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ANGOLO SALERNITANA – La maledetta voglia

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I quattro dietro. I nuovi acquisti. L’ultimatum a Nicola. Niente di tutto questo.

La Salernitana ha vinto la partita quando è entrata in campo, per il riscaldamento: l’erba sotto ai Nostri bruciava.

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Ha vinto quando i compagni -stavolta- sono saltati al collo di Boulaye Dia: pantera feroce, affamata in ogni angolo del campo, dovunque ha sparso il sangue del nemico.

Ha vinto quando, dopo il gol loro, Sambia si è immolato, Troost ha ringhiato, Bronn non si è sottratto, Bradaric ha alzato la fronte e gonfiato il petto: ci bombardavano, a fumare erano le Palle dei Granata.

Ha vinto per gli occhi innocenti di Nicolussi Caviglia: Principe Porfirogenito, predestinato e fiero, non risparmia un affondo.

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Ha vinto coi muscoli d’acciaio di Domen Črnigoj, Tigre dell’Istria senza macchia nè paura: ha eroso la mediana leccese come l’acqua indomita del Carso.

Perché vedi, ci riempiamo la bocca di paroloni, quando il Gioco è semplice: resta vivo chi non teme la morte. Non serve altro che Anima.

Eravamo in trincea, siamo usciti con l’elmetto.
E nessuno provi più a toglierselo.

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