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Tre cose su Napoli-Sampdoria

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Finalmente i tre punti. C’è una frase che dice «Vincere è l’unica cosa che conta» e che qui dalle parti del «Maradona» sta molto antipatica ai più. Eppure ieri pomeriggio contro la Sampdoria non c’era altra strada per gli uomini di Spalletti se non quella dei tre punti dopo le sconfitte, consecutive, in casa contro Atalanta, Empoli e Spezia. Nonostante la situazione di estrema difficoltà (assenti Koulibaly, Malcuit, Mario Rui, Zielinski, Lozano, Oshimen, Anguissa, Ounas e Meret con un Fabian Ruiz non ancora in forma) il Napoli però ha meritato la vittoria dominando la partita dal primo all’ultimo minuto, e sbagliando ancora troppo nella parte finale dell’azione. Da qui il risultato finale di 1-0, sicuramente bugiardo, per un match terminato con 13 tiri in porta, 13 calci d’angolo battuti ed il 69% di possesso palla.

Ghoulam è davvero tornato. Dopo la buona prestazione che aveva visto il terzino sinistro in campo per 90′ minuti contro la Juve, qualcuno aveva gridato al miracolo. Dopo gli 80 giocati ieri possiamo però dire che Ghoulam è davvero tornato e vedere il difensore algerino correre avanti ed indietro su quella fascia è una gioia per gli occhi di ogni tifoso del Napoli. Dal novembre del 2017, con la rottura del crociato destro nella partita contro il Manchester City, il terzino era praticamente scomparso dalle distinte. Poche apparizioni e tante ricadute: gli ultimi 90’ a febbraio dell’anno scorso contro il Benevento. Due partite importanti quelle di Ghoulam perché il terzino si è ripreso la fascia nel momento di maggior difficoltà della squadra offrendo a Spalletti un’alternativa valida ed in più di grande qualità. La speranza è che l’algerino torni ad essere uno dei più forti terzini a livello europeo a più di tre anni da quel maledetto primo infortunio. Con la Samp, e questa è un’altra buona notizia, si è rivisto anche Fabian Ruiz. Osimhen invece è rientrato in Italia guarito dal Covid. Spalletti ritrova pian piano i suoi uomini e tra una settimana contro il Bologna potrebbe finalmente avere qualche alternativa in più e qualche cambio a cui poter far affidamento in panchina. Positivo, in questo senso, anche l’esordio al «Maradona» di Axel Tuanzebe.

Professor Lobotka. Spalletti era stato il primo a credere davvero in lui, e parliamo di un allenatore che di registi ne capisce: vedere alla voce Pizarro. Ma il giocatore visto in campo nelle ultime settimane è un qualcosa in più di una semplice riserva, anche se di una squadra di vertice. Di giocatori così, oggi in serie A non ce ne sono. Perché Lobotka sa dettare il ritmo della partita, decide se rallentare o accelerare, sa giocare palla di prima e sa saltare la linea di pressione creando superiorità in mezzo al campo. Sbaglia poco, pochissimo e ieri è stato il primo artefice della partita quasi perfetta giocata dal Napoli a centrocampo. Una squadra in grado di palleggiare in maniera insistente e di bloccare sul nascere ogni velleità di ripartenza dei blucerchiati con marcature preventive studiate a tavolino ed eseguite alla perfezione e tanta aggressività. Ed allora, se la copertina di giornata è per un acrobatico Petagna, grandi meriti vanno riconosciuti anche al regista slovacco ed a mister Spalletti che più di Gattuso, nel momento di difficoltà, ha saputo far tesoro della rosa che gli è stata affidata.

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