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Hinchadas Antifascistas: un Calcio a Bolsonaro

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Ca va sans dire Ciro Romano
Tempo di lettura: 4 minuti

“Il calcio si concede il lusso di lasciar vincere il peggiore, non c’è niente di più Marxista.” (Socrates)

 

Dio, Patria, Famiglia e Libertà

La finale Libertadores di Guayaquil, Mario Celso Petraglia -presidente dell’Atletico Paranaense- la apre col sostegno a Bolsonaro. Contrapposto al Flamengo, in una sfida che più Bolsonista non si può.

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È il giorno più importante della storia di un Club che, per vero, s’era già pronato a Bolsonaro in passato: nella sede di Curitiba vede la luce l’inchiesta che condurrà all’arresto di Lula, rivelatosi poi del tutto illegittimo.

Il firmamento calcistico brasiliano ha scelto Bolsonaro. Da Thiago Silva a Romario e Ronaldinho, vecchi e nuovi idoli verdeoro hanno rinnegato un passato di miseria e sposato la causa dei danari.

 

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A certe latitudini, tuttavia, il calcio è ancora della Gente.

Dagli spalti è partita l’onda d’urto, a scardinare gli argini posti dalla lobby dei camionisti, incattiviti dalla sconfitta elettorale di Bolsonaro: la Massa do Mineiro sfonda il blocco che li separa alla sfida col San Paolo, i Gavioes da Fiel liberano dai picchetti il ponte sulla Tieté a San Paolo. AquiéDemocracia, gridano per la strada i tifosi del Timão, custodi della visione rivoluzionaria che Socrates battezzò quale Democrazia Corinthiana.

Ma non è storia d’oggi.

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Nel 2010 sindaco di Buenos Aires è Mauricio Macri: chiama a sé le barras bravas, un qualche accordo sottobanco, parte la caccia agli immigrati andini, colpevoli di invocare il diritto ad un alloggio.

Le squadracce, complici Forze dell’Ordine peggio di loro, provvedono alla mattanza: El Parque Indoamericano di Villa Soldati, dimenticata periferia buenairense, gronda ancora sangue e vergogna.

L’episodio smuove le coscienze: le frange sinistroidi dello sconfinato perimetro della capitale organizzano la controffensiva culturale.

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Proprio a Buenos Aires, andrà in scena Fútbol y Antifascismo: da Colombia, Cile e Brasile, tifoserie che si sarebbero (si sono!) scannate si mettono dalla stessa parte, unite da tutto quanto non volevano essere.

Hinchadas Antifascistas raccoglie gli ultras dell’Independiente e del Racing Avellaneda della Gran Buenos Aires, Ferro, Argentinos Juniors, Newell’s Old Boys di Rosario, le brasiliane Gremio, Flamengo, Santos e naturalmente Corinthians.

Il tema è romantico e sovversivo: il Calcio al Popolo, contro tutto quanto abbia imbastardito il Gioco.

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Sugli spalti si fa dichiaratamente politica: le manifestazioni contro il G20 o il presidente Macri (che ne frattempo ha fatto carriera ed è assurto a Capo di Stato), vedono in prima linea Hinchadas Antifascistas.

Ultras brasiliani scendono in piazza per liberare il Brasileirao da razzismo, xenofobia e omofobia.

Ferro Antifascista continua a denunciare le repressioni di Macri, non si arrende perché sia fatta verità e giustizia per Santiago Maldonado, resiste attivamente a favore dell’aborto. La Garra Blanca del Colo Colo e la curva dell’Independiente Santa Fe fanno fronte comune, seppellendo le rivalità (e lì ci si ammazza…) per sostenere Gustavo Petro, in occasione delle presidenziali che lo contrapponevano alle destre di Iván Duque.

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La stessa Libertadores convoglia l’antirazzismo attorno ad un’idea panamericana di calcio popolare: Colo Colo, Atlético Nacional, Corinthians condividono quello che dalle nostre parti chiameremmo gemellaggio: definirlo politicizzato è poco.

Quanto sta accadendo in Brasile, dove ultras storicamente rivali (Palmeiras e Corinthians, per dire) hanno smesso di odiarsi per convogliare ogni energia nell’antifascismo, nasce da lontano.

Un fronte unitario che ha fermato Bolsonaro, altrimenti destinato al Planalto.

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Dall’altra parte dell’Atlantico, dove il Pallone è religione laica, al cui altare è un attimo ci si immoli, frange oltranziste sono riuscite a guardarsi negli occhi.

Ognuna ha visto negli altri ardere la stessa scintilla: consapevolezza da cui è nato tutto.

Chè l’energia vitale, la fucina di idee e -perché no?- la forza d’impatto delle curve del calcio può e deve essere canalizzata, verso un bene più grande ed universale: se il Popolo si riprende il Calcio, compie il primo passo.

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Verso la riconquista di qualsiasi diritto gli sia stato strappato.

(Foto:

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