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Napoli, la stagione trionfale degli azzurri nel pagellone di LBDV

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Estate 2022: la piazza napoletana è in piena depressione, i tifosi sono costretti a dire addio ai loro giocatori più prestigiosi, e nonostante ciò, nello scetticismo più totale, il presidente Aurelio De Laurentiis annuncia di voler riportare lo scudetto all’ombra del Vesuvio.

Parole profetiche le sue, infatti, dopo dieci mesi da quelle dichiarazioni il Napoli è campione d’Italia. Un campionato stravinto con cinque giornate d’anticipo e con 16 punti di vantaggio sulla seconda (Lazio) e con un cammino in Champions League altrettanto memorabile: primato conquistato con 15 punti nel girone con Liverpool, Ajax e Rangers; fino ad arrivare al traguardo storico mai raggiunto come quello dei quarti di finali, seppur terminato con l’amara eliminazione contro il Milan.

Tanti gli uomini simbolo di quest’impresa tra cui: il presidente Aurelio De Laurentiis e il ds Cristiano Giuntoli capaci di costruire un progetto vincente, il condottiero Luciano Spalletti capace di tirare fuori il meglio da ogni singolo calciatore ed esprimere un calcio propositivo, capitan  Giovanni Di Lorenzo il leader dello spogliatoio, Victor Osimhen il capocannoniere della Serie A e Khvicha Kvratskhelia il talento georgiano capace di incantare con i suoi dribbling.

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Dopo 33 anni il Napoli si ricuce sul petto il tricolore.

Il pagellone degli azzurri della stagione 2022/23:

Meret: Passa l’estate con la valigia pronta non sapendo se andrà via o sarà destinato a fare ancora il secondo, nessuno crede in lui, nemmeno la società che fino all’ultimo secondo dalla chiusura del mercato ha provato ad ingaggiare Navas. La piazza non aspetta altro che un suo errore per poter ripartire con le critiche, ma nelle vene di Alex Meret scorre il ghiaccio, esce fuori la sua personalità ed è uno dei miglior portieri in Serie A. Mette letteralmente le mani sullo scudetto, la parata a Milano su Giroud e quella a Salerno su Piatek rimarranno per sempre impresse nella memoria dei tifosi azzurri. Voto: 8,5

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Gollini: Arriva a gennaio sapendo bene di avere poche chances per poter strappare qualche presenza, ma sposa fin da subito la causa Napoli e s’inserisce bene all’interno dello spogliatoio. Si fa trovare pronto nella gara in casa contro l’Atalanta, quando solo cinque minuti prima del calcio d’inizio viene informato che giocherà titolare a causa di un infortunio al polso per Meret. Strappa qualche apparizione a scudetto già matematicamente conquistato ed offre delle buone prestazioni, quattro partite giocate e tre clean sheet. Un ottimo secondo portiere, che in parecchie squadre di Serie A farebbe anche il primo. Voto: 6,5

Marfella: SV

Idasiak: SV

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Di Lorenzo: Alla partenza d’Insigne raccoglie la pesante fascia da capitano e si dimostra da subito un grande leader in campo e nello spogliatoio riuscendo a gestire bene i pochi momenti di difficoltà. L’uomo con più minuti giocati in questa stagione e dire che è solo un terzino sarebbe riduttivo, una costante in difesa e in attacco, mettendo a referto anche 5 gol e 4 assist. Un esempio per tanti giovani calciatori, che proprio come questo Napoli è partito dalla Serie C per arrivare sul tetto più alto d’Italia. Voto: 10

Bereszynski: Il suo innesto a gennaio serve più per dare la possibilità a Zanoli di poter giocare in Serie A , sa bene di essere una riserva che dovrà giocare quando il cyborg Di Lorenzo dovrà tirare il fiato. Voto: 6

