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Angolo del tifoso

ANGOLO MILAN – Qualificazione con brivido

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Il Milan vince la quinta gara del girone di Europa League, contro gli scozzesi del Celtic Glasgow, per 4-2.

Alla vigilia pochi avrebbero scommesso su una vittoria scozzese in casa del Diavolo, eppure l’inizio non è stato dei più incoraggianti.

Rogic approfitta di uno sciagurato passaggio di Donnarumma a Krunic che aveva due avversari subito in pressing ed è 1-0 al settimo minuto. Edouard invece insacca con la complicità di un fuorigioco sbagliato dalla linea difensiva rossonera. 2-0 al quattordicesimo minuto, doccia scozzese e palla al centro.

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La telecamera inquadra il volto di Pioli che urla ai suoi di darsi una mossa battendo le mani, e il messaggio arriva. Il Milan si riorganizza, la gelata che ha pietrificato i seggiolini di San Siro vuoto non spaventa e la ruota ricomincia lentamente a girare. E se in sette minuti c’è stato il doppio vantaggio degli ospiti, in due minuti si compie il pareggio.

La noia è un concetto astratto. Rebic messo giù al limite dell’area e poi punizione sublime di Calhanoglu che si insacca alla sinistra del portiere al ventiquattresimo minuto. Castillejo che riceve in area un assist ancora del 10 turco e insacca di sinistro, al ventiseiesimo. Da qui in poi un lento ma inesorabile declino fisico e mentale degli scozzesi che dopo l’exploit iniziale, non riusciranno più a imporsi col risultato.

Il Milan è padrone del campo, dinamicità, aggressività immediata del portatore di palla avversario, copertura uniforme degli spazi. Calhanoglu torna spesso a centrocampo, e questo gli consente di avere più campo libero per le sue ripartenza. Rebic si spende tanto per tenere su il reparto e Castillejo corona la solita partita di tanta corsa anche con un gol. Cosa rara per lo spagnolo, più di qualche volta, vittima delle sue stesse gambe lunghe che spesso si intrecciano da sole.

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Al rientro in campo per il secondo tempo, sale in cattedra Hauge. Il norvegese prende per mano la squadra in attacco e riesce a esprimere tutto il suo repertorio fatto di tecnica e velocità. E così al 49’ dà inizio ad uno slalom cominciato dalla linea di fallo laterale sulla sinistra e scende veloce fino a penetrare in area e piazzare la palla vicino al palo più lontano. Gol capolavoro per quello che è stato il vero fiore all’occhiello dello scouting rossonero, arrivato per una somma poco più alta di quattro milioni d’euro.

Dopo il vantaggio il Milan si ritrae, gli scozzesi risalgono, prendono campo e metri importanti. Frimpong è uno dei più attivi, vera spina nel fianco del Diavolo. Ma avere Donnarumma vuol dire avere una fonte di pace zen inesauribile e il volo sulla punizione di Christie lo dimostra.

Nell’area piccola rossonera si corrono molte più apprensioni del lecito al cospetto di chi non ha più nulla da chiedere a questa Europa League e questo non fa onore a quella che è la prima squadra in SerieA. E così il Milan si affida ad un altro suo folletto per mettere la parola “fine“ all’incontro.

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All’ottantunesimo minuto, slalom del solito Hauge che entra in area, dribbla di sinistro e tocca l’assist di destro, Brahim raccoglie defilato sulla sinistra e, con uno scavetto sopraffino, sigla il 4-2 e chiude definitivamente l’incontro.

Niente più sorprese, niente più cali di tensione. La partita va a spegnersi lentamente e la vittoria certificata al triplice fischio consegna ai rossoneri una qualificazione ai sedicesimi di Europa League con un turno di anticipo.

Un’altra vittoria importante, l’ennesima partita di Europa League, la quinta per esattezza dal 24 settembre, conseguita senza Ibrahimovic. L’ennesima dimostrazione di forza di un gruppo che oramai non stupisce più.

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Da quella fornace di freddo, vento e pioggia che fu lo stadio di Vila do Conde in quel lontano 1 ottobre, sembra davvero essere stata forgiata una squadra dotata di una forza che va oltre i singoli e si nutre di sicurezze conquistate sul campo partita dopo partita.

Adesso testa alla Sampdoria, domenica si va a Genova.

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