetto all’ex Getafe, andando a stringere con i centrali in caso di incursione avversaria e, in fase di transizione offensiva, può garantire maggiore libertà di movimento a Di Lorenzo sulla fascia opposta.

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Per quanto riguarda gli esterni alti Garcia ha solo l’imbarazzo della scelta. Infatti Lozano e Politano possono coprire la fascia destra, con l’ex Inter che, giocando a piede invertito su quella corsia, dà più soluzioni negli ultimi 35 metri. Poiché Politano ha una notevole disciplina tattica e riesce a fare entrambe le fasi con spirito di sacrificio,  in partite complicate nelle quali si preferisce evitare sbilanciamenti, riesce a giocare più bloccato.

Non è un caso che quando il tecnico schierava Mario Rui sull’esterno basso di difesa a sinistra, sul versante opposto sceglieva sempre Politano: da un lato Di Lorenzo (a destra), dall’altro Kvara (a sinistra) potevano agire con maggiore disinvoltura. Lozano, qualora dovesse rimanere, potrebbe giocare anche sulla sinistra, come vice Kvara. Suo ruolo naturale e congeniale che lo ha portato ad una importante esplosione prima di arrivare in Europa. In quel ruolo potrebbe ritrovarsi e fare nuovamente la differenza.

In più c’è Elmas che è un jolly a tutto campo. Quando era in Turchia giocava da schermo davanti alla difesa nel 4-2-3-1, mentre in Nazionale ha sempre giocato come esterno alto a sinistra. Addirittura Gattuso, quando ebbe la squadra decimata dà CoVid e infortuni, lo schierò come terzino sinistro. Il ragazzo ha mostrato grandissima duttilità ed è l’arma in più per il tecnico francese sia a gara in corso che in alcune partite dove potrebbero mancare pedine importanti.

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Le carte Gabri e Raspadori

Sullo Spagnolo c’è veramente poco da dire: parlerà il campo. E’ un potenziale craque di livello mondiale. Ha contribuito alla salvezza del Celta Vigo con una sontuosa doppietta al Barcellona durante la scorsa stagione. Gabri è devastante partendo tra le linee: in un 4-2-3-1 “spurio” dovrebbe giocare un pò più arretrato rispetto alla linea dei trequartisti, ma più in avanti rispetto alla linea dei mediani.

Un ruolo molto simile a quello che aveva Luis Suarez nel suo periodo in Spagna, sia al Barcellona che all’Atletico Madrid. Inoltre il talentuoso spagnolo ha la qualità innata di saper portare palla negli ultimi 25 metri andando in percussione. Non ha nelle sue caratteristiche primarie l’1 contro 1, ma se scende in percussione, prende metri e campo agli avversari che, costretti all’inseguimento, lasciano, inevitabilmente, spazi alla manovra offensiva della squadra. Che può, così, fare tanta densità nella trequarti avversaria.

Raspadori sarà il valore aggiunto di questa squadra. Infatti l’ex Sassuolo che nasce come prima punta mobile (vale a dire che pur nascendo con le caratteristiche della prima punta, riesce a ricoprire con grande disinvoltura tutti i ruoli del fronte offensivo) è stato provato sia come mezzala che come esterno alto a destra.

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Quando gioca come mezzala riesce non solo a fare incursioni, ma ha anche la lucidità di servire i compagni meglio piazzati. Grazie alle sue doti balistiche può anche arrivare al tiro, sia da fuori che da dentro l’area di rigore, con naturale disinvoltura.

Quando ha giocato esterno alto a destra ha dato maggiori soluzioni al tecnico. Essendo ambidestro poteva decidere di prendere un tempo di gioco per rientrare sul sinistro e decidere il da farsi. Oppure può giocare di prima utilizzando il piede destro con uno scarico immediato e, possibilmente vicino. Togliendo, in questo modo, possibilità di intervento agli avversari.

Libertà di attaccare

Per concludere, Rudi Garcia, ha dato maggiore libertà di azione ai suoi ragazzi negli ultimi 30 metri. Non si fraseggia più fin dentro l’area di rigore per provare ad arrivare al tiro.

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Ma, visto anche il nuovo input basato sulle verticalizzazioni fulminee, negli ultimi 30 metri il tecnico ha lasciato libertà di azione e di decisione ai suoi ragazzi. Si proverà molto più spesso il tiro da fuori, anche chi non ha nelle proprie caratteristiche innate doti balistiche. Gli avversari saranno costretti a difendere molto più alti.

Proprio per evitare che il Napoli arrivi negli ultimi 30 metri. Se ciò accadesse, però, gli avversari potrebbero lasciare molto spazio dietro di sé. E con quelle caratteristiche la squadra diventa letale.

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