Kim: Gli basta davvero poco tempo per far dimenticare il Komandate Koulibaly e dimostrare a tutti di che pasta è fatto. Alla sua prima stagione in Italia non ha nessuna difficoltà nell’adattarsi al nostro calcio, nell’inserirsi negli schemi di Luciano Spalletti che vuole farlo giocare centrale sinistro e insieme a Rrahmani forma la miglior difesa del campionato. È il difensore centrale che nei top 5 campionati europei è stato saltato di meno in dribbling (solo 5 volte), il premio di miglior difensore della Serie A 2022/23 è strameritato. Compie un solo errore in stagione contro l’Udinese e subito si sente in dovere di chiedere scusa. “KIM! KIM! KIM! KIM! KIM!”. Voto: 10

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Rrahmani: Rispetto a Kim è quel difensore che da meno nell’occhio, ma è sempre lì, in posizione e prova a superarlo se ci riesci. È quel compagno di reparto che tutti i difensori vorrebbero avere, anche se sbagli c’è lui che ti copre le spalle…se solo avesse fatto quel fallo su Leao. Voto: 8,5

Juan Jesus: Un’altra scommessa vinta da Giuntoli e Spalletti che nell’estate 2021 decidono di dargli la chance Napoli quando era senza squadra, un difensore di riserva del tutto affidabile che può fare anche il braccetto di sinistra, ma se gli si affida la titolarità a certi livelli può essere un rischio. Anima dello spogliatoio, BatJuan. Voto: 7

Ostigard:  Molto forte nel gioco aereo. Viene scelto quest’estate come quarto difensore, all’inizio gioca anche qualche partita tra cui la trasferta in Champions ad Anfield da titolare. Nel momento clou della stagione (gennaio-febbraio-marzo) Spalletti si affida del tutto alla coppia Rrahmani-Kim e lui sparisce un po’ dai radar. Voto: 6

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Mario Rui: Il regista della fascia sinistra, il professore Mario Rui. Stagione di altissimo livello la sua e la dimostrazione che la concorrenza gli faccia bene, pochissimi cali di concentrazione, pochi errori e tanti, tanti assist. Voto: 9

Olivera: La mancanza di un’alternativa sulla fascia sinistra è stata per troppo tempo una carenza per il Napoli. Un terzino più fisico e difensivo rispetto a Mario Rui, al quale Spalletti si è affidato moltissimo nelle gare di Champions League. Voto: 7

Zedadka: SV

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Anguissa: Il leone del centrocampo, tanta tecnica e fisicità. Tantissime partite ad alti livelli: la doppietta contro il Torino, la prestazione a Francoforte in Champions e quella sul finale contro l’Inter. È un gioiello prezioso per il centrocampo che se solo avesse un ricambio per poter riposare quando serve, potrebbe esprimere ancora di più le sue capacità. Voto: 8,5

Lobotka: La grande intuizione di Luciano Spalletti che quando è arrivato a Napoli ha deciso di rilanciarlo, dopo stagioni anonime, affidandogli le chiavi del Napoli. Il cervello della squadra e ogni azione comincia da lui, non è solo il regista ma ha anche la capacità di partire in progressione e in fase d’interdizione è un maestro. Ancora ci chiediamo come mai non sia tra tre miglior centrocampisti della stagione. Voto: 10

Zielinski: Quest’anno è mancato un po’ in fase realizzativa, ma la sua presenza in mezzo al campo è essenziale per la manovra del Napoli. Un primo controllo strepitoso e differenza impercettibile tra il piede destro e sinistro. Peccato che in alcune partite è l’assente ingiustificato. Voto: 7,5

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Elmas: È la risorsa del Napoli, quasi sempre la prima carta utilizzata da Spalletti per cambiare la partita. Per la prima volta in stagione il Napoli giocò la sua prima partita senza Kvaratskhelia nella difficile trasferta di Bergamo, si fece trovare pronto e trovò anche la rete della vittoria. Tanti gol preziosi nell’arco della stagione che lo hanno fatto diventare il terzo marcatore della stagione degli azzurri. La sua duttilità tattica ha permesso all’allenatore di utilizzarlo ovunque. Voto: 8

