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Daniele Garbo: “Il mio ricordo di Silvio Berlusconi”

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Daniele Garbo
Tempo di lettura: 4 minuti

Sono bellissimi estratti di vita vissuta le parole riservate dal nostro Direttore editoriale Daniele Garbo nei confronti di Silvio Berlusconi, scomparso ieri mattina all’età di ottantasei anni.

Ricordi di una lunghissima e soddisfacente carriera vissuta nell’azienda che il Presidente del Milan ha fondato ed amato, fino a renderla una delle più innovative e potenti aziende d’Europa.

In questo articolo il nostro Direttore editoriale ha voluto raccontare alcuni inediti episodi che hanno caratterizzato la sua lunga carriera in Mediaset.

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“Innanzitutto io devo molto a Silvio Berlusconi perchè nel 1988 ero un giornalista come tanti, per di più disoccupato, senza nessun tipo di raccomandazione e lui ha deciso di scegliermi e di darmi questa grande opportunità di imparare a fare la televisione. Ho tre episodi in particolare che mi vengono in mente, che possono in qualche modo raccontare il suo personaggio: il primo riguardava un evento organizzato da Publitalia al Centro Palatino di Roma dove lavoravo. Una splendida serata in cui l’arrivo di Berlusconi era previsto per le diciannove, ma decise di anticipare i tempi e di presentarsi a sorpresa alle diciotto. Io, incuriosito dalla sua figura, decisi di seguirlo nel suo giro di ricognizione della location. Arrivato allo studio dove si sarebbe svolta parte della serata, si sedette all’ultima fila della platea chiedendo di abbassare lo schermo sul quale sarebbero stati proiettati dati e grafici per tutti gli ospiti. Ebbene, a un’ora dall’inizio dell’evento disse: “Ragazzi ma da qui non si vede un c***o” e fece cambiare all’allora Direttore del centro di produzione Paolo Vasile il layout dello studio. Era uno che aveva il controllo assoluto su tutto, sin nei minimi dettagli.

A conferma di quanto fosse appassionato e maniacale nel controllo della sua azienda, mi viene in mente un secondo episodio: l’allora Fininvest da lui gestita acquistò i diritti delle trasmissioni del prepartita da tutti gli stadi della Serie A. I primi in assoluto a fare questo tipo di trasmissione fummo noi. L’azienda voleva che avessimo un abbigliamento consono e una cura personale importante per apparire in tv. Un mio collega si presentò allo stadio senza cravatta e con i capelli arruffati e questo gli fu immediatamente contestato alla fine della partita. Poi ci spiegarono che il presidente Berlusconi aveva fatto installare nella sua casa di Arcore una serie di monitor che gli consentivano di seguire tutto quello che noi dicevamo e facevamo prima e durante i collegamenti.

Guido Meda, entrato in Mediaset insieme a me, si trovò a condurre il primo TG sportivo della Fininvest e un giorno, mentre usciva dal Palazzo dei Cigni di Milano Due, fu fermato alla reception da una telefonata di Berlusconi, che dopo essersi complimentato con lui per la buona riuscita della trasmissione, gli consigliò di cambiare montatura degli occhiali di metallo perché creava dei fastidiosi riflessi. 

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Personalmente ho avuto pochissimi contatti diretti con lui, ricordo con particolare simpatia quando dopo la semifinale di Coppa Italia del 1993 tra Roma e Milan nel ventre dell’Olimpico mi trovai a doverlo intervistare. Ci incontrammo e io mi presentai: “Buona sera presidente, mi chiamo Daniele Garbo e lavoro per Tele Capodistria (all’epoca finita nell’orbita della Fininvest n.d.r.), posso farle qualche domanda?“. E lui: “Ma certo Garbo, ti conosco bene”.  In realtà penso non sapesse proprio chi fossi. Prima di iniziare l’intervista disse all’operatore: Stai a due”. Significava che avrebbe dovuto inquadrare entrambi, mentre di solito il giornalista sta di quinta, cioè di spalle e rimane fuori campo. Era il suo modo per darmi soddisfazione. Ma sorridendo gli risposi: “Presidente non si preoccupi, quando invio la cassetta a Milano, taglieranno sicuramente tutto e resterà soltanto lei”.

La sua empatia era coinvolgente anche contro i suoi detrattori di ogni genere, aveva sempre la battuta pronta per cercare di stemperare gli animi. L’Italia dice addio ad un grande imprenditore che ha trasformato il modo di fare televisione non solo in Italia ma anche in tutta l’Europa.”

(Foto LBDV)

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