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#DIE60 – Quella volta che giocai contro Maradona

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Maradona
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Diego Maradona compie 60 anni il 30 di ottobre e nella memoria dei tifosi dello Spezia è rimasto impresso lo storico incontro che si giocò in coppa Italia nel 1988 tra lo Spezia e il Napoli di Maradona.

Ne abbiamo parlato con Nicola Peragine, ex aquilotto, che giocò quella partita.

“Vivendo a Napoli da diversi anni, ho potuto capire l’amore che Napoli nutre per Maradona.

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Lui è stato il simbolo di una città che, prima del suo arrivo, non aveva vinto nulla e che con lui ha vinto scudetti e Coppa Uefa. E’ stato l’uomo che ha cambiato da solo una società, un club.

Era un modello per la squadra. Maradona è entrato nel cuore del popolo, ha fatto tanto per i più bisognosi.

​Si è reso promotore di diverse partite e iniziative di beneficenza, che non tutti conoscono.

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​In quella partita di Coppa Italia, oltre all’emozione, all’atmosfera dei nostri tifosi, rimasi colpito nella fase del riscaldamento da quello che fece Maradona.

Mentre i suoi compagni si riscaldavano sulla fascia, lui si mise al centro del campo, a palleggiare da solo.

Capii che era il suo modo di riscaldarsi.

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Noi giocatori dello Spezia lo guardavamo imbambolati.

Durante la partita, notai la sua correttezza, non reagì mai ai nostri interventi e non offese mai nessuno di noi.

In alcune occasioni, per cercare di contrastarlo, gli feci fallo e gli chiesi scusa, ma lui: “Non ti preoccupe, non ti preoccupe” mi disse.

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Non protestò mai.

Anche quando Stabile, che era il suo marcatore, gli strappò in due la maglia e fu costretto a cambiarla, il giocatore argentino non fece una piega.

Ad un certo punto, dissi a Stabile di lasciarlo stare.

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Si, io da avversario, ripresi un mio compagno perché lo stava maltrattando troppo.

Tanta era la mia ammirazione per il giocatore Maradona che per un attimo mi dimenticai che gli stavo giocando contro.

Un’altra cosa che mi colpì, fu un suo gesto tecnico.

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Io mi trovavo al centro dell’area e lui era sulla fascia.

Aveva la palla sul destro, quando improvvisamente rientrò e se la portò sul sinistro.

Io vidi tre miei compagni che cambiarono direzione contemporaneamente a quella finta.

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Finanche la curva sembrò abboccare.

Pensai: “questo ha fatto la finta pure alla curva”.

La partita si concluse 3- 1 per il Napoli.

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Noi eravamo in serie C, ma riuscimmo comunque a tenere botta.

Eravamo messi bene in campo, Maradona nel primo tempo giocava di punta. Nella ripresa entrò Carnevale e Maradona giocò più arretrato: fu il momento chiave.

Il Napoli passò in vantaggio a un quarto d’ora dalla fine.

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Riuscimmo pure a pareggiare, ma poi il Napoli trascinato da Maradona riuscì a fare due reti nel finale.

Alla fine della partita Andrea Stabile gli chiese la maglia e lui gli rispose. “Te ne ho date due di maglie, una me l’hai strappata”.

Nelle interviste, Maradona ebbe parole di elogio per i giocatori dello Spezia. Disse che eravamo stati bravi e che avevamo fatto soffrire il Napoli.

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Le sue parole ci fecero molto piacere e da quello capii l’umiltà del giocatore.

​Come mi è capitato di vedere nella mia carriera, i giocatori e gli allenatori, raramente si soffermano ad elogiare gli avversari, lui invece, davanti ai giornalisti, lo fece con noi che giocavamo in C.

Di quella partita, oltre all’emozione di vedere alcuni grandi giocatori da vicino, mi ricordo dei nostri meravigliosi tifosi che accorsero numerosi a Livorno.

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È una delle partite che ricordo con più emozione, simbolo di un calcio, quello degli anni ‘80, che poco ha a che fare con il calcio arricchito e per niente romantico dei giorni nostri.”

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