Ndombelè: Giocatore dotato di grandi capacità tecniche ma l’atteggiamento svogliato, tenuto dal primo giorno e mai cambiato, non gli hanno fatto esprimere tutto il suo potenziale. Difficilmente verrà riscattato. Dispiace dare un’insufficienza l’anno dello scudetto. Voto: 5,5

Gaetano: Utilizzato poco in questa stagione se non nei minuti finali e in Coppa Italia contro la Cremonese. Il suo primo gol contro l’Inter da napoletano con la maglia del Napoli ha emozionato tutti. Spalletti garantisce che è un fenomeno. Voto: 6,5

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Demme: SV

Zerbin: Giocatore ancora acerbo per la categoria e per certi livelli, ma che è riuscito comunque a ritagliarsi il suo spazio. Nella trasferta di Milano soffrì terribilmente Theo Hernandez che portò il Milan al momentaneo pareggio. Utilizzato sia sulla fascia destra che sulla sinistra. Voto: 6

Lozano: Non la sua migliore stagione ma da comunque il suo contributo per la vittoria dello scudetto con 3 gol e 3 assist. Voto: 7

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Politano: Anche lui chiude con 3 gol e 3 assist, ma qualcosa in più di Lozano nel dribbling e nel sacrificarsi per la fase difensiva. Voto: 7,5

Kvaratskhelia: Arrivato nell’anonimato più totale ma già dai ritiri pre-campionato si capisce che ha classe, si è presentato al Maradona con un eurogol contro il Monza ed è entrato subito nel cuore dei napoletani. Va in doppia doppia alla prima stagione in Serie A. Un giocatore simbolo di questo scudetto. Kvaradona MVP. Voto: 10

Osimhen: Le sue potenzialità già le conoscevamo, ma quest’anno è esploso definitivamente. Spalletti con lui ha lavorato tanto facendolo migliorare tecnicamente, un mostro fisicamente e capace di fare reparto da solo. Il capocannoniere del campionato ha regalato gol incredibili tra cui quello più importante contro l’Udinese che riporta lo scudetto a Napoli. Voto: 10

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Raspadori: Due gol che sono l’emblema dello scudetto: quello allo spezia all’89’ che segna la svolta della stagione per il Napoli, e quello alla Juventus al 90′ che mette il sigillo sulla conquista del titolo. Nel mese di ottobre quando si fa male Osimhen, Spalletti lo preferisce a Simeone per una maglia da titolare in Champions, nella quale segna 4 gol. Nella seconda parte di campionato con il nigeriano in forma smagliante esce anche lui un po’ fuori dai radar. Voto: 8

Simeone: 9 punti fondamentali regalati al Napoli: il gol contro il Milan, contro la Cremonese e contro la Roma. Una riserva di lusso che ti crea anche un dispiacere vederlo seduto in panchina. Un ragazzo genuino che si è integrato subito con la squadra e la città, mai una parola fuori posto (come anche Raspadori) nonostante le tante panchine. È una di quelle riserve che da tutto quello che ha nei pochi momenti che gli vengono concessi. Le sue lacrime al suo primo gol in Champions contro il Liverpool ancora ci emozionano. Voto: 8,5

Spalletti: Per due estati consecutive ha il compito di dover risollevare il morale ad una piazza depressa: la prima dopo il pareggio con il Verona che negò l’accesso alla Champions League all’ultima giornata e la seconda nel clima di contestazione dopo le partenze dei leader del vecchio Napoli. Ha dato tutto quello che aveva per riportare lo scudetto in azzurro dopo 33 anni, per lui è il coronamento di una splendida carriera, ma mai vincente se non in Russia. Con le sue vedute di gioco ha permesso alla sua squadra di dominare su ogni campo e contro ogni avversario regalando notti indimenticabili ai tifosi partenopei. È nella storia. Voto: 10 e lode

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